Il diario di una Miss. Giulia Ciarlantini, la 18enne di Porto Recanati proclamata venerdì sera a Loreto Miss Marche 2019, sogna di fare la giornalista (leggi l’articolo). E da oggi, tra una sfilata e una presentazione, trova il tempo per scrivere. Giulia racconta per Cronache Maceratesi le emozioni che sta vivendo in questa avventura, dal palco al dietro le quinte. Inizia dalla serata di ieri a Monte San Vito che ha ospitato la cerimonia della consegna delle fasce alle Miss di Marche e Abruzzo. Le ragazze che si sono aggiudicate durante le selezioni estive le fasce regionali sono state protagoniste della serata condotta da Marco Zingaretti. Intanto questa mattina le 19 miss (9 abruzzesi e 10 marchigiane), sono partite per Mestre dove già da questa sera effettueranno la parata per le vie della città con tutte le 188 finaliste nazionali. Domani inizieranno i test e servizi fotografici e i passaggi in giuria e mercoledì si conosceranno le 57 miss che accederanno alla finalissima nazionale del 6 settembre e che si uniranno alle 23 Miss regionali che già di diritto saranno protagoniste della prima serata in diretta su Rai uno.
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di Giulia Ciarlantini
“Giulia, vedi di non farti togliere la fascia di Miss Marche un giorno dopo averla ricevuta” dico a me stessa guardandomi intorno. Ancora devo realizzare di essere passata alle finali a Jesolo, di rappresentare la mia regione. È un onore ed una responsabilità di cui sento il peso: contentezza e timore di deludere si alternano nella mia testa. Spero però che le farfalle allo stomaco e la sensazione di vivere un sogno ad occhi aperti svaniscano il più tardi possibile. Ieri sera ero in piazza della Repubblica a Monte San Vito. L’imponente scalinata di Palazzo Malatesta mi accoglie vestita di carpet rosso. Già mi vedo cadere su uno degli scalini, come era successo venerdì a Loreto dopo la premiazione.
In cima alle scale, in un tendone decisamente troppo affollato di persone e tacchi, diciannove ragazze nelle mani di truccatori e parrucchieri si affrettano con gli ultimi ritocchi. Sulla passerella possiamo magari dare l’impressione di essere sicure di noi e che la scelta di trucco e parrucco sia stata semplice, ma nessuno si immagina lo studio e la cura che c’è dietro. Ciuffo a destra no perché mi copre il profilo migliore, a sinistra non sta fermo, lisci sono poco scenici, mossi mi allargano il viso, legati è perfetto, ma allora che li ho lavati a fare. Trucco troppo pesante no perché la Miss deve essere sobria, ma al naturale il brufolo sul mento attira più attenzione della corona che ho in testa. Non c’è tempo, stanno urlando il mio nome per mettermi in fila, si esce. La voce del presentatore Marco Zingaretti si ferma, interrotta da musica e applausi ed eccoci scendere negli abiti da cerimonia dell’atelier la Bussola di Marco Giovenale. Il tempo si ferma appena i piedi toccano il velluto rosso, e la finale del 6 settembre si fa più vicina, più concreta. È come se tutte le preoccupazioni sparissero. Stare su un palco mi rende felice, e l’ho capito da quando da piccola mi esibivo in balletti e canzoni prendendo in ostaggio nonni e genitori per la pura gioia di reggere in mano un microfono, da quando al primo saggio di danza si è aperto il sipario, da quando mi sono esibita al pianoforte con le mani tremanti e i battiti del mio cuore si mischiavano alla melodia. Ultima serata regionale.
Tra noi ragazze si è creata una certa complicità. La competizione ovviamente c’è ed è giusto che ci sia, ma la sfilata davanti alla giuria è solo una parte di un percorso fatto di risate, ore di prove, gonne che si impigliano sui tacchi, scambi di rossetti e piastre, e nuove amicizie. A seguire l’uscita in costume, prima della maestosa sfilata in abiti da sposa. Avevo una rosa appoggiata all’orecchio che si reggeva per miracolo, ed il corpetto che stava lento, facendomi temere che la discesa sulla scalinata si trasformasse in uno spogliarello da un momento all’altro. Ne è valsa la pena però: gli occhi orgogliosi ed emozionati dei genitori dietro ai metri di gonna bianca sono la fascia e corona più importante che possa ricevere. Non sono mancati intermezzi musicali, con la giovanissima cantante Nicole Marzaroli, seconda classificata alla 60esima edizione dello Zecchino d’Oro, e Gemma Fava, dal Candeggino 2018. A movimentare a ritmi latini la serata invece, i talentuosissimi ballerini della Ma.Mo Dance. L’atmosfera calda e accogliente è diventata solenne al momento della consegna delle fasce. Diciannove body neri in fila indiana, con la responsabilità e l’onore di simboleggiare le loro regioni alle nazionali. Questa mattina siamo partite per Mestre. L’avventura continua.
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Come siamo caduti in basso! Scusate, ma Miss cappa proprio!