di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)
Ninfa Contigiani è la nuova segretaria cittadina dei Democrat. L’hanno eletta questa mattina gli iscritti del circolo di Macerata che hanno partecipato all’assemblea che si è svolta nella sede di via Spalato. Candidatura unitaria con polemiche finali visto che la sinistra non ha gradito la proposta che era stata avanzata da Irene Manzi e dall’area ex Popolari che fa capo a Sciapichetti e a Ricotta.
La maggioranza aveva trovato un accordo con l’area di minoranza che avrebbe indicato il nome del candidato segretario ed è stata avanzata la candidatura della consigliera comunale Ninfa Contigiani: il nome però non ha aggregato tutta la componente ed è uscito fuori un gruppo – una venticinquina di iscritti guidati da Sonia De Gaetano, Renato Pasqualetti, Massimo Lanzavecchia e Alferio Canesin (nomi che solitamente fanno riferimento al consigliere regionale Romano Carancini) – che ha proposto la candidatura dell’ex consigliere comunale Romeo Renis (oggi assente).
Serie di riunioni e di ipotesi di mediazione (Renis segretario e Contigiani presidente) fino alla notte prima dell’assemblea. Infine proposta di passo indietro per entrambe le candidature e terzo nome, ma il tutto si è risolto con una fumata nera e il ritorno in pista di Ninfa Contigiani come candidata unica. La proposta è stata votata per acclamazione dai presenti e la Contigiani è la nuova segretaria del circolo Dem: «La mia – spiega la consigliera comunale – è stata una candidatura di servizio, sono stata disponibile a non fare un passo avanti se ci fossero state candidature ancor più condivise, non essendoci il nome che ha aggregato di più è stato il mio. Il nome di Renis l’ho visto esserci, poi non esserci più e poi esserci di nuovo sui giornali. Ora bisogna ripartire dal fare, lavorare sulle tematiche del lavoro, della sanità e del terzo settore; intercettare le trasformazioni sociali, il mondo è cambiato è cambiato e noi dobbiamo iniziare a comprenderlo per arrivare alla soluzione dei problemi».
Operazione Contigiani subito contestata dal gruppo che avrebbe voluto Renis come segretario e che ha diramato una nota per dire: «Già per il congresso provinciale non si è riusciti a lavorare unitariamente come invece si sarebbe dovuto, e l’esito è un partito spaccato a metà. Purtroppo neanche a Macerata, nonostante l’impegno di molti, ci siamo riusciti. E purtroppo le responsabilità sono chiarissime . Abbiamo sempre chiesto che una candidatura unitaria dovesse uscire da un lavoro comune in incontri congiunti, e finalmente così si era cominciato a fare».
Aggiungono De Gaetano, Canesin, Lanzavecchia e Pasqualetti: «L’ultimo incontro di sabato scorso aveva prodotto una ipotesi di grande equilibrio, proposta da Romano Carancini con la disponibilità dichiarata di Angelo Sciapichetti: Romeo Renis segretario e Ninfa Contigiani presidente. Su questo Romano Carancini ha ricevuto il mandato di verificare la praticabilità, sentendo il commissario Giacinti, con la riserva di Irene Manzi a proprie verifiche, e riconvocandosi comunque per il lunedì successivo con l’obiettivo di concludere unitariamente. Poi però l’incontro di lunedì è stato rinviato a martedì nonostante la nostra contrarietà, e martedì sera – a poche ore dal congresso – è stato comunicato che l’ipotesi unitaria non era praticabile e chiesto di azzerare entrambe le candidature».
Nella nota si sottolinea: «Il gruppo che riproponeva Romeo Renis ha espresso la sua disponibilità al ritiro così come Ninfa Contigiani. Abbiamo chiesto al commissario Giacinti di convocare subito un incontro prima del congresso per verificare a quel punto altre ipotesi unitarie, ma all’incontro si è risposto che, azzerate le due candidature di Renis e Contigiani, la Contigiani si è prepotentemente riproposta. Il Pd, soprattutto in questa fase di ricostruzione e rilancio, dopo un anno di assenza e ammutolito dalle sconfitte in Comune e in Regione, avrebbe avuto bisogno della maggiore unità e apertura possibili. Così non è stato, per insipienze politiche, volontà di rottura, incapacità di tenere insieme perfino l’area di maggioranza su un’ipotesi considerata dai più di grande equilibrio. Una parte del partito ha scelto pervicacemente di fare da sola buttando alle ortiche una soluzione equilibrata che avrebbe unito molto di più. Continueremo comunque a impegnarci per rinnovare il partito, aprire il Pd alla città e ritrovare uno spirito unitario nel vivo dell’azione concreta».
Sono contento. Ti auguro un buon lavoro NINFA.
Anche da Ancona riesce a essere divisivo..... complimenti.
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Nella destra-centro la situazione è paradossale, cioè infinitamente peggiore: vi è solo una parvenza di partecipazione.
Vi è una partecipazione puramente di facciata in quanto (tra commissari, delegati, ispettori, supervisori, ecc.) sono oramai -da MOLTI anni- che le decisioni vengono prese in riunioni ristrette, lontano dai riflettori e dagli elettori.
La partecipazione e la democrazia, quindi sono solo mera apparenza, visto che (quelle rarissime volte che i simpatizzanti sono interpellati) -se- bisogna votare si vota SOLO ed UNICAMENTE per ratificare decisioni già prese altrove..
Ed solo gli ipocriti, i falsi o i conniventi ciarlano di democrazia e partecipazione
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Ma se Sparta non ride non è che Atene non abbia motivo per non piangere.
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Tutto come da copione nel PD, tutto ampiamente previsto.
Talmente scontato che, i bookmakers inglesi, non avrebbero accettato scommesse, visto che i risultati (ancor prima del voto) erano sicuri/quasi certi al 99,9999999%.
Archiviata la fase congressuale (una volta si diceva: “alto momento di democrazia, partecipazione e confronto”, ma -da molti anni- NON è più così) tutto ritorna nel solito (quotidiano) tran tran.
I soliti noti (l’apparato, la nomenclatura, le solite facce) hanno vinto…
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Unico aspetto positivo è che, nel Pd, almeno una minima parvenza di partecipazione esiste ancora.
Una partecipazione “smart”, ridotta, evanescente, intimistica, quasi impalpabile (nulla a che vedere con i congressi DC/PCI di 25/30 anni fa), ma una -pur MINIMA- partecipazione ancora c’è…
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Solo gli ipocriti, i falsi o i conniventi (dentro e fuori il Pd) possono gioire di questa scarsa partecipazione: il partito maggiore della coalizione di centro-sinistra ridotto a fare riunioni che sembrano una rimpatriata scolastica…
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Ecco perché, ad ogni elezione, i votanti sono sempre meno.
Una volta la coalizione (o -ancora prima- i partiti che avrebbero formato l’amministrazione, locale e nazionale) che vinceva si avvicinava molto a quel 50% del corpo elettorale (quindi rappresentava la maggioranza dei votanti).
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Da almeno 20 anni a Macerata sono 2 MINORANZE che si scontrano e, chi vince, DIFFICILMENTE rappresenta più del 25/28% del corpo elettorale.
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L’unica risposta possibile NON è: NON vado a votare perché “questo o quello fanno schifo entrambi” (il che spesso, purtroppo, è vero).
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La risposta DOVREBBE essere: OGGI voto Tizio (che mi fa schifo, ma mi fa MENO schifo di Caio)
DOMANI, se i supporter di Caio, volessero vincere dovranno presentare, giocoforza, un candidato MIGLIORE di Tizio…
E se domani vincesse Caio giocoforza che, la volta successiva, i supporter di Tizio dovranno trovarne uno migliore
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Invece con le sole minoranze che votano il voto è sempre, e sarà sempre, al ribasso:
NON si cercherà di presentare il migliore, ma il “meno peggio” (questo è meno corrotto di quello… quello e meno stupido di questo… questo è meno intrallazzatore di quello…. quello è un tantino più pratico di questo)
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Quindi se la politica è ai minimi livelli è anche colpa di chi NON vota
Due candidature di servizio due ” YES MAN “
Nella foto vedo volti di signori democristiani della prima Repubblica,il nuovo che avanza !!!!!