di Maurizio Verdenelli (foto di Fabio Falcioni)
A che punto è la notte? Padri in fuga, agenzie educative (scuola e chiesa) pure, microspaccio in tutti gli istituti cittadini fino alle elementari, la ‘rete’ dei consumatori sempre più forte cementata da un nuovo codice omertoso. Il fronte del pianeta droga marca ulteriori avanzamenti e fa continuamente tra i giovani nuovi adepti. Non c’è da stare tranquilli, ed assolutamente non c’è da prendere pause in una ‘battaglia’ che stranamente viene sottovaluta.
Niente a che vedere con il titolo, falsamente (a questo punto) rassicurante dell’ultimo libro di successo di Giuseppe Bommarito: “Adesso riposa”. Presentato questo pomeriggio, con grande concorso di folla, al teatro della Filarmonica-Drammatica. All’interno di Macerata Racconta che mai come questa volta -diciamo, finalmente- ha raccontato se stessa, la città che fa paura, che si preferisce nascondere come la polvere sotto il tappeto del salotto buono di casa. “Seppure -ha detto, l’avvocato-giornalista-scrittore- c’è da dire che il caso Pamela, esploso dopo le prime denunce della gravità della situazione sulla ‘nostra piazza’, non sia un ‘prodotto interno’. Dovuto cioè a fattori tipicamente locali. Il problema droga è perfettamente democratico, non fa differenza di strati sociali o culture: attacca famiglie disgregate come quelle forti. E vince. Anche territorialmente è presente dovunque. Nelle zone terremotate, come i numeri choc del Sert di Camerino lo testimoniano (il dottor Giuli conferma silenziosamente con un gesto ndr) e naturalmente lungo la costa. Il bilancio delle mafie è sempre in attivo al riguardo. Pari a 140 miliardi di euro l’anno, di cui il 70% è rappresentato dal traffico delle sostanze stupefacenti. Tuttavia gli articoli che scrivo da anni su Cronache Maceratesi per denunciare la piaga della droga, venivano considerati dagli amministratori come eccessivi e fuori luogo. Dopo i tragici fatti di inizio 2018 abbiamo visto che la realtà era superiore all’entità della mia denuncia”.
Tra un mese, saranno dieci anni dalla morte di Nicola Bommarito al quale il libro è dedicato. Così tanto che alla fine il padre Giuseppe, dopo la lettura di una poesia dedicata da Martina Piermarini all’amico scomparso, ha quasi gridato: “Grazie, Nicola. E grazie a tutti gli altri ragazzi morti per droga che ci indicano ora la strada da percorrere per combattere senza remore la giusta battaglia”. Un romanzo noir, autobiografico, con Macerata “sotto mentite spoglie” (l’ospedale è indicato come Policlinico, non menzionate con il loro nome strade e piazze), ha sottolineato il presentatore Valerio Calzolaio. Che con Bommarito ha diviso la paternità di rubriche ambientaliste sui giornali cittadini. Giuseppe sul ‘Messaggero’ (allora diretto da chi scrive), Valerio, non ancora sottosegretario di Stato, su ‘Il Resto del Carlino’. Non casualmente ‘Adesso riposa’ inizia con un’indagine di polizia su un traffico di rifiuti -ne ricordo di analoghe da parte dello stesso Bommarito- che poi si trasforma in un’investigazione a tutto tondo sul mondo della droga cittadino. Al centro c’è la morte di un ragazzo e il dramma di un padre che nel nome di un figlio ha creato un’associazione e con altri padri (in particolare con Gaetano Angeletti) sta facendo ‘squadra’. Ha detto Angeletti, padre di un ragazzo morto per ‘cocaina’ (specifica): “I ragazzi che sanno tutto degli altri, tengono segrete le loro informazioni perché temono di essere tacciati per infami?! (cenno dolente del capo del tenente dei carabinieri, Massimiliano D’Antonio, seduto in prima fila ndr).. E noi invece, per decoro, nascondiamo anche la natura della morte dei nostri figli? Noi padri siamo deboli, più forti le madri. Ed allora chiedono che siano loro a prendere in mano la situazione, a diventare eroiche”. E Rosaria Del Balzo Ruiz, presidentessa Cri e Fondazione Carima: “Considerato che solo un ragazzo sa parlare come si deve ad un altro ragazzo, che si crei allora una task force giovanile”. E all’ex questore Giorgio Iacobone, che notando nella sala super-affollata l’assenza tuttavia di giovani, ne chiedeva una prossima mobilitazione ad un suo prossimo libro, Giuseppe ha risposto dolente: “Andiamo spesso nelle scuole…ma spesso veniamo a conoscenza di come la parte docente e dirigente stia attenta sopratutto ai protocolli, alla forma, al decoro ma non alla sostanza. In una scuola della provincia, una madre si è sentita rispondere dalla preside: ‘Ma che vuole, signora mia?! Ormai quasi tutti i ragazzi si fanno una canna. Insomma il problema è sottovalutato, ampiamente”. Tuttavia un’eccezione c’è: “La scuola di Treia, con il prof. Teloni e la dirigenza, precedente ed attuale” ha puntualizzato l’autore.
La situazione è tanto grave che al ‘tavolo’ costituito tempo fa in prefettura, si pensa si monitorare ormai anche i ragazzini della 5 classe delle elementare: “Si comincia a consumare già ad 11/12 anni!” ha rivelato Bommarito ed Angeletti. Facendo leggermente sobbalzare sulla poltroncina il questore Antonio Pignataro, cui in apertura l’autore aveva rivolto un sentito grazie augurandosi “che sia destinato a restare a bazzicare ancora a lungo in città’. In sala pure il capo della squadra mobile, Maria Raffaella Abbate. Ma ci sono pure le istituzioni politiche: il presidente Istao Pietro Marcolini, l’assessore Ricotta, il presidente del consiglio Pantanetti, i consiglieri Cherubini, Mosca, Sacchi, Tacconi -suo l’ultimo intervento per la ‘mano dura’ contro i pusher. E pure Romano Mari, ex presidente del consiglio comunale ed attuale presidente dell’Ordine dei Medici, intervenendo ha annunciato come l’Ordine partirà da ottobre con un progetto conoscitivo in tema e racconta come quando ‘facendo molto male’ impose al figlio di sottoporsi ad analisi dell’orina. Negativo. “Non hai fatto male!” gli dice Bommarito. “No, è stata violenza” replica Romano.
Tra i presentatori sul palco, anche lo psichiatra e dirigente Asur, Gianni Giuli. Che annunciando un piano, in collaborazione con la Questura, contro la dipendenza digitale, ha chiesto a Bommarito, se il libro debba intendersi come il fallimento ‘della famiglia’ nei confronti del figlio ‘perduto’. “Sì, è così” ha ammesso Giuseppe. “La famiglia nasconde invece che curare. Non riesce più a comunicare. Quando Nicola è morto, i giornali molto pietosamente scrissero genericamente che era stato stroncato da un ‘malore’. Presi carta e penna. ‘Mio figlio è morto per overdose d’eroina’. Io stesso ne ero stato testimone: avevo visto la siringa vicino al braccio. Occorre prendere coscienza, allontanare il senso di colpa”.
E chi aiuta le famiglie? Ha chiesto allora Calzolaio. “Ci abbiamo provato anche con la chiesa locale. Con le associazioni abbiamo avuto un incontro con il vescovo precedente a questo attuale. I risultati sono stati scarsi”.
Parole pesanti, come ha rilevato in conclusione Paola Medori (Contesto). Giuseppe non ha risparmiato le responsabilità che lui vede pesanti in una città in chiaroscuro che tende per centenaria tradizione,a dissimulare per un senso errato della ‘reputazione’.
E nel silenzio di familiari spesso impauriti i giovani continuano a morire, è stata la pari accusa di Angeletti che a Corridonia ha creato con la moglie ‘La Rondinella’. “Le forze dell’Ordine, in questi casi? Il padre e la madre: non ci sono alternative. Controllare sempre, a cominciare dai cellulari”. Già, ma come si fa, se il dottor Mari considera ‘violenza’ un’analisi delle orine: “richiesta da me perché da qualche tempo avevo notato come mio figlio frequentasse ragazzi che faceva uso di cannabis”.
“Già la cannabis light! Quando nelle scuole dico che non bisogna farne uso, i ragazzi beffardi replicano: ‘Ma avvocà…che sta dicendo, è ormai tutto legale! Fa invece malissimo ed una cattiva comunicazione quella che fa un noto scrittore, già presente a Macerata Racconta, che mette in bocca al suo ‘commissario televisivo’ frasi del titpo: ‘Ed ora per rilassarmi un po’ di cannabis…”. Tra le quinte, corre un brivido corre nella schiena di Paola Medori, avvocato anch’essa.
“Ma non ci sono pure i ragazzi a perdere tutto ma pure le vittime ‘collaterali’. Chi sono? I genitori, moglie, fidanzati, insomma tutti coloro che soffrono dei loro cari, impotenti in una battaglia difficile spesso negata”, è l’ultima stoccata di Giuseppe, radioso per aver ricordato Nicola (“E’ come se fosse sempre qui con noi”) e profondamente commosso al termine di una full immersion di due ore. Baci, abbracci, strette di mano nella bella affrescata sala nobile del teatro, strapieno anche in galleria. Fuori non piove più, è tornato il sole di maggio. Che asciuga il selciato e fa sperare ancora.
La lezione di Enrico Mentana nella domenica di Macerata Racconta
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Ero presente e voglio anche qui ringraziare Giuseppe e gli altri, per quello che da anni stanno facendo per combattere questo Moloch. La frase verso la fine dell’incontro “anche se siamo riusciti a salvare un solo ragazzo, sarebbe comunque un grande risultato” fa loro onore, in nome di Nicola e degli altri poveri ragazzi che ha voluto ricordare.
La visione diversa del metodo genitoriale è incranata dalla diversa visione tra Mari e Bommarito.
Non c’è stato tempo perché l’esperto Gianni Giuli dicesse la sua su questo punto.
Tuttavia essere il punto di partenza di un prossimo dibattito proprio sul tema della genitorialità.
Certo è che per fare il genitore non c’è una ricetta fissa e non c’è alcuna garanzia di risultato.Ciascun ragazzo è così diverso dall’altro! Ecco dove sta il difficile! Credo che il segreto sia parlare (non tanto con le parole, quanto con i fatti….), e soprattutto ascoltare e cercare di capire i propri figli.
“… e una donna che aveva al seno un bambino disse: parlaci dei figli. Ed egli rispose:
I vostri figli non sono figli vostri…
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.”
Kahlil Gibran
GRAZIE ANCORA GIUSEPPE E NICOLA !!
Da tempo si sta consolidando nel mondo della giustizia una chiara tendenza alla depenalizzazione dei reati, tra cui il passaggio – relativamente a molti reati – dalla procedibilità d’ufficio alla querela di parte, motivata con il fatto che le carceri sono piene. Quindi per la lotta alla tossicodipendenza la vedo alquanto dura: i politici tutti girano la testa dall’altra parte.
“Le persone possono diventare dipendenti dall’alcol, dalle macchine, dai soldi, dalle calorie o dalla cocaina – qualsiasi cosa!, dice Milkman. “Il concetto di dipendenza comportamentale è quindi diventato una sorta di marchio di fabbrica per noi.” Concetto che ne ha generato un altro: “perché non organizzare un movimento sociale che promuova una sorta di ‘sballo naturale’? Che porti la gente a sballarsi solamente con le proprie sinapsi – perché mi sembra ovvio che la gente voglia andare ad agire sulla propria mente – senza gli effetti deleteri delle droghe?”
“Non dicemmo che li avremmo “curati”, ma piuttosto che avremmo insegnato loro tutto ciò che volevano imparare: musica, danza, hip hop, arte, arti marziali.” L’idea era di tenere lezioni diverse che offrissero una varietà di alterazioni nella chimica del cervello di questi ragazzi, dandogli ciò di cui avevano bisogno per affrontare al meglio la vita: alcuni magari avevano disperato bisogno di un’esperienza che li aiutasse a ridurre l’ansia, altri invece volevano una scarica di adrenalina. Facendo tutto questo, i giovani impararono anche nuove strategie di vita, incentrate soprattutto sul migliorare l’idea che avevano di loro stessi e della loro vita.
https://thevision.com/attualita/islanda-tossicodipendenza/
Ieri c’ero anche io e oggi ringrazio Giuseppe per tutto quello che fa: non tutti riescono a creare qualcosa di positivo da un evento negativo, e doloroso.
Mi ritengo estremamente fortunata perché nella mia casa la droga non è passata nemmeno con i figli ma sono stata sempre attenta a questo argomento, non a caso fu una delle mie prime e più belle ricerche delle superiori quanto la droga era ancora “limitata”.
Vorrei solo aggiungere una cosa a quanto detto ieri e ai precedenti commenti: se oggi ci sono tanti ragazzi, troppi, che usano droga è perché ci sono anche tanti genitori che lo fanno e lo lasciano fare!
In un mondo dove dio denaro la fa da padrone e dove tutti sono corrotti (se non lo sei ti soffocano e ti rendono la vita invivibile) non abbandoniamo i nostri ragazzi perché la debolezza della droga è spesso sintomo di mancanza di qualcos’altro di valido nella loro vita ma, soprattutto, non abbandoniamo i genitori e tutti gli educatori perché molto spesso sono proprio loro i primi che hanno vissuto una vita dove è mancato quel qualcosa che la rendesse valida.
Sono i primi che devono essere educati ad educare.
Non tutti hanno vissuto una vita di affetto e di valori e non tutti hanno un carattere forte per far fruttare positivamente quel poco che di positivo hanno vissuto e questo non deve essere oggetto di vergogna ma la spinta per operare in modo che altri non debbano vivere la stessa cosa.
Solo facendo tutti insieme questa inversione di marcia riusciremo a creare un mondo migliore per noi, per i nostri figli, per i nostri nipoti.
Ricordo che nel PCI si diceva che erano i fascisti a spacciare la droga pesante, mentre noi eravamo per lo spinello libero, che non faceva male, mentre per l’eroina proponevamo la “modica quantità ad uso personale”. Finché un giorno mi dissero: “tutti abbiamo cominciato con lo spinello e poi siamo passati all’eroina”… “bravi Compagni, con la modica quantità avete trovato il modo per espandere la droga”. E mi facevano vedere il sistema di spaccio con la “modica quantità ad uso personale”.
Io credo che la droga serva per rimbecillire i giovani e per renderli inoffensivi di fronte ai problemi creati dalla politica. State chiacchierando troppo… Troppi piagnistei, mentre i giovani a frotte entrano nella droga e magari muoiono. Eppure sanno che la droga li distrugge. Allora, perché lo fanno? Probabilmente perché abbiamo abbattuto i dati stabili della società, senza dare dati stabili alternativi. La famiglia è crollata come luogo sicuro e di autorità. La stessa scuola è in piena confusione e senza ordine. Con dirigenti e insegnanti che preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia, mentre gruppuscolo di criminali fanno ciò che vogliono. La Chiesa, altro pilastro morale, è in piena confusione. Ha abbandonato il sacro e si sta dedicando al sociale dell’ambiente e dei migranti che non fuggono da guerre a carestie. ma che qui vengono perché qui è la pacchia e possono delinquere impunemente. Le forze dell’Ordine? Si danno da fare, senza alcuna difesa da parte dello Stato, dedito alla dialettica sui fenomeni senza avere il coraggio “fascista” di mettere fine all’andazzo, non dico con la sana revolverata in uso fuori dell’Italia, quanto nel mettere in condizione di non nuocere in campi di concentramento con fili ad alta tensione e lavori forzarti se vuoi mangiare.
O si ritorna ad un ordine drastico per eliminare il cancro, oppure teniamoci i giovani sempre più su droga e “morituri” che salutano il potere imperante che ha creato il problema droga.
Mi spiace dirlo, ma non provo alcuna pietà e senso di colpa quando leggo di un giovane morto per droga. Egli era già morto. Era solo un pezzo di carne che respirava e che anelava alla droga e all’alcol come forma di sopravvivenza. Non hanno più nulla di “superiore” per cui giustificare la voglia di vivere. Smettiamo di dare la colpa a genitori, politici, società, religione. Ho visto che quando uno vuole uscire dalla “materia”, un strada, per quanto sofferta, la trova…
Allora, cosa fare? Abbiamo nella nostra struttura sociale gli anticorpi per salvare la società? Sì, ce li abbiamo. Ma occorre una onestà intellettuale affinché vengano usati quei mezzi estremi per e-s-t-i-r-p-a-r-e il cancro del crimine, fin qui tollerato e magari vezzeggiato. Purtroppo, mancano quegli uomini autodeterminati capaci di attuare quei mezzi estremi.
Quale pena daresti al grande trafficante internazionale di droga? Alla conferenza organizzata dall’Avv.to Giuseppe Bommarito in Filarmonica, nel mio veloce intervento penso di aver fatto capire. Chi distrugge la vita di un giovane – ragazzo va… purtroppo oggi ne sono tantissimi.Alla Mafia, Fa troppo comodo questo traffico di denaro che sembra spostatosi al Centro Nord Italia Supermercati, Eolico edilizia. Scandalosa la mia proposta, mani che si agitavano, visi che si giravano da un’altra parte. Io cattolico ho pensato subito al passo della Bibbia, quando Gesù, cacciò a cordate i trafficanti dal tempio e nell’altro lasciate che i fanciulli vengano a me. Siamo in piena guerra e quando c’è guerra la si combatte alla pari altrimenti per le nuove generazioni non ci sarà futuro e l’Occidente viene sconfitto. Con leggi inadeguate non si va da nessuna parte. Se il nigeriano di Macerata rimaneva dentro, fu incarcerato per pochi giorni spaccio di droga a minori, la ragazza romana era ancora in vita. Nessuna forza politica italiana ed europea propone leggi più severe e decisive per arrestare alla fonte questa distruttiva guerra.Interventi come il mio possono essere anche derisi, ma sono certo che anticiperanno quello che tutti auspichiamo, ma non abbiamo il coraggio di dirlo. Le conferenze a questo punto servono solo per “mettere un po di pomata sulle nostre ferite” (L’altro detto non mi piace) Ivano Tacconi capo gruppo per lo Scudo Crociato al Comune di Macerata
Caro Ivano, sono d’accordo con ciò che dici… Ma tu non sei quello che sostiene l’amministrazione Carancini, che è sostenuta dal PD, ossia quel partito che i mostruosi problemi come quello della droga trova proposte con pannicelli caldi? La droga serve per rendere innocui i ragazzi e per non farli “pensare2 e poi agire… Il potere ha bisogno di persone che agiscono secondo uno stimolo-risposta della mente primordiale inconscia. Ma non vedete che alle nuove esigenze sovraniste e populiste altro non sanno opporre che l’antifascismo e la Resistenza? Non fanno la minima autocritica, in quanto sono anche essi drogati dal potere e sono quindi incapaci di pensare e dare risposte. Sono cadaveri ambulanti, al servizio di chi il potere finanziario ed economico lo ha realmente. Perciò perdono i Compagni del PCI, che adesso vanno con Salvini… Ma fino a quando?
Sig. Tacconi il suo intervento è stato chiaro ma come pensa di combattere contro mafie, potenti e ricchi che con la droga si arricchiscono? Con le leggi che gli stessi non voteranno mai?
Lavorando sui ragazzi quando più nessuno acquisterà droga, essa perderà automaticamente il suo valore commerciale e, altrettanto automaticamente, i potenti del campo, non avranno più interesse perché non porterà loro più guadagno.
È molto importante far capire ai giovani e alle loro famiglie che, con una dose, non comprano potenza e felicità ma comprano la rovina del loro cervello, del loro fisico, la rovina di sé stessi per diventare marionette meglio comandandabili in mano a chi si arricchisce sulla loro debolezza.
Ma tutti questi soloni di proposte dov’erano nell’iperuranio platonico quando l’avv.to Bommarito, unica voce nel deserto, da anni metteva in guardia contro i pericoli della droga denunziando, senza peli sulla lingua, tutto e di più? Ora tutti dicono e tutti lanciano idee perbeniste e soluzioni. Non sarà forse per continuare a oscurare l’unica voce che fino ad ora sembrava gridare nel deserto? Non mi sorprenderei.
Vedo pochi giovani anzi nessuno. Com’è, parlare di droga adesso interessa solo anziani cocainomani o irriducibili eroinomani che ogni tanto escono per fumare…una bella canna?
Penso che se il PD fosse firmatario di proposta di legge contro la droga – mentre nel frattempo la Lega è firmataria di una proposta di legge che prevede detrazioni fiscali per le spese sostenute da chi si sposa in Chiesa (!) – il PD potrebbe recuperare molte ‘pecorelle smarrite’.
Sig.ra Liana Paciaroni, non se facciamo in tempo ad educare i ragazzi sul NO alla droga.
Per rispondere all’amico Rapanelli, l’UDC (quello che è rimasto di questo partito) in Regione, Provincia e Comune di Macerata governiamo con il PD confesso che a Macerata mi ci trovo bene sono forze popolari con una storia propria, L’Amministrazione Carancini ha lavorato per la città basta controllare le delibere della legislatura,Poi i fatti del terremoto e dei migranti le minoranze, piscine (Ditta tutta Maceratese) hanno trovato terreno facile nelle critiche. La condanna che nessuno ne parla è la rotatoria sulla s.p.34 dove per facilitare l’investimento del nuovo centro commerciale hanno obbligato i provenienti da Piediripa per l’accesso nell’HOTEL GRASSETTI devono entrare sulla superstrada, evitare l’ingresso per Civitanova, poi evitare ancora l’ingresso per Tolentino Foligno e rimetterisi sulla s.p.34 e trovare l’ingresso dell’HOtel dimmi un forestiero che non conosce questo posto dove andrà a finire. A voce possiamo parlare di chi le colpe. posso solo dare la mia solidarietà hai titolari dell’Hotel. Rapanelli credo che puoi capire cosa c’entra tutto questo mio discorso con i responsabili dell’Amministrazione Provinciale di Macerata.