Anniversario della fondazione dell’Anpi di Civitanova. «Vogliamo ritrovare i fondatori». Era l’11 dicembre di 76 anni fa e a Civitanova nasceva l’Anpi, sezione locale. Ricomincia dalla ricostruzione storica e da un nuovo presidente il nuovo corso dell’associazione antifascista di Civitanova.
Dopo la morte della compianta presidentessa Annita Pantanetti, a guidare le iniziative e le proposte dell’associazione sarà il figlio, Claudio Gaetani, attore e docente. Un’eredità personale e collettiva quella che Gaetani, votato all’unanimità, ora porta con sé. E per ripartire si progettano eventi (il 14 in streaming con Moni Ovadia in collaborazione con Civitasvolta), ma si riparte anche dalla ricerca storica. «Per noi oggi è un anniversario e una festa – ha detto Claudio Gaetani – mia madre era capace di conciliare tutte le personalità presenti all’interno dell’Anpi. Che non è partito di destra o di sinistra, ma una raccolta di diverse anime che si ritrovano nei valori fondanti, nella costituzione e nell’antifascismo. E’ un organo culturale che si impegna a trasmettere alle future generazioni queste priorità. Vorremmo che Anpi fosse un’associazione dialogante e universale». E il passato è sicuramente una componente fondante dell’associazione e così per ricostruire questi pezzi di storia partigiana locale Amedeo Regini ha ritrovato nell’archivio storico di Macerata l’atto costitutivo dell’Anpi, “sezione di Porto Civitanova”. Del comitato direttivo facevano parte Ruggero Antonio, raggruppamento Gap Fra Diavolo, Pietro Mecozzi, raggruppamento Gap Cascinare, Orlando Marchetti, Mario Ribichini e Brenno Gnocchini. «Del gruppo fondativo ci sono circa 50 nomi. Vorremmo riallacciare rapporti con i parenti di questi partigiani, conoscerne e tramandarne le storie – ha aggiunto Regini – di alcuni, come di Mecozzi sappiamo già molto, ma degli altri non vorremmo che venisse disperso il ricordo e le azioni». C’è ad esempio la storia di Pietro Mecozzi, il figlio Alessandro è riuscito a ricostruire molto di quegli anni, il padre era un sommergibilista e portava gli alleati sotto la linea del fronte ad Ortona e fu poi nominato comandante della civil police, una polizia locale con competenze di controllo del territorio. O chi come Orlando Marchetti l’11 dicembre scese a Civitanova per essere presente alla costituzione della sezione e poi morì nello stesso anno a Camerlona di Ravenna. «Diffondiamo questa lista nella speranza che chi è erede di questi nomi abbia la voglia di mettersi in contatto con noi». A quella giornata storica parteciparono anche Alfredo Mezzanotte, Umberto Macellari, Walter Paparini, Virgilio Santini, Arduino Cascetti, Ernesto Fortuna, Girio Mancia, Giuseppe Carlocchia, Marino Raccosta, Guido Mari, Tito Pistagnesi, Emanuele Trerè, Silvano Cognigni, Franco Miraglia, Umberto e Vittorio Saccutelli, Ottavio Fornari, Gino Ripa, Furio Borraccetti, Giovanni e Natale Mecozzi, Otello Vallesi, Giovanni Gnocchini, Giacomo Mandolesi, Giovanni Bigoni, Oliviero Giulietti, Silvestro Micucci, Edoardo Rosati.
Una tradizione di famiglia portata avanti. La Mamma sarebbe stata fiera. Buon inizio.
Il nonno materno sarebbe stato fiero!
Sicuramente un degno successore.
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Buon lavoro.
Una gran bella scelta che “sollecita” sia la mente che il cuore. Auguri sinceri di buon lavoro a Claudio ed al nuovo Consiglio Direttivo.
Augusto Pantanetti, Mario Pianesi, Florindo Pirani, Enzo Berardi, Fedro Buscalferri, Lucio Monachesi: sono uomini delle Bande Nicolò che ho conosciuto, che mi hanno formato, che non posso dimenticare. Il libro scritto dal Comandante Pantanetti il cui testo era molto più lungo, ma che non fu pubblicato per intero forse per una questione di costi e che spero sia stato salvato, è negli scaffali dei miei libri e spesso ci butto uno sguardo per ricordare queste care persone, che giovanissimi come il diciassettenne Lucio Monachesi andarono in montagna e realmente combatterono e in molti morirono… Voglio ricordare Annita, che ricordo da giovane, e il mio concittadino Roberto Gaetani, avvocato, suo marito, e il loro figlio Claudio, da piccolino, che il papà chiamava “Chicco”, mentre gli illustrava i quadri che l’avvocato Gaetani dipingeva.
Credo di essere stato fortunato a vivere e ad avere conosciuto quegli uomini che si assunsero, giovani e giovanissimi, la responsabilità di dare un ordine democratico che non conoscevano, ma che sognavano.
Mentre il diciassettenne Lucio Monachesi andava in montagna e il comandante di una banda operante sopra Sarnano, Decio Filipponi, si faceva impiccare per salvare la vita ad ostaggi dei Tedeschi, mio cugino, il diciassettenne Alessandro Alessandroni, disinteressato da sempre alle liturgie del Regime, si arruolò nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana per l’onore della Patria quando vide il Re e Badoglio abbandonare il popolo italiano e scappare a sud. Rimase a comandare una piccola guarnigione in un paesino di montagna nel Veronese e non sparò mai un colpo contro i partigiani. Come sottotenente rischiò poi la fucilazione da parte dei partigiani comunisti e fu liberato dagli Americani, fatti intervenire dal locale comandante del CLN Egidio Ariosto, divenuto poi parlamentare del PSDI.
Si stanno preparando tempi molto duri per i nostri figli e nipoti… Certi ideali di Patria e di Lotta per la Democrazia, che sono dati stabili per la convivenza civile, dovrebbero ritornare ad essere riconsiderati dalle giovani generazioni, onde evitare le derive pericolose che in passato portarono sofferenze e lutti.
E quale sarebbe la lotta da fare per i giovani virgulti che devono salvare Democrazia e onor di Patria? Quella che proclami tu celebrando il tuo Salvini che ti onori di votare e fondatore del suo partito (Lega/Salvini) oramai largamente riconosciuto come movimento di estrema destra? Nel tuo commento mischi diavolo e acqua santa. Ma come fai?
Ottima notizia, che può far superare protagonismi, antagonismi ed incomprensioni limitanti e che sembra aver impedito possibili,malcelate e latenti derive di promozioni personali. Promettente la sua dichiarazione di voler adeguare l’azione dell’Anpi ai tempi cambiati, relazionandosi di più con tutta la realtà del territorio.
Ma come fai?