«L’area protetta Tre Case
deve essere gestita dal Comune»

CIVITANOVA - L'intervento di Marco Cervellini della lista Ascoltiamo la città: «L'area è diventato un valore per la comunità, riconosciuto e utile per la qualità della vita di tutta la città»

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L’oasi protetta di località Tre case

 

«E’ necessario quindi collaborare trasversalmente affinché questo patrimonio pubblico sia tutelato attraverso una gestione sistemica e attiva dell’amministrazione comunale». Sono le parole di Marco Cervellini della lista Ascoltiamo la città (rappresentata in Consiglio a Civitanova da Letizia Murri) in merito all’area protetta Tre Case.

«I manufatti di Fontespina che permettono l’accesso all’arenile superando la linea ferroviaria, comunemente chiamati “sottopassi” – spiega Cervellini – sono in realtà opere idrauliche per lo smaltimento delle acque meteoriche; la manutenzione straordinaria è a carico delle Ferrovie dello Stato, quella ordinaria a carico dell’amministrazione comunale. Il programma della coalizione di centrosinistra e liste civiche prevedeva esplicitamente la gestione diretta dell’Area protetta regionale socio-floristica “Tre Case” da parte dell’amministrazione comunale, questo perché dopo il lavoro di sensibilizzazione ecologica e di conservazione dell’habitat fatto da Legambiente il patrimonio naturale dell’area è diventato un valore per la comunità, riconosciuto e utile per la qualità della vita di tutta la città».

«Gestire continuativamente e direttamente l’area – continua Cervellini – significherebbe quindi: mantenere le opere di delimitazione per proteggere l’habitat dunale fatte in passato; poter pianificare adeguatamente prima dell’inizio della stagione balneare quella manutenzione ordinaria utile a garantire un adeguato servizio di trasporto pubblico per raggiungerla (evitare le file di macchine lungo la Statale) in attesa della ciclovia regionale che dovrebbe passare preferibilmente sulla carreggiata della Statela 16 (non su arenile), un accesso facilitato (è possibile liberare l’accesso dalla sabbia, ma sempre ricordando che essendo un’area protetta non è possibile estirpare le specie vegetali tutelate) e una fruizione in equilibrio fra la conservazione della natura e l’uso elioterapico; la creazione di una rete attiva di educazione ecologica con le scuole che potrebbe contare su un laboratorio naturale; valorizzare la componente di turismo naturalistico. La strategia europea per la biodiversità prevede di destinare entro il 2030 il 30% della superficie europea, e quindi di ogni stato membro, alla conservazione della natura».



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