Cena fascista per la marcia su Roma,
Acquaroli e Fioravanti nella bufera
La difesa: «FdI non c’entra»

POLEMICHE - Il deputato di Potenza Picena e il sindaco di Ascoli tra i partecipanti della serata organizzata ad Acquasanta Terme per ricordare il 28 ottobre 1922. Nel depliant simboli del ventennio, una citazione di Mussolini e il logo del partito della Meloni. Gli interessati prendono le distanze. Durissime reazioni da Anpi, Pd, Forza Italia e Cgil: «E' una vergogna, chiedano scusa»

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Un cena organizzata il 28 ottobre per commemorare la marcia su Roma, con un volantino inequivocabile che inneggia al fascismo e bolla come «giorno memorabile e indelebile» quello del 1922. Il simbolo di Fratelli d’Italia a fianco del fascio, dell’aquila e di una citazione di Mussolini. La partecipazione di importanti personalità istituzionali: un sindaco, due vice e un deputato. C’erano tutti gli ingredienti perché la serata organizzata in un ristorante di Acquasanta Terme diventasse un caso. E generasse un polverone di polemiche, accuse, richieste di dimissioni, denunce e precisazioni. E infatti così è stato. La serata in questione è andata in scena lunedì appunto, nel Piceno. E vi hanno partecipato: il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, il suo vice Giovanni Silvestri, il collega di San Benedetto, Andrea Assenti, ex Forza Italia ora in Fratelli d’Italia, ed il deputato di Potenza Picena di Fdi Francesco Acquaroli. 

Prima le accuse, che non arrivano solo da sinistra. E già l’Anpi aveva annunciato di voler presentare un esposto per apologia di fascismo. In Italia è un reato. «La data del 28 ottobre non può essere occasione di alcun festeggiamento – sottolinea indignata Claudia Regoli, vice coordinatrice regionale di Forza Italia – la Marcia su Roma ha aperto una pagina tragica per la storia d’Italia e la vita civile e la libertà del nostro popolo. È ancora più grave che un movimento politico utilizzi il suo simbolo e intervenga con suoi importanti esponenti istituzionali a un evento di questo tipo. Dentro il futuro delle Marche, anche per la guida della Regione, non può esserci alcuno spazio per queste nostalgie».

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L’ex parlamentare Pd, Luciano Agostini

Duro l’intervento dell’esponente forzista, ancora più pesante quello di Luciano Agostini, ex parlamentare Pd e ora membro della direzione regionale del partito. «La vergognosa cena fatta ad Acquasanta per celebrare la Marcia su Roma – commenta Agostini – è tanto più offensiva se pensiamo che la provincia e la città di Ascoli sono state insignite della medaglia d’oro al valore partigiano. Tra l’altro la cena è stata organizzata in un luogo simbolo, il Comune di Acquasanta, dove a Pozza-Umito, si consumò una delle peggiori rappresaglie nazifasciste. Ma cosa ancora più grave è che tra i partecipanti alla cena – aggiunge Agostini – figuravano rappresentanti di importanti istituzioni come il sindaco ed il vice sindaco di Ascoli, ed i vice sindaci di San Benedetto del Tronto e di Acquasanta Terme. Ebbene, per dignità e per non coprire di vergogna il nostro territorio, chiedo che presentino le immediate dimissioni dall’incarico istituzionale che ricoprono. E se non dovessero farlo – chiosa l’esponente Dem – chiedo ai sindaci Stangoni, di Acqusanta, e Piunti, di San Benedetto, di revocare l’incarico ai loro vice sindaci per ripristinare, così, la fedeltà alla Costituzione delle istituzioni che loro rappresentano».

La condanna arriva anche da Sara Calisti della segreteria provinciale del Pd: «Ci schieriamo dalla parte della Costituzione e dell’antifascismo e sosteniamo tutte le iniziative che verranno prese per fare luce su quanto avvenuto. Giorgia Meloni, in un “patto romano” vuole dare le Marche a personaggi di FdI, ma noi non lo permetteremo».

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Il volantino per pubblicizzare la cena

E sulla questione interviene pure il sindacato Cgil: «Nel Comune di Acquasanta c’è il  cimitero di Pozza-Umito, luogo di un feroce eccidio in cui furono trucidate dai nazifascisti 42 persone tra partigiani e abitanti del luogo. Partigiani, molti dei quali giovanissimi, che in questi luoghi hanno lasciato la vita combattendo per la democrazia e la libertà. E’ grave e vergogognoso che, proprio a due passi da questo luogo, ci sia stata una cena di nostalgici del fascismo per celebrare l’anniversario della Marcia su Roma, con tanto di locandine con l’immagine di Mussolini, slogan e simboli fascisti vari. E’ un fatto grave – conclude la nota della Cgil – che deve indignarci tutti e che tutti dobbiamo condannare, sentendoci impegnati a tenere vivo il ricordo del sacrificio di chi lottò per la libertà e la democrazia». Il senatore dem Verducci aggiunge: «La serata organizzata ad Acquasanta Terme da Fratelli d’Italia per celebrare l’anniversario della marcia fascista su Roma è un fatto gravissimo e oltraggioso. Fioravanti, Acquaroli e chiunque altro con responsabilità istituzionali fosse presente abbia il ritegno e la dignità di chiedere scusa ai cittadini piceni e italiani per questo comportamento indegno. Il neofascismo è un pericolo, va denunciato e condannato con fermezza assoluta».

Ora le scuse e dalle prese di distanza, arrivate, va detto, solo dopo lo scoppio del caso. «Fratelli d’Italia non c’entra nulla. Non ha realizzato quei depliant con simboli fascisti e non ha niente a che fare con nostalgie di nessun colore. Siamo un partito democratico che ha un unico obiettivo: governare l’Italia – dichiara Luigi Capriotti, coordinatore provinciale del Piceno di Fratelli d’Italia – Ribadisco, quei depliant non li abbiamo realizzati noi sono stati dei ragazzi, che, dopo aver letto gli articoli di giornale, mi hanno chiamato, scusandosi, che non volevano assolutamente mettere in difficoltà me e il partito, ma che il loro intento era prettamente goliardico. E che hanno inserito nel cartoncino, insieme agli altri contenuti, anche il logo di Fratelli d’Italia, solo con l’intento di riempire lo spazio. Del resto, se andate a controllare bene il depliant vi accorgerete che il logo è piccolino, a dimostrazione che non può essere certo un’iniziativa promossa da noi».

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Il vice sindaco di Acquasanta e coordinatore provinciale di Fdi, Luigi Capriotti (Foto Vagnoni)

Capriotti, dopo la precisazione, conferma la partecipazione alla cena del sindaco, Marco Fioravanti. «Lo avevo chiamato io – spiega – per chiedergli, qualora si fosse trovato a passare da Acquasanta, di fare un salto al ristorante perché dovevo consegnargli un pacchetto confezionato da mia moglie. E’ venuto, ci ha salutato, e poi è andato subito via. Marco per me e mia moglie è come un figlio. E’ cresciuto, si può dire, con mio figlio, che ora, purtroppo, non c’è più, e di cui era un carissimo amico. E, appena può, viene sempre a casa a trovarci e salutarci. Così come ha fatto ieri».

Puntualizza lo stesso Fioravanti: «Una cena per festeggiare la marcia su Roma? – commenta il sindaco – Smentisco questa notizia e ribadisco l’estraneità mia e del partito di Fratelli d’Italia. Ieri, insieme all’amico, onorevole Francesco Acquaroli, siamo passati a salutare un gruppo di amici ad Acquasanta che stavano festeggiando la vittoria in Umbria ed abbiamo parlato di alcuni problemi sulla ricostruzione. Non abbiamo partecipato a nessuna cena con busti o fasci. Non mi piacciono le nostalgie e le condanno – conclude Fioravanti – anche perché a 36 anni il mio sguardo ed il mio pensiero di amministratore è rivolto al futuro delle giovani generazioni».

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Francesco Acquaroli

«C’ero anch’io a quella cena – conferma Silvestri – sono stato invitato da alcuni amici di Fratelli d’Italia e sono andato. Ma, insieme a me, c’erano anche Fioravanti, Acquaroli e Assenti. E’ stata un cena tranquilla, come tante altre, di fascismo non c’era proprio nulla. Si è parlato di politica, della schiacciante vittoria in Umbria, e del centrodestra col vento in poppa nei sondaggi. Se poi la Sinistra cerca di strumentalizzare tutto lo faccia pure, probabilmente non hanno altri contenuti». A questo punto la domanda sorge spontanea: le presenze politiche di natura istituzionale, alla vista di quei depliant che richiamavano al Ventennio fascista, hanno preso subito le distanze, oppure si sono adeguati alla situazione? «La realizzazione del menù presente alla cena è un’iniziativa che non ha nulla a che fare con Fratelli d’Italia – precisa Acquaroli – e che è stata presa senza averla condivisa con il partito. Noi non ne eravamo a conoscenza e ne prendiamo le distanze». E Carlo Ciccioli, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, chiosa: «Una cena è una  cena e un menù è un menù. Non sono entrambi documenti politici. Certo, c’è stata sprovvedutezza da parte di qualcuno, ma lo dico con fermezza: il partito è del tutto estraneo. Non è stata una cosa organizzata dalla nostra organizzazione, a livello di struttura politica. Mi permetto di dire, però, che queste cose, così tanto strumentalizzate, alla fine si ritorcono contro chi scatena la canea. Più volte, infatti, l’attività degli estremisti di Sinistra e dell’Anpi, involontariamente, ci ha regalato consenso elettorale».

 

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