I consiglieri di opposizione di Corridonia
«La maggioranza preferisce non dar spazio alla trasparenza, dialogando il meno possibile, dribblando le domande e le questioni scomode, pensando che un esecuzione politica fondata su labili presupposti di diritto si possa compiere in una ventina di minuti. Loro hanno il potere e decidono di esercitarlo con la massima discrezionalità ed arroganza. Ma spesso la fretta gioca brutti scherzi». Così i tre gruppi di opposizione Corridonia Domani, Corridonia Futura e Per cambiare Corridonia. L’argomento è quello che ormai tiene banco da settimane in città: la sfiducia votata dalla maggioranza all’ex sindaco Nelia Calvigioni come presidente del Consiglio. Una mozione presentata dal primo cittadino Paolo Cartechini che ha infiammato il clima politico. «La sfiducia alla Calvigioni – continuano le opposizioni – votata lo scorso 9 settembre passata per un solo voto di scarto, perché ricordiamo che ad oggi 8 sono i consiglieri di minoranza e 8 sono i consiglieri di maggioranza più il sindaco per un totale di 8 a 9, sta infiammando le nostre cronache da mesi e le fiamme, siamo certi, continueranno ancora a lungo su questa vicenda. Negli ultimi giorni i social sono esplosi, coinvolgendo anche gli attori principali di questa vicenda, con toni spesso poco opportuni per degli amministratori ed a farne le spese di tutto alla fine saranno solo i cittadini. Ma questa crediamo sia solo una conseguenza della mancata e opportuna discussione dell’argomento nelle sedi opportune, ossia il Consiglio Comunale. Infatti le regole dettate dalla maggioranza con il nuovo regolamento, di cui uno dei principali fautori è proprio il consigliere Pd Riccardo Vecchi, fresco di nomina da presidente, non permettono una discussione democratica, a causa de tempi ristrettissimi, ed allora meglio e più semplice rivendicarsi nei social. Abbiamo chiesto alla maggioranza per questo consiglio la possibilità di raddoppiare i tempi di discussione al fine di dare modo a ciascuno di esporre le proprie doglianze, ma anche e soprattutto per dar modo ai cittadini di ascoltare per intero e di capire fino in fondo i ben 19 punti di accusa della maggioranza e le repliche della Calvigioni, ma come al solito la risposta è stata un secco no». Dalla forma alla sostanza, perché secondo le opposizioni potrebbe esserci stato un passaggio non regolare in quel consiglio del 9 settembre. «Il pasticcio che hanno combinato nel primo tentativo di revoca scegliendo uno strumento informatico non adatto a tal fine – sottolineano le minoranze – ci sembra di rilevarlo anche ora con la revoca votata lo scorso consiglio senza richiesta di eseguibilità immediata. Il punto in diritto ora è: può un atto di revoca di cui non è stata votata l’immediata eseguibilità essere immediatamente eseguibile? Perché se così non fosse la successiva nomina del nuovo presidente del Consiglio (di cui è stata invece votata l’immediata eseguibilità) sarebbe discutibile. Capiamo che il partito abbia impartito precisi ordini e che tali direttive dovevano essere eseguite prima delle elezioni regionali per mettere in evidenza i rapporti di forza, ma revocare un presidente del consiglio perché non è super partes non è una cosa da tutti i giorni, come non lo è stata la revoca dei revisori e per questo andrebbe argomentata e motivata in modo certosino. Ma nel nostro comune purtroppo lo straordinario sembra aver preso il posto dell’ordinario e viceversa. Siamo rammaricati e seriamente preoccupati perché da un punto di vista economico tali comportamenti possono esporre l’ente a costi legali evitabili e poi perché il tempo perso a battibeccare – concludono – poteva e secondo noi doveva essere speso per problematiche importanti come ad esempio la programmazione della riapertura delle scuole alle prese con l’emergenza Covid-19, la questione discarica, la progettazione delle nuove scuole».
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La vendetta è un piatto che si consuma freddo. Ancora qualche giorno, poi la Maggioranza comincerà a vedere i sorci verdi: discarica, scuole, panini con porchetta.