Sandro Parcaroli e Alessandro Gentilucci
Gestore unico del servizio integrato, il sindaco di Macerata e presidente della Provincia Sandro Parcaroli ha organizzato di sua iniziativa per domani un incontro con i sindaci dei Comuni capofila dell’Aato 3 e con gli amministratori delle aziende che hanno in gestione il servizio idrico nel Maceratese. Il tutto nel tentativo, disperato, di trovare un’intesa, dopo anni di assemblee improduttive all’Aato 3. La sortita di Parcaroli però non sembra essere stata gradita in particolare negli ambienti legati ai partiti che temono di essere esclusi dalle scelte. Non sembra nemmeno gradita da alcuni sindaci dall’entroterra. Intanto alla vigilia dell’incontro promosso da Parcaroli arriva una lettera di Andrea Biekar, amministratore unico della “Valli Varanensi srl”, società che vede al suo interno sei piccoli comuni e tra questi quella Pieve Torina guidata dal primo cittadino Alessandro Gentilucci, il presidente dell’Aato 3. «Spiace constatare come la Società Valli Varanensi srl, che gestisce la risorsa idrica per molti comuni dell’entroterra maceratese, sia stata esclusa dal presidente della Provincia di Macerata, Sandro Parcaroli, nella riunione da lui indetta per il prossimo martedì 9 gennaio avente ad oggetto la individuazione del gestore unico cui affidare il servizio idrico integrato dell’Aato 3 Marche Centro Macerata».
La tesi di Biekar: «A margine la valutazione sulla legittimità di Parcaroli, in veste di presidente della Provincia di Macerata, nel convocare la suddetta riunione, balza però agli occhi l’operazione “esclusiva” che sta tentando di incardinare sul tema gestore servizio idrico, quasi che si trattasse di un club privato. Mal si comprende la logica di invitare alcune società, non tutte, e alcuni comuni identificandoli come capofila che tali, però, non sono. Che cosa si nasconde dietro questo disegno? Le politiche dell’acqua vanno gestite nelle sedi opportune e, specificamente, nell’assemblea dell’Aato 3 dove sono presenti tutti i sindaci. Sarebbe opportuno evitare fraintendimenti e sovrapposizione di ruoli, invece di alimentare confusione. Ci aspetteremmo dal presidente della Provincia un maggior senso di responsabilità che tenga conto dell’interesse precipuo dei cittadini a che l’acqua rimanga in mano pubblica: a parole tutti si sono dichiarati contro il rischio privatizzazione ma, nei fatti, fughe in avanti come quella tentata da Parcaroli vanno esattamente verso quella direzione. E allora, forse, riusciamo a spiegarci perché la società Valli Varanensi srl, che rappresento, e che è l’unica tra le società di gestione delle risorse idriche dell’Aato 3 totalmente pubblica e ad oggetto unico, non è stata invitata a questa riunione…». Per puntualizzare meglio l’argomento è utile ricordare che Valli Varanensi ha come soci i Comuni di Muccia, Pieve Torina, Monte Cavallo, Serravalle di Chienti, Fiastra e Visso mentre, sul fronte della operatività, questo è quello che Andrea Biekar ha osservato nel maggio 2023 a margine dell’ultimo bilancio presentato: «Relazione sul governo societario contenente programma di valutazione del rischio di crisi aziendale per le società in controllo pubblico. Si ricorda che la società è risultata di fatto non operativa dall’anno 2015, fino al 31 dicembre 2022 compreso. Solo dal primo semestre 2023 sono iniziate le attività propedeutiche all’avvio del servizio idrico per i 6 comuni soci affidatari. Non è possibile, pertanto, operare una vera e propria relazione sul governo societario e valutazione del rischio di crisi aziendale. È possibile comunque affermare che l’esposizione debitoria è in corso di definizione, tenendo conto che si ritengono prescritti i debiti verso fornitori e non è stato possibile identificare con esattezza le generalità dei creditori, non essendo disponibile documentazione contabile o amministrativa. Il precedente amministratore ha fatto denuncia di smarrimento presso i carabinieri ed i pochi documenti ritrovati sono di scarsa importanza. Sussistono dei debiti verso lo Stato che saranno oggetto di rottamazione. Nel corso del 2023, con l’avvio dell’attività si doterà di tutti gli strumenti idonei ad assicurare adeguati assetti organizzativi ed a prevenire rischi di crisi aziendali. Signori soci, alla luce di quanto sopra esposto, l’organo amministrativo vi propone di destinare parzialmente l’utile d’esercizio alla costituzione di riserva per aumento capitale sociale e per la parte rimanente per la copertura delle perdite pregresse».
(L. Pat.)
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Scusate la mia ignoranza, ma cosa centrano le società private o partecipate con l’acqua che come materia prima non si può far pagare, a meno che non siano diventate pure costituzionali le truffe e le estorsioni. I servizi che servono per farla arrivare nelle case li paghiamo tutti i giorni con la tassa sul reddito da lavoro. E’ l’unica tassa costituzionale. Mi spiace ricordare che è obbligatoria solo se in cambio di servizi che sono tutti quelli utili per i cittadini compresi fabbricazione e manutenzione di acquedotti fognature e depuratori. Ma non per mantenere l’enorme carrozzone politico parassitario. Quindi: fate tutte le società che volete ma che non siano mantenute con tasse mascherate sull’acqua o sulla proprietà privata legittima che è riconosciuta e garantita dalla legge art. 42 Cost. perché significa non rispettare la sovranità popolare a vantaggio di interessi politici.
Per il sig. Tranzocchi. Forse le società centrano ma non c’entrano.
Iacobini, causa il disinteressamento della maggior parte dei cittadini per la politica di governo: ai nostri politici quelli più scienziati, gli è stato possibile stracciare tutte le regole costituzionali per consegnarci senza scrupoli a enti privati come schiavi e vacche da mungere.
100% d’accordo con Tranzocchi