di Andrea Cesca (foto di Fabio Falcioni)
Un Matelica double-face pareggia con il fanalino di coda Arezzo. Avanti di due gol al termine del primo tempo la squadra di Gianluca Colavitto si fa rimontare in apertura di ripresa. Termina sul 2 a 2 la partita dell’Helvia Recina con le reti di Volpicelli e Cason per i padroni di casa, di Bortoletti e Cutolo per gli ospiti. Va detto che l’Arezzo, per quanto si è visto in campo, non merita l’ultima posizione di classifica. Sulle gambe dei giocatori ha pesato la terza partita in sette giorni, il Matelica ha dovuto fare a meno dell’acciaccato Leonetti, Moretti non al meglio è andato in panchina.
Per la prima volta nel corso dell’attuale campionato è consentito l’ingresso dei tifosi allo stadio Helvia Recina, ma solo quelli di fede biancorossa; per evitare spostamenti in massa di tifoserie delle squadre ospitate e ridurre il rischio di contagi, la vendita è stata aperta ai soli residenti della regione Marche. Il numero massimo di spettatori previsti per l’evento è di 450. Il Matelica vuole cancellare al più presto la débacle di Mantova nel turno infrasettimanale. La pesante sconfitta (2 a 5) maturata allo stadio Martelli “è stata già resettata” ha riferito il diesse Francesco Micciola alla vigilia del match. L’arbitro designato a dirigere l’incontro, Giuseppe Collu, ha un solo precedente con il Matelica, in Coppa Italia in trasferta con la Pro Patria (sconfitta per 1 a 0). L’Arezzo ha incrociato due volte il fischietto sardo: vittoria con la Giana Erminio e pareggio con la Pianese. L’Arezzo è ultimo in classifica con un punto dopo sei giornate di campionato (nelle ultime tre partite gli amaranto hanno incassato 12 gol) e i tifosi sono sul piede di guerra. La società dopo la partita con il Carpi ha esonerato l’allenatore Alessandro Potenza per provare ad invertire la rotta, ma l’esordio in panchina di Andrea Camplone è coinciso con la sconfitta per 5 a 0 in casa con il Padova.
Nelle file dei toscani milita Alessio Cerci, ex fra le altre di Torino e Atletico Madrid; non sono disponibili per la trasferta di Macerata Picchi ed il croato Males, tornano a disposizione del tecnico Luciani e Bonaccorsi. Tra i titolari c’è anche l’ultimo arrivato, il difensore Cherubin. Un solo cancello aperto per l’accesso del pubblico allo stadio crea qualche problema all’ingresso in tribuna; la coda che si crea, viste le misure anti assembramento, genera malumore. Tante le novità negli schieramenti titolari: Gianluca Colavitto cambia quattro uomini nell’undici iniziale rispetto alla trasferta di Mantova (Masini, Calcagni, Rossetti e Franchi prendono il posto di Fracassini, Balestrero, Moretti e Leonetti) Camplone vara un nuovo assetto tattico con cinque nuovi interpreti.
Volpicelli scalda subito i guanti di Tarolli, al secondo tentativo il numero 7 biancorosso fa centro: Franchi taglia in diagonale il campo, l’esterno d’attacco arrivato sulla trequarti serve Volpicelli che fa qualche metro palla al piede, il sinistro piazzato sul palo più lontano è letale per l’Arezzo, 1 a 0. L’Arezzo tiene bene il campo, la replica è affidata ad un calcio di punizione di Cutolo, forte ma centrale, Cardinali mostra i pugni. Il Matelica va vicinissimo al raddoppio al 23’ con il solito Volpicelli, il tiro di destro colpisce il palo al termine di un’azione personale, la ribattuta di Bordo viene deviata in calcio d’angolo. Sul tiro dalla bandierina calciato da Pizzutelli è vincente la deviazione sotto misura di testa di Cason, 2 a 0.
In apertura di ripresa Volpicelli controlla bene il pallone in area ma alza troppo la mira. Sul capovolgimento di fronte l’Arezzo accorcia le distanze con un colpo di tacco di Bortoletti su tiro-cross di Cutolo, 2 a 1. Sulle ali dell’entusiasmo l’Arezzo agguanta il pareggio: l’arbitro decreta il calcio di rigore in favore degli amaranto per un tocco di mano di De Santis su Pesenti, sul dischetto degli undici metri Cutolo è implacabile, 2 a 2. Il Matelica si riaffaccia in avanti con Rossetti, la conclusione viene respinta da Tarolli. L’Arezzo una volta raggiunto il pareggio dosa le forze, ma con Di Nardo chiama alla parata Cardinali nelle battute conclusive.
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