Matteo Marchegiani, segretario generale Arcigay Comunitas
di Alberto Bignami
«Eravamo seduti fuori, davanti alla nostra sede, quando dall’alto è stata lanciata una bottiglia grande di birra che si è spaccata in mille pezzi. Siamo stati fortunati che nessuno sia stato colpito».
A denunciare l’episodio accaduto nella serata di ieri intorno alle 22:30, in Largo Staffette Partigiane, al Piano, è il Segretario Generale di Arcigay Comunitas Ancona, Matteo Marchegiani.
«Durante un nostro incontro tra soci e socie – spiega -, un gruppo di ragazzi di giovane età ha scagliato una bottiglia di birra contro alcuni di noi posizionati all’esterno della sede. Il lancio – prosegue – è avvenuto dall’alto frantumando la bottiglia e disperdendone le schegge. Fortunatamente né la bottiglia né le schegge hanno colpito i presenti».
Immediatamente «abbiamo guardato verso l’alto, dove vi è un piccolo parco e siamo andati subito a vedere non trovando inizialmente nessuno. Poco più tardi, abbiamo notato almeno 4 ragazzetti forse 17enni o poco più grandi, che si sono affacciati probabilmente per vedere se avevano colpito qualcuno. A quel punto – prosegue – siamo ritornati nel parchetto ma non c’era più nessuno. Probabilmente erano scappati dopo aver capito che li avevamo visti».
Alcune delle schegge di bottiglia rimaste a terra
Che la bottiglia sia caduta per sbaglio «non è possibile – aggiunge – dato che per arrivare a noi ha dovuto fare la classica parabola del lancio. La nostra speranza – spiega – è che il gesto criminale sia stato “semplicemente” una bravata incosciente e che non sia legato a motivazioni omolesbobitransfobiche. Certo è che atti come questi sono da condannare fermamente e sicuramente non ci faremo intimidire».
Marchegiani aggiunge poi che «per questa volta non presenteremo denuncia presso le autorità ma – sottolinea – nel caso si ripresentino situazione analoghe provvederemo certamente nei termini di legge».
Il lancio della bottiglia «non è stato accompagnato da urla o grida omolesbobitransfobiche – ricorda – e ciò ci fa pensare che si tratti di un atto vandalico puro. Ieri – prosegue – c’era il nostro gruppetto formato da circa 20 persone ma domani – fa notare – essendoci un parco giochi potrebbero starci dei bambini, anziani e altre persone. La bottiglia non ha preso nessuno e ovviamente il lancio ha colto tutti impreparati. Immaginiamo però le conseguenze che ci sarebbero potute essere se qualche scheggia avesse ferito uno di noi o se la bottiglia, da quell’altezza, avesse preso la testa di qualcuno».
Poche settimane fa, un episodio simile era accaduto nella spiaggia del Passetto quando all’altezza delle ultime grotte, superata la Seggiola del Papa e procedendo in direzione del porto, nel tardo pomeriggio piombarono alcune bottiglie dall’alto, lanciate da qualcuno che si trovava nel piccolo parco di via Panoramica mentre in spiaggia vi erano ancora i bagnanti.
Largo Staffette Partigiane e a terra alcuni frammenti di vetro
Largo Staffette Partigiane e a terra alcuni frammenti di vetro
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La reputo una interpretazione alquanto bizzarra. Sembra quasi che se qualcuno lancia una bottiglia o altro oggetto contundente contro altre persone stando in silenzio non è colpevole e non è passibile di denuncia, mentre se durante il lancio urla o grida qualcosa, a seconda di cosa dice è più o meno colpevole. Chi avrà poi il compito di decidere se quello che uno o più persone urlano è un grido di colpevolezza o meno. Io credo che più di quello che uno urla è il gesto in se che conta.
Per me la “tentata strage” di Largo staffette partigiane,è stato anche un affronto alla “resistenza” meno male che non ci sono state urla omolesbobitransobiche…