Il centro storico di Camerino
di Monia Orazi
«L’ordinanza speciale per Camerino è fumosa, ma una cantierizzazione era necessaria. Non è facile però avere la speranza, da parte dei cittadini, che si riesca a fare tutto. In realtà si tratta, con l’esclusione delle scadenze imposte, di poco più di una linea guida che forse non è adatta al momento storico. Un privato con la prospettiva di questi anni di lavoro e attesa e connessi rischi, come può essere incoraggiato a proseguire nella ricostruzione?». Con queste parole il circolo del Partito Democratico di Camerino commenta l’ordinanza per la cantierizzazione della città ducale, oggetto di un recente incontro organizzato dall’amministrazione comunale, alla presenza del commissario straordinario Guido Castelli e del capo dell’Usr Marche Marco Trovarelli.
Tra i punti criticati dal Pd quello delle scadenze previste a partire dalla prima, i livelli operativi di danno da consegnare entro il prossimo 31 dicembre e la consegna dei progetti della prima fase entro il 31 marzo 2024: «Sia per il tecnico che finora ha preso tempo per alcuni progetti o sia per il privato che ha da meno tempo cominciato ad allarmarsi, l’ordine è di accelerare – continua il Pd – Chi tra i due però non ha tutele sul progetto per la propria abitazione e vorrebbe tornare a vivere nel centro storico è il secondo. Il tecnico, seppur sollecitato, ha comunque nelle mani la possibilità di decidere il destino di questi cittadini. Quando si riesce a rispettare la scadenza della consegna, ci sono altre tempistiche, come ad esempio nella Fase 1 l’obbligo di terminare l’occupazione degli spazi pubblici, quindi la viabilità, entro 36 mesi, 3 anni. Ponendo questo caso dunque gli uffici tecnici e l’Usr si vedrebbero arrivare tutti questi aggregati più o meno insieme. L’esame burocratico per arrivare al decreto per la ricostruzione dell’aggregato, che si badi non è un esame semplice, può impiegare 5 mesi se va bene, ma anche un anno nei casi di maggior lentezza degli uffici. Non si può credere che il reale termine dei 36 mesi per l’occupazione sia rispettato con queste premesse. Poi come si pensa di conciliare i cantieri della Fase 1 con i progetti già pronti e presentati delle fasi successive? Questo non è dato saperlo».
I componenti del Pd di Camerino denunciano i rischi che corrono i privati, nel caso in cui i tecnici presentino i progetti in ritardo: «In sostanza per pressare i progettisti bisogna ricorrere alle vie legali, quindi il progetto potrebbe fermarsi; se invece il privato ritiene già il suo progettista incapace di adempiere al suo lavoro e lo volesse cambiare, il nuovo tecnico dovrebbe comunque riprendere il progetto da zero. In aggiunta, se un progettista dovesse approfittare in qualche modo della fretta o della volontà del cittadino, anche con tariffe straordinarie, la risposta che il sindaco, il commissario e l’Usr danno è quella di segnalare al comune o a quest’ultimo ente tali irregolarità. Ci mancherebbe il contrario. Ma siamo comunque da capo a piedi, non ci sarebbe una soluzione reale al problema. Vero però che senza avere scadenze nessuno avrebbe fretta. Possibile però che a rimetterci dovrebbero essere i privati?».
Un’altra questione che pone il Pd è la gestione del 110 per cento, denunciando il mercato saturo: «La scadenza del dicembre 2025 per il super bonus nell’area del cratere è un termine che al contrario degli altri non avrà quasi sicuramente proroghe. Non si capisce come però il privato possa fare a ricostruire, in particolare colui che comincerà i lavori nella seconda metà del 2024 o nel 2025, se non è sicuro di poter gestire l’accollo in qualche modo. Possibile che la questione dell’accollo sia superabile solo con il sisma bonus? Le stesse ditte sono preoccupate e non si prenderanno in carico tale rischio, con la probabilità che il loro investimento non verrà rimborsato. Lo stesso mercato delle imprese è saturo, sono sempre le stesse che lavorano nella zona e non possono gestire da sole tanti progetti con il rischio che poi qualcuno non termini in tempo».
Il fattore tempo risulta cruciale secondo il Pd, per la ricostruzione del centro storico di Camerino: «L’età anagrafica continua ad essere un fattore centrale che in un piano non tanto tecnico, ma anche politico poteva in qualche modo essere considerata o comunque poteva essere stimolo per prendere una via piuttosto che un’altra. Questo luogo per tanti era una casa, ma per tutti è essenziale. Infine non si può non essere chiari sul fatto che il domani di Camerino dipenderà anche dal futuro degli immobili pubblici. Tolte le tempistiche di ricostruzione che saranno anche influenzate dal controllo della Sovrintendenza, qui si tratta di capire non solo cosa va ricostruito, ma con quale fine. Anche in questo caso serve un’idea programmatica politica, che concerne la vivibilità stessa del centro storico, i servizi per le famiglie e studenti e certamente che possa garantire socialità. Ad oggi però su questo non ci è dato sapere nulla».
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