Alessandro Gentilucci
«Forse a qualcuno dà fastidio che il sottoscritto convochi assemblee per discutere di una problematica che da sei anni non trova soluzione e che oggi, a soli quattro mesi dal mio insediamento, conosce invece un’accelerazione. Spiace quindi che il sindaco di Montecassiano non sia intervenuto ieri in assemblea, ma abbia preferito rilasciare dichiarazioni alla stampa: avrebbe potuto in maniera molto più corretta esprimere in quella sede il suo pensiero, come lo hanno fatto in tanti». Inizia così la replica del presidente dell’Aato3 Alessandro Gentilucci dopo la riunione dell’assemblea dei sindaci di ieri, convocata per discutere della nuova società consortile che dovrebbe gestire il servizio idrico in provincia. Se da una parte non si sono registrati passi in avanti concreti, dall’altra c’è stato l’affondo del primo cittadino di Montecassiano che ha accusato proprio Gentilucci di voler comprimere la discussione tra le parti.
«È surreale – replica Gentilucci – che proprio chi convoca assemblee per affrontare questioni così stringenti possa essere tacciato di voler comprimere la discussione da chi non interviene. In questi quattro mesi ho ascoltato e cercato di comprendere le ragioni di tutti garantendo il massimo del confronto. Poi, però, occorre arrivare a una decisione, proprio per scongiurare l’ipotesi privatizzazione della gestione del servizio idrico che forse qualcuno, che non riesce a scindere l’interesse pubblico da quello privato, vorrebbe invece caldeggiare. La mia presidenza si fonda su una mozione che ha come obiettivo garantire che l’acqua rimanga in mano pubblica. Ricordo che il sindaco di Montecassiano non ha votato questa mozione: legittimo, ma è pure legittimo supporre che abbia in mente un percorso diverso».
Gentilucci prosegue poi con una valutazione su quanto accaduto ieri in assemblea: «Nonostante le difficoltà emerse e il tentativo di creare confusione, voglio leggervi un passo avanti. Vi sono sensibilità e valutazioni differenti in merito al percorso da intraprendere per la costituzione della società consortile che dovrà gestire il servizio idrico. Tuttavia – aggiunge – il richiamo al senso di responsabilità dei sindaci sottende proprio il voler tutelare al meglio la collettività scongiurando il rischio privatizzazione. È fondamentale assicurare la sostenibilità economica e sociale di questo percorso, garantire l’operatività del nuovo soggetto per la gestione di una risorsa sempre più strategica da qui in avanti, ma soprattutto, far sì che le tariffe diminuiscano migliorando la qualità dell’acqua. Nella varietà delle posizioni espresse dai presenti, anche con toni aspri, in assemblea sono emersi spunti interessanti. Per questo chiedo il massimo sforzo a tutti i sindaci, perché la politica dia prova che può essere in grado di risolvere i problemi. Quindi collaborazione, sinergia, responsabilità: tre valori fondamentali per raggiungere questo obiettivo».
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Nel referendum popolare del 12/13/ Giugno 2011, 26 milioni di Italiani sancirono che sull’acqua non si sarebbe potuto più fare profitto. Non solo il sindaco di Pieve Torina, ma tutti gli ottomila sindaci italiani dovrebbero spiegare alla loro cittadinanza: con quale autorizzazione costituzionale fanno pagare un prodotto che non possono comprare perché l’acqua non può avere padroni. L’acqua è di tutti perché è un bene naturale e fondamentale per ogni forma di vita. Quindi: credo che siamo al massimo dell’assurdità sostenere aziende private o partecipate che loro prendono gli utili e al pubblico lasciano le spese e debiti. I sindaci sono figure politiche e come tali credo che dovrebbero sapere: che tutti i cittadini non sono tenuti a pagare le imposte per mantenere i carrozzoni politici parassitari di cui ci hanno riempito, ma i cittadini, sono tenuti tutti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva esclusivamente in cambio di servizi, di cui anche la costruzione e manutenzione di acquedotti, depuratori, fognature e tanti altri servizi di pubblica utilità. Quindi: se la materia prima non si compra, credo non si possa far pagare. Per chi le imposte le ha sempre pagate e continua a pagarle, ha pagato e continua a pagare pure i servizi di cui sopra e la bolletta dell’acqua non può avere ragione di esistere.