«Basta politicizzare il tema dell’acqua: il tempo perso non ritornerà ma non bisogna perderne altro ed è fondamentale prendere una decisione nell’assemblea dell’Aato3 convocata per il 31 gennaio, persino ricorrendo al voto. Non possiamo più attendere: tutte le iniziative che tendono ad allungare i tempi della decisione ci condurranno inevitabilmente verso la scadenza dei termini e la necessità di fare un bando pubblico della gestione dell’acqua, con il rischio elevatissimo che questa finisca in mano a delle aziende private».
I sindaci non convocati dal presidente della Provincia Sandro Parcaroli al summit dell’altro giorno sulla questione del gestore del servizio idrico intervengono e prendono posizione. E soprattutto puntano il dito proprio contro il presidente della Provincia: sia per aver convocato una riunione al di fuori dell’assemblea dell’Aato3, sia perché ritengono che la soluzione che sembrava aver messo tutti d’accordo, il ricorso a una società concessionaria già esistente nella cui compagine azionaria far entrare sia le altre municipalizzate che i sindaci, in realtà fosse già stata avanzata la scorsa primavera senza successo. Insomma considerano la mossa del presidente della Provincia uno sgarbo istituzionale e una perdita di tempo. A firmare il comunicato congiunto sono: Vincenzo Felicioli (Fiuminata), Roberto Lucarelli (Camerino), Patrizio Leonelli (Castelraimondo), Emiliano Nardi (Serravalle), Sauro Scaficchia (Fiastra), Sandro Botticelli (Gagliole) e Mario Baroni (Muccia).
«Le conclusioni alle quali si è giunti – dicono con riferimento al summit dell’altro giorno – non sono altro che riscontrabili in una proposta già avanzata in sede di Aato3. Appare chiaro che ogni discussione vada fatta e ogni decisione presa, in seno a questa stessa assemblea. Per noi parlano gli atti la proposta di una società consortile mista, formata da Comuni e aziende era stata già avanzata nell’assemblea dell’Aato3 del marzo 2023. Una proposta fortemente contestata all’epoca. Oggi ci si ravvede ma abbiamo perso dieci mesi di tempo. Tra le critiche e le richieste emerse nel corso di quella stessa Assemblea primaverile vi fu l’esigenza di un parere terzo sulla formula più adeguata da adottare. E si decise di avvalersi della consulenza del rinomato avvocato Boifava – spiegano –, questo parere è stato prima consegnato ai sindaci dell’Aato3 e quindi discusso nell’assemblea del 28 dicembre 2023: ne è emerso che la società consortile di secondo livello, all’epoca sponsorizzata a mezzo stampa dal segretario del Pd Sciapichetti, anch’egli oggi ravvedutosi dopo mesi, fosse contraria alla legge e soggetta a bocciatura da parte della Corte dei Conti».
«Ciò che è importante ribadire è che la sede di ogni dibattito rimane quella democratica dell’assemblea dell’Aato3 – concludono i sindaci – al termine della quale ognuno deciderà, atti alla mano, quali decisioni prendere nei rispetto dei cittadini. Per quanto ci riguarda rimaniamo assolutamente disponibili al dialogo, e non vogliamo mettere a rischio il mantenimento della gestione pubblica dell’acqua. Va ribadito, infatti, come solo la società consortile costituita da tutti i sindaci sia l’unico percorso lineare, scevro da rischi procedurali e normativi ma siamo intenzionati a capire cosa è cambiato in questo lasso di tempo per cui è tornata in auge la soluzione mista».
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Il problema è che il sindaco Parcaroli rimane un imprenditore e vede solo gli interessi degli imprenditori. Mettere l’interesse privato scalzando l’interesse pubblico verso un bene di vitale importanza per la collettività è un errore madornale, come sta avvenendo per il gas. Ormai il centrodestra è da buttare nel cestino, insieme al centrosinistra. Né ci possiamo aspettare ad un cambiamento con il Generale del libro che sembra si candidi con la Lega. Un errore che il Generale pagherà. E che non risolleverà le sorti della Lega, ormai in caduta libera.
Che cosca d’imbroglia popolo! Se vogliono essere sinceri: spieghino ai cittadini perché deve esistere la bolletta dell’acqua quando l’acqua è già pagata da tutti i cittadini che pagano le tasse e anche da molti che non le pagano perché non tutti sono scansa fatica ma perché il lavoro che dovrebbe essere un diritto dovere come sancisce l’art. 1 Cost. i nostri sgovernati hanno distrutto il lavoro, riducendo questo paese un popolo di sudditi e di elemosinanti.
Mentre mi è chiaro il motivo per cui Ciarapica volle anni fa diventare sindaco e che non ha niente a che fare con la politica visto che ha cambiato persino tre partiti nella vana rincorsa ad Acquaroli. Tristemente poi, fu costretto a rientrare obbligatoriamente e con una figuraccia che dire orrenda è un complimento. Posto che forse voleva lasciare perché intimamente convinto di essere al mondo per ben più alti incarichi? Chissà cosa si prospetta, lui, per il futuro? Mi sfugge però il motivo per cui Parcaroli ha accettato di presentarsi aspirante sindaco battezzato dal più incomprensibile ed inutile partito che abbiamo oggi e che ha nel suo leader oramai isolatosi dalla Lega Nord che non mi sembra lo rimpianga, si è dedicato appassionatamente all’adorazione del Salvini fino a diventarne elemento scenografico con sede nel Palazzo comunale maceratese. Del resto lui è persona ricca, sto parlando di soldi, non vorrei essere frainteso con altri tipi di ricchezze tipo spirituale ecc. e a differenza dell’altro che sta in riviera non ha bisogno di migliorarsi peggiorando la cittadina che amministra. Quella faccenda delle delibere infiocchettate di cui non si è saputi più niente lo dimostra largamente ma tant’è così va la vita… ma non sempre!! Comunque per quanto riguarda la faccenda dell’acqua, lui il Ciarapica è famoso per aver firmato in fraterno ed amabile confronto con altri allineati sulla sua stessa storta linea un enorme aumento delle bollette dell’acqua per cui si è rischiata una sommossa che però, magari.. chissà… si sa…. tante volte… vallo un po’ a sapere… Eppure prima che finisca il suo mandato tra lottizzazioni e inutili e a volte anche doppie inaugurazioni qualcosa di buono o comunque fortemente rimembrante, forse lo farà. Tornando a Parcaroli, possiamo dire con assoluta certezza che c’è, forse poi, rimasto ben poco da dire. Quel che mi piace in lui però c’è: l’ostinazione cieca e sorda. Prima o poi lo premieranno, almeno gli saranno serviti per fare il famoso sottopasso in Via Roma.
L’acqua deve essere e restare di gestione pubblica. C’è stato un referendum popolare a sancire la volontà popolare. Elettori state attenti a questi politici che vogliono privatizzare l’acqua che deve essere un bene pubblico che non deve essere oggetto di speculazione privata. Queste forze politiche vanno mandate a casa perché non meritano la nostra fiducia.
Questa volta voglio fare i complimenti al signor Rapanelli, concordo con la sua analisi. Due aggiunte: i cinque stelle, secondo me, fanno parte di questo fallimento della politica e il generale per me è emerso alla ribalta proprio perché la classe politica in toto è poca roba. Buona giornata
Sig Meschini, condivido quello che dice. Ma l’acqua sarà pubblica solo se viene abolita la bolletta di pagamento. eleminarla è passibile grazie alla nostra Costituzione: l’art. 53 sancisce: tutti devono concorrere alla spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. e quali sono le spese pubbliche? se non sono e non comprendono tutte le spese che lo Stato affronta per realizzare tutti i servizi utili ai cittadini compresi la costruzione, la manutenzione di acquedotti, fognature e depuratori? allora non le sembra assurdo essere obbligati a pagare una bolletta quando la materia prima non si può e non si deve pagare perché come bene fondamentale per ogni forma di vita non può avere padroni per potersela rivendere e i sevizi di cui sopra li paghiamo tutti i giorni con le tasse che paghiamo per concorrere alle spese pubbliche? il problema è che i nostri politici di un tanto al Kg. approfittano dell’ignoranza popolare e della loro spropositata onestà, due gravissime malattie di questo paese, che basterebbe curarne una che l’altra scomparirebbe da sola. Noi cittadini, spesso facciamo riferimento al referendum popolare che si è tenuto sull’acqua, ma la maggior parte dei cittadini non pensano che è frutto di politici incapaci o di finti capaci perché è costruito sull’inganno popolare smembrando il valore della Carta costituzionale come realmente si sta avverando. Tale referendum si basa su due quesiti incomprensibili ai più e che con la gestione del servizio pubblico dell’acqua centra meno dei cavoli a merenda. Il primo quesito recita: ( Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica) ma non dice quali sono. Per cui non si riesce a capire cosa centra con la bolletta dell’acqua che non si deve pagare perché è stata già pagata con le tasse. il secondo quesito recita: (determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito.) Questo è più comprensibile ma non meno pretestuoso. Visto che non ci possono essere capitali privati investiti. La pretesa della famigerata politica di governo che spazia dal Parlamento, governo centrale fino ai governi locali: è quella che con un raggiro di parole pretende che certi servizi siano pagati due volte come già da tempo avviene anche sulle bollette energetiche di gas. e luce. Tutto con il bene placido delle massime autorità della Repubblica, ignorando volutamente quanto sancisce la Carta Costituzionale scritta con il sangue di coloro che hanno dato la vita per farci riacquistare la libertà E senza ombra di dubbio con lo scopo di ampliare e mantenere il loro carrozzone politico parassitario l’unico responsabile del debito pubblico e di tutti i mali del paese.
Il referendum che si è tenuto sull’acqua, è privo della più minima chiarezza. inostri politici si arrampicano sugli specchi per avvalersi di un referendum istituito per imbrogliare il popolo.
Voglio vedere se i maceratesi lo rieleggeranno come civitanova con ciarapica. Per come amministra sicuramente.