Emiliozzi: «Crisi innescata da Draghi»
Morgoni: «Spero continui lui 5 anni»
Patassini: «Sceneggiata M5s»

GOVERNO IN BILICO - Il commento dei tre parlamentari maceratesi, esponenti dei partiti di maggiornaza Cinque Stelle, Lega e Pd sulle dimissioni del premier e sulla situazione politica italiana

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Il premier Mario Draghi

di Alessandra Pierini

Tre parlamentari maceratesi, tre visioni completamente differenti della crisi di governo sfociata ieri sera nelle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, respinte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sono giorni di fermento e grande attesa per mercoledì, giorno in cui Draghi riferirà al Parlamento e si confronterà su quanto sta accadendo. 

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Mirella Emiliozzi (M5S)

Mirella Emiliozzi, deputatata del Movimento 5 Stelle e Tullio Patassini deputato della Lega, erano ieri al Senato e hanno vissuto direttamente l’inasprimento della situazione politica. Mario Morgoni, deputato del Pd, invece, era già rientrato nelle Marche ma ha comunque seguito costantemente le vicende governative minuto per minuto.
In sostanza quello che è accaduto è che ieri in Senato si è votato il decreto Aiuti. In Parlamento i 5 Stelle avevano votato la fiducia al governo ma poi erano usciti al momento di approvare il decreto. Lo stesso non  potevano fare al Senato, dove il regolamento non consente di votare on maniera “disgiunta”. Draghi, pur avendo ancora una netta maggioranza, ha comunque deciso di dimettersi perchè venuto meno, a suo modo di vedere, il patto alla base del suo governo di unità nazionale.
Mirella Emiliozzi non ci sta a vedere il Movimento 5 stelle additato come responsabile della crisi«M5s non ha fatto altro che fare richieste che sono condivisibili, lo ha fatto in maniera corretta ed educata. Il presidente Giuseppe Conte ha chiesto un incontro a Draghi, ha presentato il famoso documento dei nove punti, ha avuto un colloquio con lui e ha atteso una risposta. Nel frattempo sono andati avanti gli accordi per il decreto Aiuti. Il problema di ieri è stato questo accumulo di tensione, unito al regolamento del Senato».
La deputata di Civitanova rivendica anche l’importanza delle richieste fatte: «C’è un documento molto chiaro che parla di provvedimenti in aiuto a famiglie, persone e imprese in un momento tragico. Abbiamo provato in mille modi a far sentire la nostra voce, una su tutte con il bonus 110%, abbiamo provato in mille modi a disincagliare la situazione. Abbiamo parlato di cashback e di salario minimo, ad un certo punto puntando i piedi almeno siamo riusciti a porre la questione. Quindi non ho molto ben compreso la reazione di Draghi. A seguito dell’incontro con Conte, avrebbe semplicemente dovuto dare una risposta ufficiale. Stiamo ancora aspettando che Draghi ci dica se le richieste che abbiamo fatto possono essere accolte o meno anzichè innescare una crisi di governo».

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Tullio Patassini (Lega)

Diametralmente opposta la visione di Tullio Patassini della Lega. «Ieri ero al Senato e sono rimasto assolutamente stupito della reazione dei Cinque stelle. Ho visto in diretta questa sceneggiata con cui sono riusciti a dire no a loro stessi. C’era in ballo non una scelta politica ma un provvedimento che vale 17 miliardi per gli italiani. Non so se si sono resi conto della scelta che hanno fatto con un atteggiamento del tutto paradossale». E la Lega cosa farà? «Questo è un momento in cui bisogna preoccuparsi di cosa accadrà nei prossimi mesi quindi continueremo ad avere l’approccio responsabile che habbiamo avuto da un anno e mezzo a questa parte». E adesso cosa accadrà? «Bisognerà capire innanzitutto cosa vorranno fare Draghi e Mattarella che è sempre in campo. Abbiamo tre o quattro giorni di valutazioni  mercoledì si farà una sintesi».

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Mario Morgoni (Pd)

E’ tranchant il commento di Mario Morgoni, deputato di Potenza Picena: «Siamo un Paese capace di realizzare l’impossibile e di sciupare l’impensabile. Abbiamo fortuna di avere un presidente del Consiglio autorevole, credibile e competente e lo stiamo facendo oggetto di una sorta di martirio. Io spero che ci siano le condizioni per procedere, non per temporeggiare ma per avere un governo pieno delle funzioni per affrontare situazioni critiche che, tutto lo fa pensare, saranno ancora più gravi dopo l’estate».
Il parlamentare dem guarda ancora più lontano all’eventuale ritorno al voto. «Diciamo la verità, oggi tanti invocano il voto ma nessuna delle due coalizioni ha la coeesione e la progettualità condivisa per garantire un governo stabile al Paese. Destra e sinistra sono attraversati da tensioni e contrasti per cui il voto non sarà risolutivo. Se si continua così, le elezioni ci consegneranno una situazione ancora più instabile. Spero che Draghi possa continuare ma che continui anche per i prossimi 5 anni con una maggioranza seria e politica».

 



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