Non hanno visto l’alba e sono già al tramonto gli ospedali unici delle Marche. La nuova giunta regionale ha deciso di dare lo stop a questo genere di strutture con la disattivazione del piano per gli ospedali unici. L’assessore al Bilancio Guido Castelli sottolinea: «Il no agli ospedali unici nelle Marche è stata una scelta condivisa da tutta la giunta presieduta dal presidente Francesco Acquaroli che la scorsa settimana ha avviato l’iter per l’approvazione del nuovo piano sociosanitario. Lo stop ai project financing ha rappresentato una decisione ponderata e maturata dopo un costante e approfondito confronto con i territori. La strategia prevede un’accurata analisi dei fabbisogni e una necessaria rivisitazione della scelte sulla rete ospedaliera operate dalla precedente giunta, con la massima attenzione a non sguarnire i territori, ma anzi con la ferma volontà di potenziare i servizi. In particolare per quanto riguarda la provincia di Ascoli verranno mantenuti i due presidi di Ascoli e San Benedetto valorizzando – con un approccio strategico – quei percorsi di integrazione in grado di migliorare le attività delle due strutture. Lavoreremo inoltre per dare a quella che è una area vasta di confine, gli strumenti necessari in termini di risorse e personale per lavorare al meglio superando quella condizione di marginalità in cui ha versato per troppo tempo».
Acquaroli fa il punto a Camerino: «Sì a nuovi ospedali, no a quello unico»
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FINALMENTE…!!!
Il cambio della giunta regionale è servito ad invertire una politica sanitaria errata per diversi aspetti:
Non è concepibile che i principali ospedali diffusi sul territorio come CIVITANOVA MARCHE, che per la sua posizione strategica infrastrutturale ed aumento della popolazione estiva, COVID permettendo, fossero declassati obbligando la maggior parte degli utenti costieri della provincia a raggiungere l’interno…
Ma parlo anche di SAN SEVERINO MARCHE e CAMERINO sopratutto a sostegno della popolazione terremotata.
Ma ci sono altri indirizzi importanti da modificare:
Coesistenza e concorrenza leale della sanità privata con quella pubblica e non favoritismo politico come avvenuto per rendere un servizio migliore agli utenti.
L’occupazione politica e non meritocratica della sanità regionale da parte dei sinistrati, dato il peso preponderante anche a livello di bilancio, circa l’80%, è anch’essa deleteria riguardo sia ad un servizio ottimale per gli utenti ma anche per la maggioranza del personale che lavora con impegno e professionalità senza abbassarsi a sudditanze politiche.
Decisione assolutamente condivisibile.
Ottima scelta che deve essere seguita dal potenziamento degli ospedali locali, penso a quelli di Camerino e San Severino, magari evitando reparti doppi e favorendo le specializzazioni a fianco di quelli fondamentali di emergenza-urgenza e diagnostica per immagini. Poi sarebbe opportuno pensare a poliambulatori diffusi sul territorio per dispensare servizi specialistici in day ospital.
Ancona e Fermo ringraziano.
Per la qualunque saremo dirottati lì.
100 ospedali che non ne fanno 1, modello marchigiano che il mondo studierà, per portarlo ad esempio di come non gestire la sanità.
Finalmente il commento del medico, dottor Perri, con poche parole porta chiarezza. Come dice il Sindaco Parcaroli l’ospedale di Macerata non deve essere unico, ma deve mantenere il carattere di raccordo provinciale dove si possano trovare strumenti e personale di buon livello. La stessa cosa non è possibile con tanti piccoli ospedali dove si perderebbero risorse: se avete una patologia importante preferite andare in un piccolo ospedale o una struttura più grande? L’ospedale di Civitanova potrebbe essere sfruttato meglio se fosse utilizzato dai suoi abitanti? Perché?
Se fanno questi ospedali unici, alla fine, qui nell’entroterra, andremo a curarci dai veterinai.