Sede del Pd: parlano i muri
Luca Ceriscioli è sparito,
Carancini non c’è mai stato

MACERATA - Foto e manifesti sulle pareti raccontano la storia passata e recente del partito, con qualche omissione

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Le pareti della sede Pd Macerata

 

di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)

C’è qualcosa di nuovo nella sede maceratese del Pd, anzi d’antico. Si entra nella sede del circolo Dem di via Spalato e noti intanto che il buco sul vetro della porta di ingresso, opera dello sparo firmato Luca Traini, non c’è più. Tolta e sostituita la vetrata danneggiata, affidata all’estro creativo dell’artista Stefano Calisti per realizzare un’opera. Entri e la scena è più o meno simile a qualche anno fa, anche se il partito è cambiato con l’ingresso del segretario Enrico Letta.

PD_ViaSpalato_FF-2-325x217 Prima stanza, a sinistra resiste un manifesto della segreteria di Walter Veltroni con lo slogan che dice che non c’è bisogno di un nuovo governo ma di una nuova Italia. Qualcosa di simile a quello che ha detto di recente Letta. Si prosegue ed a fianco campeggia un’immagine di don Sturzo, quasi a ribadire la linea storica del circolo maceratese. Sullo sfondo della prima sala, se la memoria non inganna, è invece sparito un manifesto elettorale dell’ex governatore Luca Ceriscioli. Seconda ed ultima sala, tavolo per le conferenze e alcune decine di sedie per i frequentatori pronti all’ascolto e alla visione. L’occhio gira per la stanza, gira che ti rigira lo sguardo finisce sui muri che raccontano un po’ di storia recente del centrosinistra maceratese. C’è, incorniciato, il depliant elettorale con le foto del candidato sindaco Antonio Quagliani e dei candidati consiglieri comunali. Anno di (dis)grazia 1997, disgrazia nel senso politico del termine visto che le elezioni decretarono la vittoria del centrodestra di Anna Menghi. Poi ci sono altri due manifesti simili che raccontano il Meschini 1 e il Meschini 2, entrambi vincenti.

PD_ViaSpalato_FF-7-325x217 Si arriva all’immancabile poster che riproduce il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo e si chiude con un manifesto della Festa Democratica. A pensar male (o bene) si fa peccato, ma nel Pd anche i muri parlano. Nella sede del Pd maceratese non c’è in effetti traccia dei dieci anni da sindaco di Romano Carancini, non una foto, non un manifesto, nulla. Il segnale è chiaro, anche passato al vaglio degli anni e dei vari direttivi visto che quei poster sono affissi da tanto tempo. Come dire che si possono fare tutti gli annunci che si vogliono ma, alla fine, i muri parlano e raccontano che c’è qualcosa di nuovo nel Pd maceratese, anzi di antico. Talmente antico che nei giorni scorsi l’ex sindaco Romano Carancini, ora unico consigliere regionale dem eletto in provincia di Macerata, è sceso in campo per bollare la proposta della segreteria anconetana di confermare Giovanni Gostoli alla segreteria regionale del Pd. Proprio quel Gostoli che si era opposto a quanti, nel Pd del capoluogo, non volevano inserire Carancini nella lista per le elezioni regionali. In quel capoluogo, Macerata, dove il segretario dem Stefano Di Pietro – da sempre profondamente critico dell’operato dell’amministrazione Carancini – si è dimesso all’indomani della sconfitta elettorale per dare spazio a un comitato dei garanti ora contestato da chi (Renato Pasqualetti, tra gli altri) vuole il congresso subito per dare voce agli iscritti. Dunque il Pd maceratese attende un (nuovo) segretario.

 

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La foto di Alcide De Gasperi

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Don Luigi Sturzo

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