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Casa di riposo al Santuario:
«E’ ora che la politica
faccia la sua parte»

MOGLIANO - Il comitato che si sta battendo contro la realizzazione dell'opera ha organizzato un incontro per fare il punto, dopo aver raccolto oltre 1.700 firme. Le parole del presidente Falconi. Ha partecipato anche il consigliere regionale di FdI Borroni che, in rappresentanza dell’assessore Castelli, ha garantito l’impegno della Giunta ad analizzare i documenti e le tante segnalazioni ricevute

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I presenti all’incontro organizzato dal comitato

 

Dalla costituzione, ai vari sit-in di protesta, dai precedenti incontri pubblici ai vari contatti con le autorità politiche, istituzionali, religiose, fino alla raccolta firme contro l’edificazione della nuova casa di riposo. Il comitato “Tutela area verde del santuario del Santissimo crocifisso” di Mogliano ha svolto un incontro pubblico per illustrare ai cittadini l’intero operato del comitato stesso.

«All’incontro erano stati invitati a partecipare anche esponenti politici provinciali e regionali, ma alcuni non sono potuti intervenire per precedenti impegni, altri, invece, per imprevisti impedimenti dell’ultimo minuto – precisa il presidente Luciano Falconi -. In particolare hanno partecipato Pierpaolo Borroni, consigliere regionale in quota FdI, e Ninfa Contigiani, segretaria maceratese del Pd e consigliere comunale a Macerata, nata e vissuta per tantissimo tempo a Mogliano. Naturalmente, presenti i consiglieri comunali moglianesi di minoranza. Purtroppo, l’amministrazione in carica, ancora una volta, ha disertato completamente l’incontro, manifestando la più totale sordità ad una forte presa di posizione dei cittadini».

Il comitato ha subito evidenziato l’attività di raccolta firme svolta: «ben 1.766 firme raccolte tra moglianesi (1.164) e non moglianesi (602) e consegnate all’assessore regionale alla Ricostruzione Guido Castelli lo scorso 16 giugno – aggiunge Luciano Falconi -. Durante la raccolta firme, dal dialogo e confronto con i cittadini, è emerso fermamente e con chiarezza che: quell’area ha un altissimo valore ambientale, storico e religioso, ed un grandissimo potenziale per le attività giovanili e sociali, che, una volta cementificata, verrà cancellato per sempre; la maggioranza dei moglianesi non vuole affatto che la casa di riposo venga costruita nel campo verde retrostante il santuario; i cittadini vogliono indubbiamente la casa di riposo, ma prediligono la sistemazione della precedente struttura di santa Colomba o il recupero del seminario adiacente il santuario, ferme restando le esigenze di lasciare spazi idonei alle attività tipiche del santuario».

Successivamente sono stati illustrati «gli aspetti legali (donazione modale non rispettata, illustrata nel “Parere pro veritate” prodotto) e le “dimenticanze” del comune di Mogliano, con le quali l’amministrazione comunale ha ottenuto l’ordinanza speciale numero 30». Sono stati ricordati anche gli incontri avuti con il commissario per la ricostruzione Giovanni Legnini e con Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo. Infine, dibattito pubblico.

Comitato-Tutela-Area-Verde-S.S.CrocifissoTra gli interventi quello dell’ex sindaca Anna Luchetti, sulla storia del santuario dalle sue origini ad oggi e «l’appello a lasciare gli spazi ad esso circostanti perché vitali e imprescindibili per lo stesso». Quello del consigliere regionale Pierpaolo Borroni, che, «in rappresentanza dell’assessore Castelli – spiega il comitato – ha garantito l’impegno della Giunta ad analizzare i documenti e le tante segnalazioni ricevute sulla vicenda moglianese. Inoltre, ha auspicato il dialogo con l’amministrazione comunale, ma, desolatamente, ha dovuto prender nota dell’assenza dei rappresentanti».

Sono seguiti altri interventi: il consigliere moglianese di minoranza Matteo Zazzaretta ha segnalato «l’assenza di dialogo della maggioranza e l’incapacità di confrontarsi su altre proposte, avanzate dal suo gruppo, che penalizzano molto i giovani». Il consigliere di minoranza moglianese Marco Petrelli ha fatto notare «che le aree verdi a Mogliano sono virtuali, sono solo sulla carta, e gli standard di legge non sono rispettati nella zona urbana di recente costruzione. Altresì, lancia un appello alle istituzioni perché non si voltino dall’altra parte di fronte a una così forte e marcata protesta, unica tra i paesi del cratere, e evidenzia il rischio che la ricostruzione, a Mogliano, possa fare più danni del terremoto stesso». È seguito l’intervento dell’ex assessore comunale Alessandro Quarchioni, il quale ha spiegato come subito dopo il terremoto del 2016 s«embrava che il recupero di Santa Colomba non fosse possibile, ma con le norme e le tecniche attuali è certificata la possibilità di miglioramento sismico dell’immobile per tornare a destinarlo, come prima del terremoto, a casa di riposo».

Il presidente del comitato “Tutela area verde del santuario del Santissimo crocifisso” Luciano Falconi, nella fase conclusiva, ha esternato delle riflessioni. «Tenuto conto che oggi i principi ispiratori delle più recenti norme urbanistiche, le sensibilità verso il verde e la natura sono assai diverse rispetto a decenni fa, allora, per quali motivi, a Mogliano, l’amministrazione comunale vuole incomprensibilmente portare avanti scelte completamente in senso contrario? Perché privare i moglianesi dell’ultima e unica area verde cittadina rimasta? Considerando le alternative possibili, cementificare l’area verde, paradossalmente, è un grave danno, una grave distruzione, e non una costruzione. Se davvero non si vuole scavare un solco ancor più profondo con la volontà dei cittadini, che a Mogliano si sono espressi in modo consapevole, chiaro e maturo, è allora giunto il momento che la politica, a tutti i livelli, faccia la sua doverosa parte – conclude il presidente del comitato -. Ringrazio i tanti moglianesi per una raccolta firme così poderosa, unica tra i paesi del cratere. Esprimo grande soddisfazione per i notevoli risultati raggiunti. Siamo sempre pronti ad organizzare ulteriori manifestazioni qualora la politica rimanga indifferente».

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