Alunni in dad e docenti in classe:
«Vogliamo lavorare da casa,
risparmieremmo anche soldi pubblici»

LA LETTERA di un insegnante del liceo Leopardi di Recanati: «Si conterrebbero i consumi per illuminare le aule, accendere le Lim, i computer, le stampanti e si potrebbe eliminare la sanificazione, che avviene ogni ora, per le postazioni dalle quali vengono effettuate le lezioni»

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Liceo Leopardi Recanati- classico

Liceo Classico Leopardi Recanati

 

Gli insegnanti del Liceo Leopardi di Recanati si uniscono a quelli dell’Iis Mattei che nei giorni scorsi avevano sottolineato come la decisione della riapertura dei laboratori all’insegnamento in presenza fosse discutibile, così come il fatto che i docenti debbano recarsi nelle strutture per fare lezione, comunque, a distanza. 

La sospensione temporanea delle attività didattiche in presenza in tutti gli istituti scolastici mette tutti in difficoltà.
«Gli studenti – scrive un insegnante che preferisce rimanere anonimo –  compresi quelli con migliori risultati di profitto, hanno fortemente risentito della mancanza dell’essenziale relazione “de visu” con i docenti e i risultati riguardanti l’apprendimento sono difficilmente interpretabili.
I docenti devono effettuare la Dad a scuola nelle dequalificante situazione delle classi praticamente vuote: si contano nel palmo d’una mano gli studenti che partecipano e irregolarmente in presenza. Ciò mentre si chiede di implementare la disciplina di Educazione civica per far sviluppare nei discenti le competenze di cittadinanza attiva e sviluppo sostenibile».

Il cortile del liceo classico Leopardi

Il cortile del liceo classico Leopardi

L’insegnante chiede di poter fare lezione da casa, come quasi tutti i docenti d’Italia: «Si spostano consumando carburante, emettendo inquinanti e gas climalteranti. Inoltre si conterrebbero i consumi energetici per illuminare le aule scolastiche, accendere le Lim, i computer, le stampanti, eliminare la sanificazione, che avviene ogni ora, per le postazioni dalle quali vengono effettuate le lezioni, e quant’altro.
Pur consapevoli dei ridottissimi rischi di contagio in assenza degli studenti, si ritiene una forma di incomprensibile differenziazione quella di impedire di svolgere l’insegnamento da casa rispetto ad altri telelavoratori. Si è perfino addotto, per far venire i docenti nella scuola senza studenti, che sono stati spesi soldi per la strumentazione per la Dad: ma questa andava comunque acquistata appunto nel caso la si dovesse fare per coloro fossero in quarantena o, più probabilmente, per l’insegnamento al 50%, come infatti sembra essere la soluzione migliore per diluire i rischi di contagio».

(redazione Cm)

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