Il progetto del 2005 con il prolungamento del braccio a est e la nuova darsena a nord
di Laura Boccanera
Messa in sicurezza del porto, al via la costituzione di un tavolo di lavoro fra tutti gli operatori per trovare finanziamenti. Dopo il decisivo avvio dato dall’incontro in Capitaneria e voluto dall’Ammiraglio Enrico Moretti qualcosa si muove. Sono state settimane intense queste ultime per provare a muovere un passo verso la reale possibilità di intercettare finanziamenti necessari a tradurre in opere le parole che dal 2005 sono solo sulla carta.
Gianni Santori Il Madiere
Ovvero la messa in sicurezza del porto di Civitanova che significa essenzialmente il prolungamento del braccio del molo est e la nuova darsena (o in alternativa una parte di essa) capace di fermare le mareggiate da nord. Questa mattina Gianni Santori, presidente de Il Madiere, l’associazione che riunisce tutte le associazioni del diporto dei moletti dell’area portuale ha reso noti i contenuti di quelle assemblee che si dovranno concretizzare da qui a due settimane nella formalizzazione di un tavolo di lavoro che avrà l’onere di tracciare la rotta verso la strada da percorrere. L’attenzione sul futuro della darsena era tornato alla ribalta con l’arrivo della Alalya l’imbarcazione di lusso che aveva fatto immaginare oltre misura scenari di turismo d’elite capace di trasformare Civitanova in Saint Tropez. «Ma quella discussione era iniziata male – commenta Santori – perché le prime ipotesi impattavano sul diporto, solo in seguito si è incanalata nella giusta direzione. È un’ operazione che riguarda la cantieristica per barche da 50 metri è quindi un’operazione industriale che col turismo ha poco a che fare».
Su questo si è trovata la quadra e difatti nel porto sono stati ricavati spazi per 5 imbarcazioni di fascia alta che potranno effettuare le manutenzioni nei cantieri civitanovesi. Ma il tema a cuore ai diportisti è la messa in sicurezza dalle mareggiate che di anno in anno spesso hanno distrutto moletti e affondato imbarcazioni. «La strada più breve è cercare fondi per un progetto già approvato – continua Santori – attualmente il piano regolatore attuale approvato nel 2005 è ancora al palo. Prevede la nuova darsena a nord (con fondi però privati) e il prolungamento del braccio del molo est. Questo è il cuore del problema perché bisogna trovare i soldi. Da quello che sappiamo il prolungamento del braccio costerà 12 milioni di euro, la scogliera di riparo 2 milioni di euro. Questo aspetto è importante perché se i finanziamenti non basteranno si pensa intanto di prolungare il braccio che metta al riparo da mareggiate da est, ma rimane scoperto il collo a nord. Se si fa un’opera incompleta rischiamo addirittura il peggioramento della situazione». L’associazione con i suoi delegati ieri ha incontrato il presidente della Regione Francesco Acquaroli ed i tecnici regionali. Al momento nel bilancio non è previsto un finanziamento simile, ma Acquaroli non ha escluso di fare ricorso a risorse straordinarie e cercare i fondi per l’opera. Essenziale a tal riguardo è proprio il gruppo di lavoro che dovrà verificare la fattibilità del progetto. Del tavolo fanno parte Regione, Comune, associazioni e Capitaneria di porto. «Speriamo di arrivare a qualcosa di concreto – conclude Santori, non vogliamo generici progetti di rilancio, l’unico fatto concreto al momento è l’aspetto della cantieristica e vigileremo affinché non ci si distragga attorno ad altre fantasie, ma si vada avanti concretamente».
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Messa in sicurezza del porto,
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