«Il contributo alla lotta contro il Covid,
dimostra l’importanza del nostro ospedale
Dovrà restare punto di riferimento»

SAN SEVERINO - Giudizio quasi unanime delle associazioni che si occupano di servizi sanitari e assistenza rappresentate dall'avvocato Marco Massei e del sindaco Rosa Piermattei, dopo la riconversione del terzo piano e il trasferimento dei primi pazienti positivi

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L’ospedale di San Severino

 

«Questo contributo deve rappresentare il riconoscimento dell’importanza dell’ospedale di San Severino». E’ questo, in sintesi, ciò che chiedono le associazioni settempedane che si occupano di servizi sanitari e assistenza, dopo la riconversione del terzo piano della struttura in reparto Covid con l’arrivo ieri dei primi pazienti da Macerata. E proprio ieri sera c’è stata anche l’assemblea a cui hanno partecipato Croce Rossa, Avis, Help, Tribunale del malato, Comitato pro-ospedale pubblici, “Anello della vita” e Comitato per la salvaguardia dell’ospedale Bartolomeo Eustachio. Ne è scaturita una presa di posizione unanime che prende atto dell’apertura del reparto Covid al terzo piano dell’ospedale di San Severino ma chiede investimenti sulle risorse umane, la valorizzazione di Oculistica, il mantenimento di Oncologia e la soluzione delle criticità emerse sul fronte del 118.

«Il trasferimento dei pazienti Covid – si legge nella nota firmata da Marco Massei a nome di tutte le associazioni già elencate – effettuato già da ieri ha sorpreso la popolazione settempedana e dell’Alto Maceratese: sebbene l’assessore alla Sanità regionale Filippo Saltamartini avesse personalmente preavvisato il Sindaco ed alcuni rappresentanti delle associazioni locali, la improvvisa modalità di sistemazione dei degenti ha creato sconcerto e preoccupazione tra i cittadini. I cittadini settempedani e delle aree limitrofe comprendono la situazione di emergenza e non intendono sottrarsi a fornire un contributo all’Area vasta di riferimento: tuttavia, tale temporaneo “sacrificio” (si parla di 1-2 mesi) – che rappresenta, la riconferma, se mai ce ne fosse bisogno, della centralità dell’ospedale settempedano all’interno del sistema Asur Marche – deve tradursi in un ulteriore miglioramento ed implementazione dei servizi ospedalieri».

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L’avvocato Marco Massei

«In altri termini – continuano le associazioni – San Severino deve rimanere ”ospedale di base “ di riferimento del sistema salute dell’Area vasta 3 anche dopo l’emergenza Covid. E’ necessario, quindi, aumentare gli investimenti strutturali e, soprattutto, reperire il personale medico, sempre carente; valorizzare l’eccellenza (ultraregionale) di Oculistica, facendone un polo di riferimento; mantenere efficiente la struttura di Oncologia sostituendo in tempi rapidi la figura della dottoressa Ferretti, con altro primario, e destinando la infaticabile oncologa settempedana al ruolo di coordinatrice delle prestazioni oncologiche del territorio; porre immediato rimedio alle problematiche emerse con il servizio del 118 che, da quando si apprende, corre il rischio gravissimo di rimanere sguarnito nei giorni (in genere più delicati) festivi e prefestivi».

«Se è vero che la drammatica recente pandemia ha dimostrato il ruolo fondamentale della medicina del territorio, di ”prossimità”, funzione che oggi è chiamata a svolgere il nostro ospedale per accogliere i malati Covid con bassa carica virale – concludono le associazioni – è altrettanto vero che tale contributo deve rappresentare il riconoscimento dell’importanza del nosocomio settempedano, struttura sanitaria vitale per il territorio dell’Area vasta 3, come tale destinata ad avere una influenza sempre maggiore nell’ambito del sistema sanitario regionale. Questi sono gli unici presupposti che possono giustificare i sacrifici imposti da un provvedimento, come quello recentemente adottato, che diversamente inteso suonerebbe come una inaccettabile penalizzazione di un territorio già di per sé sufficientemente martoriato».

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Rosa Piermattei

Sull’argomento interviene anche il sindaco Rosa Piermattei, che rassicura i cittadini. «Faremo la nostra parte, perché così è giusto che sia, per quanto riguarda l’emergenza Covid, ma – dice – l’ospedale civile Bartolomeo Eustachio continuerà ad assicurare le normali prestazioni nelle sue specialistiche, che sono l’Oculistica e l’Oncologia, e nei suoi reparti normali, ma sempre di vitale importanza, come la week surgery oltre che nelle altre strutture, come nel caso del Punto di primo intervento. Il nostro nosocomio, in questa come in altre emergenze ma anche e soprattutto nella quotidianità, continua a dimostrare di avere un ruolo strategico per tutta l’Area Vasta 3 dell’Asur Marche e per l’intera sanità regionale».

« La Regione Marche con cui ci siamo interfacciati diverse volte attraverso l’assessore di competenza Filippo Saltamartini – spiega il primo cittadino settempedano – ha scelto la nostra struttura per dare un supporto fondamentale nella lotta alla pandemia. Una decisione, che è stata presa in via d’urgenza, che non ci sentiamo di contestare o criticare, perché questo non è il momento di polemiche strumentali o di parte, ma che è stata assunta, secondo quanto ci è stato riferito, tenendo conto della normale attività che si svolge quotidianamente in corsia che sarà salvaguardata. In base a queste rassicurazioni – prosegue il sindaco – coscienziosamente abbiamo deciso di guardare oltre. Ci è stato anche garantito un percorso sporco pulito che eviterà ogni tipo di contatto con gli altri pazienti e ci è stato pure assicurato che si tratterà di un percorso temporaneo finalizzato proprio a dare una risposta all’emergenza in atto che, vista la situazione, dovrebbe durare non più di una trentina di giorni. Ancora una volta – conclude il primo cittadino settempedano – noi la nostra parte la faremo ricordando, come è stato giustamente fatto dalle autorità regionali, che il Bartolomeo Eustachio è uno dei quattro ospedali essenziali dell’Area Vasta dove ricade il nostro territorio».

 

 

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