Lo spirito di Severino da San Severino sul palco del Feronia, i mazzamurelli e i loro immancabili dispetti, la casa degli spiriti e persino l’improvvisa scomparsa di Mama. Per non parlare del castello di Castelraimondo e della scomparsa dei dinosauri e di alcuni rettili, tutti da scoprire nel museo di scienze naturali a Gagliole.
Carla e Iralba all’inizio della nuova tappa
Questi ed altri saranno i misteri in cui Carlo e Iralba si imbatteranno nella decima puntata di “In viaggio con Mama”. E non mancherà neanche un duello di altri tempi. Tutto questo naturalmente avverrà durante il loro viaggio alla scoperta della Marca Maceratese che, ancora una volta, riserverà loro, tante sorprese, compresa una bottega artigiana a dir poco insolita e un buonissimo vino, tutto da gustare.
COS’E’ MAMA – “MaMa” è la Marca Maceratese. È prima di tutto un territorio bellissimo, che va dal Mar Adriatico ai Monti Sibillini, verde e azzurro, giallo dei campi di grano e girasoli, rosso dei borghi che si accende alla luce dei tramonti. Paesaggi incantevoli ricchi d’arte e di storia, gente operosa che coltiva i campi come giardini e crea imprese d’ingegno e inventiva. Ed è la rete di tutti i Comuni della provincia di Macerata, un progetto straordinario che parte dal basso. «Subito dopo il sisma del 2016 – si legge nella presentazione – preoccupati ma non vinti, ci siamo messi insieme, al di là dei colori politici ma con una grande visione politica, e abbiamo firmato un patto per la valorizzazione e la promozione del nostro patrimonio d’arte e di paesaggi. MaMa per noi è un’infrastruttura della ricostruzione. Per tutti è un territorio da scoprire, un viaggio nell’Italia dei Comuni, una comunità da amare».
Sito Internet: https://www.marcamaceratese.info/
Mama su Facebook: https://www.facebook.com/MaMaMarcaMaceratese
Mama su Instagram: https://www.instagram.com/mama_marcamaceratese/
(foto e video di Federico De Marco)
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bravi ragazzi…bellissima iniziativa!!
Come al solito, un servizio degno di nota. Ormai la propaganda si fa pure con i “social”. Io stesso faccio sapere le notizie con i filmati. Non troppo lunghi – massimo 5 minuti – per notizie correnti, ma pure di un’ora se si parla di corna. Argomento che non tratto.
I mazzamurelli potrebbero essere quegli spiriti elementali, ossia spiriti degli elementi (terra, aria, acqua, fuoco). Nel caso riportato possono essere i famosi gnomi. I quali lavorano per i prodotti della terra. Fino al XVIII secolo si materializzavano spesso ai contadini mentre lavoravano i campi. Ricordo, da bambino, quando facevo le elemntari nell scuola del Crocefisso, che uno del luogo impazzì… Urlava che vedeva “li diavulitti” alti un palmo che gli venivano addosso fa “jò Chienti” e che si arrampicavano peerfino sugli alberi. Lo portarono a manicomi, dove rimase e morì. Se invece del solito psichiatra materialista, avesse incontrato lo psicoterapeura Roberto Assagioli, avrebbe da lui saputo che non erano “diavoletti” quelli che aveva visto, ma solo degli gnomi. Adesso questi spiriti elementali hanno rotto i contatti con noi, in quanto stanno veramente incazzati con l’umanità che sta distruggendo la natura con i pesticidi e i fertilizzanti chimici. Questi emettono odori e sostanze eteriche innaturali per gli gnomi, ma pure per le “ondine”, spiriti delle acque. Io ebbi contatti con gli gnomi soprattutto nel biennio 1992-1994, quando studiavo i materiali Rosacroce, fornitimi inizialmente da un Maestro Venerabile maceratese, defuinto, che non dimentico. All’epoca non fumavo più, non bevevo alcol, non mangiavo carne di esseri viventi ed ero pulito eticamente. Per cui, dopo un breve momento di blocco mentale in tempo presente, nel senso che fermavo la mente nel “qui ed ora”, gli gnomi si rivelavano, soprattutto con “schiocci” di energia elettrica. Un rumore cento volte più forte di quando prendi la scossa con la carrozzeria dell’auto. La selva dei Bandini dell’Abbazia di Fiastra era un luogo dove questi incontri si manifestavano spesso con le ignare persone che la praticavano. Avevano l’impressione che qualcuno “invisibile” camminasse, spezzandoli, sugli stecchi caduti dagli alberi. E fuggivano spaventate, temendo brutti incontri. Adesso, con il turismo di massa, gli gnomi evitano di rivelarsi: facciamo loro tanto schifo…