Il governatore Francesco Acquaroli, il vescovo Nazzareno Marconi e il sindaco Sandro Parcaroli durante il focus su Padre Matteo Ricci alla Bit
L’arena fa il pieno di contatti alla Bit, entusiasta il sindaco e presidente dell’associazione Sferisterio Sandro Parcaroli.«Il nostro stand – osserva il primo cittadino – ha suscitato grande interesse, ci sono stati tantissimi contatti con i gruppi e tanti sono quelli che hanno assicurato la loro partecipazione e che saranno ricontattati a brevissima scadenza. Enorme la quantità di materiale che è stato distribuito, forse potevamo fare qualcosa di più e meglio, ma sicuramente il bilancio è largamente positivo anche per la promozione della stagione estiva allo Sferisterio».
Il sindaco Sandro Parcaroli oggi pomeriggio era sulla strada del ritorno a Macerata dopo aver presidiato lo stand in fiera a Milano:« Si sono viste tantissime persone, tanti tour operator che ho invitato personalmente a farci visita: tutti hanno preso il materiale promozionale, posso solo dire che la nostra partecipazione alla Bit è stata un grande successo. Sono stato qui per quattro giorni, sicuramente stressante ma bello e molto utile». Finita la Bit, giovedì prossimo i vertici dello Sferisterio presenteranno (finalmente) i contenuti della stagione lirica 2023 in modo da partire anche con la biglietteria.
Monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata
Per tornare alla Bit focus su “Padre Matteo Ricci, un gesuita in cammino”. Al panel hanno preso parte il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli, il direttore dell’Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione delle Marche (Atim), Marco Bruschini e il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli che, dopo aver affrontato il tema della “Nuove frontiere del turismo religioso, hanno dialogato coni il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, presidente della conferenza episcopale marchigiana e Simone Longhi, notaio della causa di beatificazione di padre Matteo Ricci. «A lui si deve la presenza di tantissimi cattolici in Cina e in Corea – ha spiegato il vescovo Marconi -, una cifra di cui abbiamo bisogno per comprendere il messaggio di questo missionario partito dall’Italia per annunciare il Vangelo, una realtà che si incarna in tante culture in maniera variegata e ricca, facendosi cinese tra i cinesi. La notizia della venerabilità di padre Matteo Ricci è anche per questo motivo un evento storico».La riflessione di Simone Longhi: «Si è trattato di un percorso lungo e tortuoso iniziato nel 1984 con il vescovo Tarcisio Carboni, poi proseguito in modo importante dal 2010 e che ho potuto seguire come notaio attuario insieme a don Gianluca Merlini, giudice delegato per la causa di beatificazione, e a padre Gianni Criveller, presidente della Commissione storica, la notizia della venerabilità di questo marchigiano di Macerata, missionario e umanista cristiano, rafforzerà le strade del dialogo non solo interreligioso ma anche interculturale tra Italia e Cina».
(L. Pat.)
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Stiamo conquistando i pareri nazionali in primis poi speriamo di conquistare i pareri internazionali con la beatificazione di PADRE MATTEO RICCI, MACERATA ne ha proprio di essere considerata.
Quest’uomo che per noi maceratesi, fino al 1984, era più che altro un nome della toponomastica del centro storico, oggi è sempre di più un ponte importantissimo tra l’Italia e la Cina passando per Macerata. Se uno ci pensa un attimo, oltre la fretta del vivere quotidiano, resta stupito di come la Storia a volte faccia giri che uno non sospetterebbe mai, né tanto meno riuscirebbe a preventivare o a strategizzare. Nemmeno Mons. Carboni, che si era imbattuto nella figura di Padre Matteo Ricci quando era giovanissimo seminarista a Fermo (all’incontro coi missionari gesuiti che gliene parlarono si deve la sua successiva vocazione missionaria che lo portò in Brasile); nemmeno lui poteva sospettare che avrebbe ritrovato Padre Ricci ad aspettarlo a Macerata, della quale era stato nominato vescovo!
Direi che siamo al centro di un “capolavoro del destino”.
‘Sto ponte con la Cina a che serve? Possiamo farlo con un Paese europeo progredito e anzi civile?
La Cina di oggi nulla ha a che fare con quella dell’epoca di Matteo Ricci.
Nel recente passato sono stati stanziati e spesi cospicui finanziamenti, oggi in occasione del Bit si rilancia (giustamente) la figura del gesuita Mateo Ricci, ma in tutta onestà credo che tutti questi sforzi abbiano dato ben poco a Macerata e in particolare ai Cittadini maceratesi. Ho la sensazione che queste manifestazioni – organizzazioni di eventi, hanno avuto come ricaduta solamente la possibilità di discutere tra pochi di un argomento importante ma purtroppo lontano dall’attenzione dei più, un po’ come parlare solo a se stesi.
@Placido Munafò
Dici cose condivisibili. Per questo ritengo che un’amministrazione, che prima della cittadinanza intuisce il ritorno (culturale, commerciale, imprenditoriale, turistico, etc.) che può derivare dalla valorizzazione di un medium potente come Padre Ricci (in Cina è considerato ancora oggi alla pari di un padre della patria); l’amministrazione sia tenuta a mettere in campo politiche e progetti atti a favorire questo importante avvicinamento tra Ricci e la popolazione.
@Aldo Iacobini
La inviterei ad informarsi un po’ meglio: sia sulla considerazione che la Cina conserva ancora oggi a riguardo di Padre Matteo Ricci; sia a rendersi conto che la Cina passa economicamente le mele a parecchie nazioni della Vecchia Europa.
Per il sig. Davoli. L’Istituto Confucio ha una grande considerazione di Padre Matteo Ricci, ma l’Istituto ‘non è’ la Cina! Poi in Cina c’è la grande questione dei diritti umani.