Macerata Racconta… la piaga della droga
Bommarito scuote le coscienze
«In troppi girano la testa dall’altra parte»

FESTIVAL - Sold out alla Filarmonica per la presentazione dell'ultimo romanzo che l'avvocato, giornalista e scrittore ha dedicato al figlio Nicola, a dieci anni dalla morte. Tante le testimonianze

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Gianni Giuli, Giuseppe Bommarito e Valerio Calzolaio

 

di Maurizio Verdenelli (foto di Fabio Falcioni)

A che punto è la notte? Padri in fuga, agenzie educative (scuola e chiesa) pure, microspaccio in tutti gli istituti cittadini fino alle elementari, la ‘rete’ dei consumatori sempre più forte cementata da un nuovo codice omertoso. Il fronte del pianeta droga marca ulteriori avanzamenti e fa continuamente tra i giovani nuovi adepti. Non c’è da stare tranquilli, ed assolutamente non c’è da prendere pause in una ‘battaglia’ che stranamente viene sottovaluta.

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Giuseppe Bommarito

Niente a che vedere con il titolo, falsamente (a questo punto) rassicurante dell’ultimo libro di successo di Giuseppe Bommarito: “Adesso riposa”. Presentato questo pomeriggio, con grande concorso di folla, al teatro della Filarmonica-Drammatica. All’interno di Macerata Racconta che mai come questa volta -diciamo, finalmente- ha raccontato se stessa, la città che fa paura, che si preferisce nascondere come la polvere sotto il tappeto del salotto buono di casa. “Seppure -ha detto, l’avvocato-giornalista-scrittore- c’è da dire che il caso Pamela, esploso dopo le prime denunce della gravità della situazione sulla ‘nostra piazza’, non sia un ‘prodotto interno’. Dovuto cioè a fattori tipicamente locali. Il problema droga è perfettamente democratico, non fa differenza di strati sociali o culture: attacca famiglie disgregate come quelle forti. E vince. Anche territorialmente è presente dovunque. Nelle zone terremotate, come i numeri choc del Sert di Camerino lo testimoniano (il dottor Giuli conferma silenziosamente con un gesto ndr) e naturalmente lungo la costa. Il bilancio delle mafie è sempre in attivo al riguardo. Pari a 140 miliardi di euro l’anno, di cui il 70% è rappresentato dal traffico delle sostanze stupefacenti. Tuttavia gli articoli che scrivo da anni su Cronache Maceratesi per denunciare la piaga della droga, venivano considerati dagli amministratori come eccessivi e fuori luogo. Dopo i tragici fatti di inizio 2018 abbiamo visto che la realtà era superiore all’entità della mia denuncia”. 

MacerataRacconta_Bommarito_FF-7-325x216Tra un mese, saranno dieci anni dalla morte di Nicola Bommarito al quale il libro è dedicato. Così tanto che alla fine il padre Giuseppe, dopo la lettura di una poesia dedicata da Martina Piermarini all’amico scomparso, ha quasi gridato: “Grazie, Nicola. E grazie a tutti gli altri ragazzi morti per droga che ci indicano ora la strada da percorrere per combattere senza remore la giusta battaglia”. Un romanzo noir, autobiografico, con Macerata “sotto mentite spoglie” (l’ospedale è indicato come Policlinico, non menzionate con il loro nome strade e piazze), ha sottolineato il presentatore Valerio Calzolaio. Che con Bommarito ha diviso la paternità di rubriche ambientaliste sui giornali cittadini. Giuseppe sul ‘Messaggero’ (allora diretto da chi scrive), Valerio, non ancora sottosegretario di Stato, su ‘Il Resto del Carlino’. Non casualmente ‘Adesso riposa’ inizia con un’indagine di polizia su un traffico di rifiuti -ne ricordo di analoghe da parte dello stesso Bommarito- che poi si trasforma in un’investigazione a tutto tondo sul mondo della droga cittadino. Al centro c’è la morte di un ragazzo e il dramma di un padre che nel nome di un figlio ha creato un’associazione e con altri padri (in particolare con Gaetano Angeletti) sta facendo ‘squadra’. Ha detto Angeletti, padre di un ragazzo morto per ‘cocaina’ (specifica): “I ragazzi che sanno tutto degli altri, tengono segrete le loro informazioni perché temono di essere tacciati per infami?! (cenno dolente del capo del tenente dei carabinieri, Massimiliano D’Antonio, seduto in prima fila ndr).. E noi invece, per decoro, nascondiamo anche la natura della morte dei nostri figli? Noi padri siamo deboli, più forti le madri. Ed allora chiedono che siano loro a prendere in mano la situazione, a diventare eroiche”. E Rosaria Del Balzo Ruiz, presidentessa Cri e Fondazione Carima: “Considerato che solo un ragazzo sa parlare come si deve ad un altro ragazzo, che si crei allora una task force giovanile”. E all’ex questore Giorgio Iacobone, che notando nella sala super-affollata l’assenza tuttavia di giovani, ne chiedeva una prossima mobilitazione ad un suo prossimo libro, Giuseppe ha risposto dolente: “Andiamo spesso nelle scuole…ma spesso veniamo a conoscenza di come la parte docente e dirigente stia attenta sopratutto ai protocolli, alla forma, al decoro ma non alla sostanza. In una scuola della provincia, una madre si è sentita rispondere dalla preside: ‘Ma che vuole, signora mia?! Ormai quasi tutti i ragazzi si fanno una canna. Insomma il problema è sottovalutato, ampiamente”. Tuttavia un’eccezione c’è: “La scuola di Treia, con il prof. Teloni e la dirigenza, precedente ed attuale” ha puntualizzato l’autore.

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Il questore Antonio Pignataro

La situazione è tanto grave che al ‘tavolo’ costituito tempo fa in prefettura, si pensa si monitorare ormai anche i ragazzini della 5 classe delle elementare: “Si comincia a consumare già ad 11/12 anni!” ha rivelato Bommarito ed Angeletti. Facendo leggermente sobbalzare sulla poltroncina il questore Antonio Pignataro, cui in apertura l’autore aveva rivolto un sentito grazie augurandosi “che sia destinato a restare a bazzicare ancora a lungo in città’. In sala pure il capo della squadra mobile, Maria Raffaella Abbate. Ma ci sono pure le istituzioni politiche: il presidente Istao Pietro Marcolini, l’assessore Ricotta, il presidente del consiglio Pantanetti, i consiglieri Cherubini, Mosca, Sacchi, Tacconi -suo l’ultimo intervento per la ‘mano dura’ contro i pusher. E pure Romano Mari, ex presidente del consiglio comunale ed attuale presidente dell’Ordine dei Medici, intervenendo ha annunciato come l’Ordine partirà da ottobre con un progetto conoscitivo in tema e racconta come quando ‘facendo molto male’ impose al figlio di sottoporsi ad analisi dell’orina. Negativo. “Non hai fatto male!” gli dice Bommarito. “No, è stata violenza” replica Romano.

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Gianni Giuli, responsabile del Dipartimento dipendenze patologiche Area Vasta3 e Asur Marche

Tra i presentatori sul palco, anche lo psichiatra e dirigente Asur, Gianni Giuli. Che annunciando un piano, in collaborazione con la Questura, contro la dipendenza digitale, ha chiesto a Bommarito, se il libro debba intendersi come il fallimento ‘della famiglia’ nei confronti del figlio ‘perduto’. “Sì, è così” ha ammesso Giuseppe. “La famiglia nasconde invece che curare. Non riesce più a comunicare. Quando Nicola è morto, i giornali molto pietosamente scrissero genericamente che era stato stroncato da un ‘malore’. Presi carta e penna. ‘Mio figlio è morto per overdose d’eroina’. Io stesso ne ero stato testimone: avevo visto la siringa vicino al braccio. Occorre prendere coscienza, allontanare il senso di colpa”.
E chi aiuta le famiglie? Ha chiesto allora Calzolaio. “Ci abbiamo provato anche con la chiesa locale. Con le associazioni abbiamo avuto un incontro con il vescovo precedente a questo attuale. I risultati sono stati scarsi”.

MacerataRacconta_Bommarito_FF-8-325x216Parole pesanti, come ha rilevato in conclusione Paola Medori (Contesto). Giuseppe non ha risparmiato le responsabilità che lui vede pesanti in una città in chiaroscuro che tende per centenaria tradizione,a dissimulare per un senso errato della ‘reputazione’.
E nel silenzio di familiari spesso impauriti i giovani continuano a morire, è stata la pari accusa di Angeletti che a Corridonia ha creato con la moglie ‘La Rondinella’. “Le forze dell’Ordine, in questi casi? Il padre e la madre: non ci sono alternative. Controllare sempre, a cominciare dai cellulari”. Già, ma come si fa, se il dottor Mari considera ‘violenza’ un’analisi delle orine: “richiesta da me perché da qualche tempo avevo notato come mio figlio frequentasse ragazzi che faceva uso di cannabis”.
“Già la cannabis light! Quando nelle scuole dico che non bisogna farne uso, i ragazzi beffardi replicano: ‘Ma avvocà…che sta dicendo, è ormai tutto legale! Fa invece malissimo ed una cattiva comunicazione quella che fa un noto scrittore, già presente a Macerata Racconta, che mette in bocca al suo ‘commissario televisivo’ frasi del titpo: ‘Ed ora per rilassarmi un po’ di cannabis…”. Tra le quinte, corre un brivido corre nella schiena di Paola Medori, avvocato anch’essa.
“Ma non ci sono pure i ragazzi a perdere tutto ma pure le vittime ‘collaterali’. Chi sono? I genitori, moglie, fidanzati, insomma tutti coloro che soffrono dei loro cari, impotenti in una battaglia difficile spesso negata”, è l’ultima stoccata di Giuseppe, radioso per aver ricordato Nicola (“E’ come se fosse sempre qui con noi”) e profondamente commosso al termine di una full immersion di due ore. Baci, abbracci, strette di mano nella bella affrescata sala nobile del teatro, strapieno anche in galleria. Fuori non piove più, è tornato il sole di maggio. Che asciuga il selciato e fa sperare ancora.

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La lezione di Enrico Mentana nella domenica di Macerata Racconta



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