Gli attestati ai medici che hanno festeggiato i 50 anni dalla laurea
I medici-chirurghi alla loro prima iscrizione
di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)
Una professione sempre più nel mirino al punto che cresce notevolmente il numero di coloro che si dimettono o preferiscono andare a lavorare all’estero. Turni di lavoro stressanti, aggressioni e rischi per la propria incolumità fisica e psicologica, scarsa considerazione da parte dello Stato. Quella del medico, sia ospedaliero che di medicina generale, sta diventando sempre più una ‘mission impossible’ parafrasando il titolo di un famoso film.
La ‘Giornata del medico e dell’odontoiatra 2023’ andata in scena nel pomeriggio al teatro Lauro Rossi è stata l’occasione di una riflessione su tanti temi che riguardano la sanità da parte di un Ordine che vanta oltre 1200 iscritti in provincia e che ogni anno coglie questa occasione anche come una sorta di staffetta tra i decani della professione ed a sorta di staffetta tra i decani della professione ed i giovani nuovi arrivati. Non a caso sul palco il presidente dell’Ordine provinciale, Romano Mari ha voluto accanto a se il veterano de medici Renzo Carsetti assieme alla più giovane iscritta Veronica Settimi.
Alla cerimonia hanno preso parte il vescovo Nazzareno Marconi, l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, il prefetto Flavio Ferdani e il sindaco Sandro Parcaroli oltre ai rappresentanti dei comandi provinciali di carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, carabinieri forestali, e del vice questore vicario e capo di gabinetto della questura. Nella sua relazione il presidente dell’Ordine dei medici, Romano Mari, ha toccato un po’ tutti gli argomenti cari a chi svolge questa professione.
Romano Mari, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Macerata
«Usciamo da una difficoltà legata alla pandemia che aveva bloccato tutto ed ora stiamo ripartendo – ha esordito Mari -. Nel periodo covid abbiamo difeso la scelta del vaccino come scelta appropriata per come scelta appropriata per la prevenzione delle conseguenze della pandemia. Fare il medico è una scelta professionale impegnativa che richiede preparazione sempre di più: chi lavora nel mondo ospedaliero si trova alle prese con uno stress psicofisico e ultimamente questo lascia spazio alle dimissioni. Sul territorio i medici di medicina generale sono stanchi e stressati, c’è un deterioramento delle condizioni di lavoro. Che dire poi dei medici della continuità assistenziale, del 118, dell’emergenza urgenza. Il tutto porta ad una grande fuga: 1 su 3 lascerebbe il lavoro e addirittura l’Italia. Sono infatti mille i medici che ogni anno se ne vanno all’estero. Scarsa attrattività del sistema sanitario nazionale, c’è bisogno di cambiare mentalità e cultura».
Mari ha poi anche sottolineato come nelle Marche «grazie alla sensibilità degli organi regionali circa la formazione sono cresciuti i posti messi a disposizione della medicina generale che sono passati da 42 a 84. Tra i punti qualificanti anche il nuovo piano sanitario regionale: chiediamo di fare bene e in fretta perché il sistema sta implodendo. Altro problema è la violenza nei confronti degli operatori sanitari, c’è bisogno di sicurezza perché i rischi in questi anni di aggressione sono cresciuti. Il senso di questa giornata è quello di un trasferimento di esperienza, di saggezza, di servizio, all’interno della stessa famiglia. Ai nuovi camici bianchi dico di fare tesoro della professionalità e dedizione dei cinquantenni ed ai giovani la medicina chiede fedeltà a due discipline, quelle della scienza e dell’etica». Nel corso della manifestazione, Paolo Staffolani, da 50 anni legato al mondo della medicina, ha ricordato il sacrificio di Carlo Urbani che ha lavorato anche a Malattie infettive dell’ospedale di Macerata, a vent’anni anni dalla morte.
Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata e presidente della Provincia
«Oggi si celebrano i medici di ieri ed i giovani che entrano nella professione – ha ribadito il sindaco Sandro Parcaroli nel suo saluto- quasi un passaggio generazionale. Sapete quello che hanno fatto nel periodo del covid e dovremo ricordarcelo per sempre». Dal canto suo il vescovo Nazzareno Marconi ha sottolineato come «quello che porto è un saluto, un augurio, una vicinanza verso chi ricopre questo compito così importante. Per quanto la medicina diventi sempre di più un fatto tecnico, che richiede straordinaria competenza e strumentazione di qualità la differenza la fa sempre la persona del medico e non dobbiamo mai dimenticarlo. Quando ci confrontiamo con un medico esigiamo sempre grande competenza, ma se troviamo una persona che sa accoglierci sentiamo la differenza. Questo vorrei che sentissero i medici nel fare la loro professione».
Il prefetto Flavio Ferdani
Particolarmente apprezzato l’intervento del prefetto Flavio Ferdani che ha ribadito come «debba esserci un senso di riconoscenza verso i medici per la missione che svolgono. Ricordando come ogni persona malatA che va dal medico entra nella vostra storia per il coinvolgimento umano che esso comporta. La persona malata vive una fragilità, voi date risposte alle richieste di aiuto e di speranza. All’atto del mio insediamento furono inviate al Presidente della Repubblica 64 proposte di concessione dell’onorificenza al merito della Repubblica Italiana quale segno tangibile di riconoscenza al mondo della sanità per il fondamentale impegno a tutela della salute svolto durante la pandemia. Voglio infine sottolineare la recente istituzione di due posti di polizia negli ospedali di Macerata e Civitanova a tutela dell’incolumità del personale sanitario».
Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità
In chiusura sono stati consegnati gli attestati iniziando dai medici che hanno festeggiato i cinquanta anni dalla laurea: Nabil Al Zein, Carmela Maria Aquilino, Alberto Borgani, Ugo Bozzelli, Francesco Caraceni, Renzo Carsetti, Tonietto Casoni, Tonino Ciabocco, Maria Elena Cingolani, Francesco Costantini, Riccardo Filippucci, Giovanni Garofolo, Zeno Iacopini, Nunzio Lizzio, Giulio Mallardi (ritirato dalla moglie), Vincenzo Mannetta (ritirato dal figlio), Claudio Mariucci, Giulio Morelli, Maria Patti, Sergio Procaccini, Franco Sbriccoli , Alessandro Spinaci, Paolo Staffolani, Giovanni Stura.
Successivamente sul palco sono saliti i medici-chirurghi alla loro prima iscrizione (dall’ 1-10-2022 al 4-4-2023): Ivona Antovska, Letizia Barbatelli, Marisol Bracalenti, Ambra Campitelli, Maria Caro, Maria Chiara Cerra, Federico Cesanelli, Anna Fammilume, Paolo Ferroni, Bianca Fiorani, Barbara Foglia, Lucia Francioni, Marco Frapiccini, Francesco Gatti, Giulia Mari, Sofia Marincioni, Giulia Nardi, Hamza Shabir, Maria Federico Sopranzi, Daniele Tarullo.
Prima iscrizione odontoiatri (1-10-2022 al 4/4/2023): Francesco Fermani, Beatrice Perugini, Veronica Settimi.
Romano Mari
Il vescovo Nazzareno Marconi
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Saltamartini sa fare le punture? Lo Stato non vi considera, non parlateci. Nessuno meglio di voi, avete anche dei sindacati, sa che cosa bisogna fare e quali sono le richieste per chi sordo pensa al presidenzialismo e continua come i precedenti ad ammazzare la sanità. Solo voi potete sapere quali devono essere modi e approcci che riportano a com’era il giusto rapporto tra il medico che cura e il malato che spera di essere curato al meglio. Da articoli che mi capita di leggere in più parti e da decenni che tutto si sta sfasciando e non è che un maniscalco o chiunque altro, bravo nel suo lavoro, si possa però intromettere nelle scelte mediche ed addirittura decidere per loro come fa la politica attraverso gli amministratori che inutilmente assume a pieni mani e parimenti inutili che vorrebbero decidere su tutto e sanno solo chiacchierare e peggiorare. Peggiorare e chiacchierare. Addirittura fanno e qui parlo delle Marche, riforme sanitarie come se giocassero al “Piccolo dottore” ma con le chiappe degli altri. Chiedete una riforma che rimetta al centro medici e malati e il modo più veloce per raggiungerla. Sennò andate tutti all’estero e si curerà solo chi ha la possibilità di farlo come i nostri spesso inutili politici, persino dannosi nella loro ignoranza senza fine. Ma pure loro dovranno curarsi all’estero visto che prevedo ci sarebbero picchetti davanti a qualsiasi ambulatorio per parassiti.
Le solite vuote autocelebrazioni e auto commiserazioni. Nessuno hai idea di come fare per migliorare, razionalizzare semplificare il lavoro del medico di base. Il 70% del lavoro e’ perso dietro la burocrazia,con programmi diversi da medico a medico…..lo spreco e’ alto…. ma chi ci pensa l’Ordine??? ente inutile!!!
La regione??? …..sempre peggio.
Abbiate il coraggio di riferire quanto guadagnano i medici italiani che vanno all’estero, così possiamo capire se compatirli, oppure applaudirli. Da ciò che so non li apprezzo quando abbandonano la loro Patria, ma li capisco…
Perché devono rimanere in Italia quando per ormai troppo tempo hanno distrutto la Sanità?
Quando hanno costretto i medici a seguire le regole contro la pandemia dettate dagli interessi speculativi delle grosse case farmaceutiche, a cui sono stati costretti a credere, quando in tanti sapevano già che quei vaccini sperimentali erano una fregatura e che la tachipirina e la “vigile attesa” erano un sistema per riempire gli ospedali, quando si potevano fin dall’inizio curare a casa, pur rischiando l’espulsione (come qualche medico di base ha fatto silenziosamente senza la tachipirina, rischiando la testa).
Se oggi la società è in crisi, pure i medici, che sono esseri umani come tutti gli altri, costretti ad abbandonare la “scienza e la coscienza”, sono in crisi. Mettici pure lo sfruttamento odierno dei sanitari da parte di una politica che ha preso il potere, tradendo poi le attese di cambiamento da parte del popolo italiano, mandando armi letali ad un regime neonazista, che ha già avvisato che qualora perdessero la guerra con la Russia, dovremo poi noi Italiani andare a fare la guerra alla Russia. Dovremmo andare a morire per un piccolo comico, che se ne sta protetto a mangiare al caldo quando i suoi cittadini sono “costretti” al fronte a morire per un disegno che non è il loro? Già i nostri padri semianalfabeti furono costretti a morire per un Grande Comico, di ben altra levatura, ma che era in vena di riproporre gli antichi fasti guerreschi, e che è andata come sappiamo. Oggi, con i social, il gioco di chi gratta gratta ritira fuori il nero non andrà a buon fine. La gente non andrà per le lunghe con la fornitura delle armi a Kiev, mentre si va verso l’indigenza e con il riscaldamento e la luce che ormai costano un botto per pensionati, redditi di cittadinanza e lavoratori comuni. C’è il rischio che non aspetteranno le prossime elezioni per chiudere la partita con il centrodestra. La Meloni se la smetta soprattutto di sbaciucchiare coloro che vogliono fare pagare agli Italiani le loro politiche europee sballate, in nome di una Europa ormai fallita e improponibile. Non sono i Russi che ci fanno paura. Ci fanno paura quelli che governano l’Italia e l’Europa.
Stanno VOLUTAMENTE smantellando la sanita’…guarda caso parallelamente iniziano le pubblicita’ delle assicurazioni per la saluti…analisi subito…visite 24 su 24…..e i fessi iniziano a beccare. Andiamo verso il sistema Americano e STAREMO PEGGIO ANCORA!!! Sveglia popolo!!!!!!!
Io non me ne intendo minimamente e quindi come me l’hanno detto la riporto: ” In Europa, dicono che la Meloni sta facendo una buona politica economica perché non sanno che non sta spendendo una lira a cominciare da sanità, scuola e ricerca. Poi per il resto, quello di cui si occupano Salvini e quell’altro di cui non mi ricordo il nome, il ministro pugliese del Pnrr a cui hanno dato il compito di migliorare l’Italia, non sanno ficcarsi neanche…un dito nel naso.”
…vedo che qualcuno incomincia a svegliarsi dalla sbronza della vittoria,meglio tardi che mai!!! io è più di un anno che ripeto la stesse cose e qualcuno faceva l’offesa,vedo che il “MODELLO MARCHIGIANO” sta funzionando a meraviglia…meditate gente meditate
Per quanto riguarda i medici di base (i medici della mutua) va detto che hanno emolumenti ‘importanti’ perché possono avere un numero di assistiti talmente alto che provoca loro dello stress. Mettano allora un tetto al numero dei loro assistiti.
La dittatura, coi tanti collaborazionisti, spinge a restare?