L’ospedale di Macerata è covid free da circa una settimana, da quando anche l’ultimo ricoverato del reparto di Malattie infettive è stato dimesso. Il primario, Alessandro Chiodera: «Vediamo che continuano ad esserci nuove infezioni ma i ricoveri sono pochissimi. A marzo avevamo avuto tanti anziani, ora si infettano i giovani ma di persone con i sintomi ce ne sono poche». Difficile dire il perché, spiega ancora il primario: «Forse può dipendere proprio dall’età di chi viene contagiato. Di certo il virus non è cambiato». Chiodera ha diretto il reparto che è stato posto nella ex palazzina di Malattie infettive di Macerata (che nella prima fase è stato gestito soprattutto dalla Pneumologia di Macerata), e che è arrivato ad avere fino a 20-25 pazienti ricoverati. Poi piano piano il numero dei pazienti è sceso sempre di più. Sono cambiati anche i pazienti «parliamo di persone che sono state trovate con polmonite e che nel giro di un paio di giorni stavano bene» dice Chiodera.
Niente a che vedere con quello che accadeva a marzo con persone che spesso finivano ricoverate in terapia intensiva. Al momento nelle Marche sono undici le persone ricoverate, nessuna in terapia intensiva. Il reparto nella ex palazzina di Malattie infettive è chiuso al momento «ma siamo pronti a riaprire in caso dovessero essere necessari altri ricoveri» spiega Chiodera. Il primario sul rischio di una possibile ripresa del Covid verso l’autunno, spiega che «anche in quel caso il problema saranno gli anziani, non i giovani. Lo stiamo vedendo in questi giorni che i giovani non vengono ricoverati». Nel corso di questi mesi si è compreso che tipo di cura si può usare per chi contrae il Coronavirus? «Abbiamo capito che i due cardini sono prevenire precocemente le trombosi (che sono spesso state la causa della morte dei contagiati, ndr) e appena il paziente inizia a respirare male bisogna metterlo sotto ossigeno. Poi per i casi più gravi si interviene anche con il cortisone».
(Redazione Cm)
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