Disertati ristoranti e negozi cinesi:
«Abbiamo un calo del 70%»
Nelle farmacie esaurite le mascherine

CIVITANOVA - In città sono diverse le attività commerciali cinesi. Sun Guang, presidente dell'associazione Italia-Cina: «Al mio locale servo prodotti comprati localmente, è assurdo che ci sia questa paura. Alcune famiglie non stanno mandando i bambini a scuola per evitare che vengano discriminati». Poca gente all’Eco mercatone e da Mishi Mishi. Massimo Belvederesi, presidente Atac, azienda che gestisce le farmacie comunali: «Vendute 300 mascherine, chi compra lo fa precauzionalmente»

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Il ristorante Mishi Mishi (Foto d’archivio)

 

di Laura Boccanera

Allarme Coronavirus, mascherine esaurite anche a Civitanova, «non c’è ancora il panico ma la gente si sta preparando». Non si può parlare di psicosi, ma di pre allerta per il Coronavirus. La preoccupazione, dopo i primi due casi accertati a Roma, arriva anche a Civitanova dove le mascherine sono andate esaurite in tutte le farmacie comunali in breve tempo.

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Sun Guang, proprietario del ristorante Pechino e presidente dell’ associazione Italia Cina

«Abbiamo fatto richiesta per il rifornimento – sottolinea Massimo Belvederesi presidente Atac che gestisce le farmacie comunali – tanta gente in questi giorni ce le ha chieste, sia quelle col filtro che quelle semplici. Non c’è panico però, per lo più si acquistano in previsione, “non si sa mai”. Prima del coronavirus era un articolo richiesto solo da anziani e immunodepressi, ne abbiamo venduti circa 300 pezzi». Rifornita invece la farmacia Angelini che tramite la società di proprietà di Alberto Angelini, la Gammadis le produce. «Ne abbiamo prodotte 600mila confezioni e inviate 30mila in Vaticano – ha detto Daniele Maria Angelini – e proprio ieri i titolari sono volati a Londra per approvvigionare le materie prime. La richiesta è enorme, in farmacia le stiamo contingentando, non più di una confezione a persona e dentro ci sono 3 mascherine». Anche se nessuno va in giro con la mascherina indossata qualche timore nel frequentare i locali di proprietà cinese c’è. Hanno visto un calo di presenze tutti i ristoranti cinesi, anche lo storico “Pechino”, il ristorante di proprietà della famiglia di Sun Guang, il primo cinese ad arrivare nelle Marche negli anni 80. Da 33 anni hanno il ristorante che nel frattempo si è trasformato e propone anche cucina fusion oltre che cinese. «C’è stato un calo del 70% – dice Sun Guang, che è anche presidente dell’associazione Italia Cina –. E’ assurdo perché la Cina è distante 10mila chilometri, i nostri prodotti sono acquistati in Italia, carne, pesce, sono tutti del territorio. E anche al parco commerciale c’è stato un calo. Ho sentito anche che alcune famiglie non stanno mandando i bambini a scuola questi giorni per evitare che vengano discriminati dagli altri genitori. Eppure noi adottiamo tutte le precauzioni. Abbiamo sentito una coppia di cinesi arrivati a Roma dalla Cina e abbiamo detto loro di rimanere a casa per 15 giorni, non vedo invece le stesse attenzioni da parte degli italiani, imprenditori locali che sono tornati dalla Cina e vanno in giro tranquillamente».

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Selena Wang

Clienti ridotti anche da Mishi Mishi, la catena commerciale che si trova all’interno del Cuore Adriatico. Solitamente pieno nella giornata del sabato: «C’è un calo generalizzato, anche il centro commerciale oggi sembra più vuoto» commenta Margherita che gestisce il punto vendita. Poca gente anche nel colosso commerciale dell’Eco Mercatone: «Abbiamo avuto un calo in effetti – spiega Selena Zhong – un po’ forse è dovuto anche al fatto che siamo alla fine del mese e gli stipendi sono terminati – ride e ci scherza su – però la gente ha paura. Abbiamo venduto mascherine e il parco commerciale è stato frequentato meno del solito. Ho sentito i miei parenti in Cina, stanno abbastanza tranquilli perchè vivono in montagna e non in città. E noi rimaniamo qua, niente Cina per ora».

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