«Senza 5g rischiamo l’isolamento
No alle chiusure ideologiche»

L'INTERVENTO di Ninfa Contigiani, consigliera comunale del Pd di Macerata, sulle potenzialità della nuova tecnologia: «Stare solo sulla difensiva non è dimostrazione di prudenza»

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Ninfa Contigiani, consigliera comunale di Macerata in quota Pd, interviene sul dibattito intorno alla nuova tecnologia 5g. Per la consigliera «la prima responsabilità di chi governa e di chi amministra è di approfondire e valutare considerando l’elemento della salute pubblica come prioritario, ma questo non può significare un atteggiamento di chiusura che sembra non apprezzare minimamente le enormi potenzialità di una innovazione tecnologica che come sempre nella storia, nell’essere resa a disposizione di tutti, va a maggiore utilità proprio dei cittadini che non potrebbero mai avvalersi in proprio dei benefici conseguenti». Di seguito l’intervento di Contigiani. 

«L’atteggiamento che si sta diffondendo di totale chiusura all’infrastruttura tecnologica del momento mi avrebbe stupito forse meno se, proprio in questi giorni passati, non avessimo evitato il totale isolamento dai nostri cari (dai malati ancor di più), ogni attività e dal resto mondo in genere solo grazie alla tecnologia.
“Prima di tutto la salute”, ma la salute abbiamo oramai imparato non è solo fisica, ma anche mentale e legata alla qualità del contesto sociale e di vita. Certamente in questo Tempo-Covid dovremmo aver riacquistato consapevolezza del motto popolare (e forse dell’art. 32 della Costituzione, chissà) tuttavia, leggo con un certo sgomento la semplificazione di questa o quella presa di posizione rispetto alla tecnologia 5G (sugli atti amministrativi veri e propri ci sarebbe da approfondire il discorso, ma non divergiamo). In effetti, per evitare strumentalizzazioni e fare questo discorso bisogna che siamo chiari e ci capiamo sul “di che cosa stiamo parlando”. Quando si pensa alla tecnologia 5G non si deve pensare ad una banale progressione in termini quantitativi dei servizi che l’infrastruttura della rete informatica ci permette oggi. Per fare un esempio che spero sia chiaro, dobbiamo immaginare un salto di qualità di notevole differenza, soprattutto qualitativa, qualcosa che possiamo paragonare al passaggio tra le normali stampanti diffuse fin qui e le nuove stampanti 3D. Le stampanti normali hanno disegnato la cosa, prima in bianco e nero poi anche a colori (che sia la scrittura, un grafico, una foto non importa) cioè la rappresentano. Le stampanti 3D la cosa la fanno, la producono, creano un oggetto nuovo. Da un punto di vista più di merito questo significa che la nuova tecnologia è in grado di offrire una riduzione enorme del tempo di attesa (tecnicamente di latenza) tra l’istante in cui si presenta l’evento (richiesta) e la dovuta reazione (risposta) così da azzerare le distanze fisiche. Pensiamo all’eminente chirurgo specialista che dalla sua clinica, ovunque sia attraverso un collegamento ‘immediato’, potrà curarci nel nostro territorio senza spostamenti del paziente e di chi lo accudisce (come spiegheremo che mentre gli altri italiani si cureranno così, i marchigiani saranno costretti ancora a viaggi faticosi e dispensiosi?).  Significa che c’è un incremento della velocità trasmissiva, una diversa ampiezza della banda a disposizione che serviranno ad una migliore qualità dei servizi attuali. Possiamo pensare all’esperienza oramai molto diffusa delle riunioni sulle piattaforme digitali o alle videochiamate, alla didattica a distanza e all’insufficienza della connessione che vi costringe a spegnere la telecamera per far migliorare l’audio. Significa una scala di possibilità nuova e completamente diversa che il 5G apre rispetto a tutti i sistemi di comando che funzionano attraverso il controllo di dati, il c.d. ‘Internet delle cose’. Pensiamo alla casa domotica, ai video-sistemi di sicurezza di ultima generazione, alla infinita possibilità che si aprirebbe per esempio nei servizi a domicilio con i dispositivi in grado di controllare e avvisare chi di dovere della condizione dell’anziano da remoto, così da farlo stare a disagio il minor tempo possibile realizzando interventi efficaci come non mai.  Ecco a queste e a molte altre cose del genere dobbiamo pensare quando pensiamo al mondo che viene aperto dalla tecnologia 5g.

Di fronte a tutto questo certamente la prima responsabilità di chi governa e di chi amministra è di approfondire e valutare considerando l’elemento della salute pubblica come prioritario, ma questo non può significare un atteggiamento di chiusura che sembra non apprezzare minimamente le enormi potenzialità di una innovazione tecnologica che come sempre nella storia, nell’essere resa a disposizione di tutti, va a maggiore utilità proprio dei cittadini che non potrebbero mai avvalersi in proprio dei benefici conseguenti. Stare solo sulla difensiva non è infatti dimostrazione di prudenza, come si potrebbe pensare, ma un immobilismo che apre le porte all’azione incontrollata degli operatori che sono titolari di concessioni e portatori di ben precisi diritti acquisiti per la già riconosciuta importanza strategica generale dei loro servizi. Al contrario, usufruire di questi strumenti contestualizzati in una funzione pubblica, perciò regolati e controllati attraverso una definita e necessaria sperimentazione con rigorosa verifica dei risultati (a tutt’oggi ancora non effettuata) sarebbe un modo non ideologico di affrontare una novità così importante, non facendo rischiare al nostro martoriato territorio un isolamento o un ritardo davvero da evitare mentre consentirebbe ad ognuno la libertà di scegliere se usufruire o no dei nuovi servizi. Senza dati certi non c’è precauzione, ma lo spontaneismo di alcuni e la strumentalità di altri e abbiamo drammaticamente vissuto in questi giorni come la nostra società non produca benessere stando chiusa e ferma».



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