Giuseppe Bommarito
di Giuseppe Bommarito
“Est modus in rebus”, c’è una misura per tutte le cose, ma questa antica massima latina, sempre attuale, non sembra riguardare i vertici del Cosmari, che continuano sulla strada della difesa a oltranza anche dell’indifendibile. L’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) – si legge nella stizzita nota di replica dell’ente di qualche giorno fa – avrebbe valutato positivamente sia la nomina del presidente Giuseppe Pezzanesi che quella del vicepresidente Giuseppe Giampaoli. Fuori luogo quindi, procede il comunicato, i richiami normativi utilizzati nel precedente articolo a proposito dell’incompatibilità del presidente e del vicepresidente dell’ente, e inesistente il contenzioso tra il Cosmari e il Comune di Tolentino, che avrebbe reso ancora più pregnante l’incompatibilità di Pezzanesi (sindaco di Tolentino).
Ma lorsignori non hanno affatto spiegato come sia possibile superare la norma di legge che, per un ente tipo il Cosmari, vieta in maniera chiara e lampante di accedere alla presidenza a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta di un Comune che superi i 18.000 abitanti (e questo è il caso di Pezzanesi). A meno che il presidente non abbia delega alcuna, ma allora quello attuale sarebbe un presidente dimezzato, poco più che simbolico. E non hanno spiegato come sia possibile, per quanto concerne Giampaoli, che egli sia al contempo direttore e vicepresidente del consiglio di amministrazione dell’ente, consiglio che in primo luogo dovrebbe controllare proprio l’operato del direttore. Nessuna norma, del resto, oltre al più elementare buon senso, prevede, e può prevedere, l’assommarsi in capo alla stessa persona della figura del controllato e di quella del controllore.
Ma torniamo all’Anac, della cui presunta valutazione positiva a proposito delle nomine di Pezzanesi e Giampaoli il Cosmari si loda e si sbroda. Ebbene, di tale parere non v’è traccia alcuna nella voce “Amministrazione trasparente”, sebbene la sua pubblicazione sia obbligatoria per un ente pubblico. Del resto, se c’è una cosa in cui il Cosmari non brilla è proprio la trasparenza. Nella relazione 2021 dell’organismo interno di vigilanza sono stati infatti elencati diversi rilevanti documenti di cui è stata omessa la pubblicazione nel sito aziendale. A sua volta, il collegio dei revisori, nella relazione all’ultimo bilancio, ha lamentato con forza la mancata comunicazione ai Comuni soci, da parte del consiglio d’amministrazione e del direttore, di contenziosi legali, in atto o potenziali, anche di quelli che possono integrare ipotesi di reato.
Il sindaco Giuseppe Pezzanesi presidente del Cosmari
Quanto all’ulteriore fonte di incompatibilità del presidente Pezzanesi per la sussistenza di due contenziosi tra il Comune di Tolentino e il Cosmari, che nel comunicato vengono negati in quanto essi riguarderebbero il Cosmari e la ditta esecutrice dei lavori, a pagina 18 del bilancio Cosmari 2020 si legge testualmente, anche se con scarsa chiarezza: “Nel bilancio 2013 erano stati iscritti, tra le immobilizzazioni in corso ed acconti, i costi sostenuti dal Consorzio per la ricomposizione ambientale della discarica di Tolentino per un importo pari ad euro 1.646.073. Sulla questione risultano pendenti presso il tribunale di Macerata due giudizi civili nell’ambito dei quali il Cosmari ha richiesto, a titolo di risarcimento, il rimborso delle spese sostenute, il pagamento dei costi degli ulteriori interventi necessari, nonché la restituzione di quanto versato a titolo di corrispettivo a favore delle controparti”. Ebbene, è possibile comprendere da quanto sopra riportato che i contenziosi in questione non sono tra il Cosmari e il Comune di Tolentino?
Ma dove si toccano i vertici dell’inverosimile, sino ad arrivare al limite della barzelletta, è a proposito di Giuseppe Giampaoli, la cui proroga sino al giugno 2022 e la nomina a vicepresidente – afferma pomposamente il Cosmari, che qui se la canta e se la suona – sarebbero legittime in quanto “deliberate all’unanimità dall’Assemblea dei Comuni soci e perfettamente conformi alla vigente normativa”. “Ipse dixit”, insomma. Ebbene, facciamo finta di credere a tale apodittica affermazione, che poggia sul nulla. Ma come può giustificare il Cosmari, ad esempio, quanto risulta dalla delibera n. 170 del 22 novembre 2021, concernente la gara di fornitura dei sacchetti per la raccolta dei rifiuti con microchip (sacchetti che si sono rivelati un discreto flop, sia detto per inciso, in quanto ben presto dismessi dai due comuni più grandi della provincia, Macerata e Civitanova Marche). In tale caso, assente Pezzanesi, il consiglio d’amministrazione è presieduto dal vicepresidente Giampaoli, presidente facente funzione. Ebbene, il consiglio, presieduto da Giampaoli e su proposta dello stesso Giampaoli, questa volta, con un veloce cambio di giacca, nella sua veste di direttore (così si legge in delibera), delibera di indire la procedura per la fornitura dei sacchetti per un importo che supera i 700mila euro l’anno. Ma non finisce qui: nella stessa delibera si nomina la commissione di gara, presieduta – indovinate un po’ – proprio da Giampaoli, il quale, per non farsi mancare niente, nell’occasione è anche responsabile del procedimento. Be’, il Cosmari può dire quello che gli pare, ma non sono troppi ruoli in una partita sola? Il tutto non solo è assurdo, ma anche palesemente illegittimo, oltre che giuridicamente ridicolo: ci manca solo, per completare il quadro, che, nell’occasione, il buon Giampaoli tuttofare sia andato pure con il camion aziendale a ritirare i sacchetti presso la ditta fornitrice. Battute a parte e tanto per curiosità: questa e altre consimili delibere sono state trasmesse per una valutazione giuridica all’Anac?
Il direttore e vicepresidente del Cosmari, Giuseppe Giampaoli
Passiamo all’enorme ecoindennizzo (3 milioni e 650mila euro) riconosciuto al Comune di Cingoli per la proroga della discarica di Fosso Mabiglia sino al settembre 2023. Dice il Cosmari, ancora una volta senza fornire alcun riscontro obiettivo (ad esempio, i prezzi richiesti dalle discariche più vicine in ambito regionale), che in assenza di tale accordo – un precedente comunque pesantissimo, che sarà fatto valere da qualsiasi altro Comune che in futuro sarà individuato come sede della nuova discarica – gli scarti di trattamento sarebbero finiti in una discarica fuori provincia a prezzi triplicati. Ma, nella comparazione dei costi, il Cosmari ha valutato i necessari costi di ampliamento della discarica di Cingoli e i costi maggiorati che dovranno essere sostenuti al momento della dismissione per la sistemazione ambientale, dovuti al maggior volume di rifiuti abbancati? Siamo proprio sicuri che, alla fine del giro, non convenisse proprio portarli fuori provincia, senza creare un così oneroso precedente?
Per finire, passiamo al capitolo biodigestore. Afferma il Cosmari che, rispetto all’iniziale previsione di 17 milioni di euro, i costi sono lievitati a 40 milioni perché nel progetto definitivo sono state inserite nuove opere necessarie. Ma non sarà che l’impianto è sovradimensionato (secondo la consueta logica che, quando paga il pubblico, non si bada a spese), e che pertanto non riuscirà in futuro a trovare abbastanza rifiuti organici per essere alimentato, visto che le altre province marchigiane sanno già dove dirottare i propri rifiuti organici, in quanto ormai autonome in tal senso o stanno per diventarlo? A proposito, e tanto per dire: un impianto simile di prossima inaugurazione ad Ostra, che servirà l’intera provincia di Ancona, dovrebbe costare non più di 24 milioni di euro. I soldi, a detta dell’azienda, comunque non sono un problema, perché probabilmente saranno reperiti nell’ambito del Pnrr. Ma sempre soldi pubblici sono e gli sprechi non dovrebbero, a maggior ragione, essere consentiti. E comunque, sempre a proposito di costi del biodigestore, l’azienda è collegata alla rete del metano, o saranno necessari altri milioni di euro per il necessario collegamento? Si è valutata tale spesa aggiuntiva?
Sul concorso annullato per la nomina del nuovo direttore c’è poco da aggiungere a quanto già dichiarato tempo addietro dallo stesso Cosmari nella persona dell’onnipresente Giampaoli: è stata una figuraccia colossale, peccato – e qui ci permettiamo di fare una piccola, velenosa, aggiunta – che per fare questa bella figuraccia siano stati spesi diverse decine di migliaia di euro (anche questi soldi pubblici). Insomma, qualcuno dovrà pure intervenire per mettere fine a questa serie di incredibili passi falsi, frutto di una sudditanza nei riguardi del direttore tuttofare Giampaoli che sembra non dover finire mai, evidentemente data per scontata anche dall’intesa unitaria che ha portato all’ultimo rinnovo del consiglio d’amministrazione. Ci aspettiamo uno scatto di reni da parte del presidente del comitato di controllo analogo, Franco Capponi, e dei sindaci, almeno quelli dei comuni più importanti, Fabrizio Ciarapica e Sandro Parcaroli, quest’ultimo assurto anche alla carica di presidente della Provincia e quindi ancora più titolato ad intervenire con rapidità e fermezza.
«Cosmari, ok dell’Anac sulle cariche Senza l’accordo con Cingoli i costi sarebbero triplicati»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Complimenti al dottor Bommarito per la puntuale e rigorosa delucidazione. Bravo Giuseppe.
I sindaci di Civitanova e Macerata, pochi giorni orsono si sono fatti sentire e all’unisono. Questo nell’intento di far passare come visionaria per usare un eufemismo la signora Ninfa Contigiani per un chiarimento riguardante la Tari. E qui con un poderoso scatto di reni degno di due anziani signori affetti da osteoartrite degenerativa hanno dato una risposta alquanto piccata. Senza entrare troppo nella diatriba e per rimanere in tema, ossia sul Cosmari , hanno dettato qualcosa ancor più piacevole di una sonata per pianoforte a quattro mani di Schubert .
Mani che seppur con le dita rigide e deformate, purificano molti aspetti del Cosmari che negli anni non sono stati sempre trasparenti con l’aggiunta di uno degli ultimi poco edificanti avvenimenti: la chiacchierata e accordata anzi combinata sennò sembra che stiamo sempre parlando del pianoforte ossia l’ elezione a Presidente di Pezzanesi[…] «Si è dimostrato in più occasioni che tutti i sindaci del Cosmari (centrodestra e centrosinistra) e della provincia sono uniti a difesa di una società che costituisce un primato per la stessa provincia di Macerata, sia come servizio dei rifiuti eccellente, autosufficiente ed economico… Ecco come sono impegnati i sindaci, in primis di Macerata e Civitanova».
https://www.cronachemaceratesi.it/2022/02/22/unintesa-unitaria-guida-il-cosmari-ne-fa-parte-anche-il-pd-forse-contigiani-non-e-stata-informata/1613345/.
Condivido completamente le riflessioni dell’avvocato Bommarito.
Molti mi hanno chiesto la sorte dell’appalto descritto nell’articolo, quello per la fornitura di sacchetti per i rifiuti con il microchip (presto dismessi dai due Comuni più importanti della provincia, Macerata e Civitanova Marche, perchè assolutamente non funzionali), in cui il multiforme e onnipresente Giuseppe Giampaoli ha assommato in sè il ruolo vicepresidente del c.d.a., di direttore, di presidente di commissione di gara e di responsabile unico del procedimento (RUP).
Ebbene, in quell’occasione la gara se la aggiudicò la ditta SMP s.r.l. di Barletta, la quale, partita da un importo di primo affidamento di € 27.000,00, è arrivata, in tre-quattro anni, con ben 13 proroghe successive (palesemente illegittime) disposte da Giampaoli, ad un importo complessivo di forniture pari ad € 374.571,65.
E’ uno dei casi emblematici di illecito frazionamento degli appalti mediante “spezzatino” per rimanere sotto soglia ed evitare, o in prima battuta o successivamente, le gare previste dalla normativa sugli appalti pubblici. Per questa vicenda, concernente la SMP s.r.l., ed altre consimili, il direttore Giampaoli – come è noto – è stato recentemente rinviato a giudizio.
Ma anche la SMP s.r.l. ha avuto una sua, diversa, vicenda di rinvio a giudizio, sempre per appalti riguardanti i famosi sacchetti con microchip, che a Monza l’ha vista rinviata a giudizio insieme ai vertici apicali di una società a controllo pubblico denominata Gelsia Ambiente.
«questioni inerenti alla presidenza», non «questioni inerenti la presidenza»: refuso (errore del tastierista).