Chimismi in pezzi, telefonate notturne e Mughini seduto a terra per Tulli
MACERATA - La storia di un'opera e di un artista a partire da una chiamata delle ore 22 del 30 aprile fino agli anni in cui la città era protagonista del Futurismo
Macerata, 30 aprile, via Tommaso Lauri, ore 22,10. Risalendo la strada un giovane vestito bene quasi grida al cellulare: “Te l’avevo detto molto prima che poteva succedere quello che e’ poi accaduto… dovevi sorvegliare tu che andasse tutto bene… tu che sei l’assessore alla Cultura!”. Concitate comunicazioni di… servizio qualche ora dopo che questo giornale avesse divulgato la notizia: un’opera importante dell’ultimo dei futuristi maceratesi, Wladimiro Tulli, era stata fortemente danneggiata nel laborioso restauro dell’ex farmacia Pigliapoco (destinata ad ufficio di accoglienza turistica) accanto al teatro Lauro Rossi in piazza Libertà. Niente a che vedere con il rogo parigino di Notre Dame, per carità, ma qualcosa di significativo per la storia artistica del capoluogo, sì. Ero amico di Tulli, anzi del commendator Wladimiro Tulli: la mia ultima intervista con lui 15 giorni prima del suo decesso il 28 febbraio 2003. Teneva come un padre alle sue opere, sparse un po’ dovunque a Macerata – la scultura metallics davanti a Palazzo di Giustizia e un profilo stilizzato di San Giuliano alle spalle del Duomo prima del borgo omonimo ed affreschi in varie scuole cittadine tra le quali uno molto grande al liceo classico Giacomo Leopardi. Era stato pure giornalista, corrispondente de Il Messaggero con redazione al piano terra di palazzo Costa. Ed una volta F. T. Marinetti gli lasciò nella buca delle lettere una missiva… raccomandata: ‘A Tulli, presto!’ che Wladimiro mi mostrò come una preziosa laica reliquia. Aveva avuto l’onore da vivo di una mostra antologica a Palazzo Ricci, a cura della Fondazione Carima, subito dopo Trubbiani (il “giovane Valeriano” si lasciava scappare talvolta). All’inaugurazione aveva presieduto, bizzarramente seduto per terra, nella corte esterna del palazzo, il notissimo Giampiero Mughini. E nei locali dell’ex farmacia (dove era collocata ‘Chimismi’) nell’anniversario centenario del Futurismo, Turri era stato celebrato al pari di Pannaggi, Monachesi, Tano, Crali, Bravi e di tutto il geniale gruppo Agrà (vincerà: il motto dell’associazione) di cui Wladimiro era nettamente il piu giovane. Corsi e ricorsi storici ancora e sempre in quella stessa area oggetto dei suoi primi rivoluzionari progetti grafici con il tema sempre sognato dai maceratesi: Il mare in piazza Libertà. Ora Tulli si sara’ rivoltato nella tomba alla notizia della cattiva sorte occorsa a ‘Chimismi’. Lui e’ stato anche un artista che ha dedicato alla Resistenza e al Primo maggio opere di grandi dimensioni. Sempre in campo, da quando in calzoncini corti seguiva i primi incontri dei suoi maestri futuristi. Un Primo maggio tra Giardini Diaz ‘redenti’ alfine dai pusher, concertini, manifesti ad echeggiare a 50 anni di distanza le comunicazionali ‘minestre Campbell’s’ di Andy Warhol. Un 1. maggio a sussurrare, nonostante la vernice, che forse il lavoro manca pure a Macerata ai giovani e ai cinquantenni. E che in queste ore avrebbe dovuto ricordarsi (ed avere più tutela della sua opera) di questo eterno ragazzo innamorato della sua città e dell’arte che in anni formidabili voleva dire Macerata stessa: il Futurismo.
Si rivolterebbe nella tomba per la sua opera distrutta,ma ancor di più per quel rigurgito fascista che dissacra l’Italia del 25 Aprile nata anche da ragazzi come lui che hanno combattuto contro tale idiozia!
Marinetti a buon diritto dirà nel ’24 che “il fascismo nato dall’interventismo e dal futurismo si nutrì di principi futuristi”. Benedetto Croce ribadì che “per chi abbia il senso delle connessioni storiche, l’origine ideale del fascismo si ritrova nel futurismo”.
Giuseppe Prezzolini, in un articolo intitolato Fascismo e futurismo, pubblicato il 3 luglio del ’23, scrive: “Evidentemente nel Fascismo c’è stato del Futurismo e lo dico senza alcuna intenzione. Il futurismo ha rispecchiato fedelmente certi bisogni contemporanei . Il culto della velocità, l’amore per le soluzioni violente, il disprezzo per le masse e nello stesso tempo l’appello fascinatore alle medesime, la tendenza al dominio ipnotico delle folle, l’esaltazione di un sentimento nazionale esclusivista, l’antipatia per la burocrazia, sono tutte tendenze sentimentali passate senza tara nel fascismo dal futurismo”.
Più tardi Marinetti verrà nominato da Mussolini “accademico d’Italia” e Wladimiro mostrava come una preziosa reliquia la missiva di Marinetti…
Discordo. Tulli era tutto meno che fascista. Come peraltro gli altri componenti del Gruppo Boccioni. Che il Fascismo si sia appropriato dell’energica spinta rivoluzionaria del Futurismo è notorio, ma è quanto meno impreciso asserire che tutti gli artisti facenti capo al Futurismo fossero fascisti. A riprova ulteriore c’è il caso del poeta Majakovskij, anch’egli futurista. Con lui come la mettiamo? Era fascista anche lui?
La mettiamo che Majakovskij era un futurista russo, trovatosi leggermente a disagio con Stalin, suicidatosi quando Tulli aveva 8 anni e viveva a Macerata senza sapere una parola di russo. Qui si tratta dei rapporti fra Tulli e Marinetti, dell’influenza di Marinetti su Tulli, dell’iniziazione di Tulli all’arte suscitata da Marinetti. Questione di Bildung…
Pavoni, schiacciare l’arte sulla politica è un malvezzo che ha già prodotto tanti guasti, nel secolo scorso. Non mi parrebbe il caso di proseguire in quello presente.
Evidentemente nessuno conosceva il Tulli persona.Io mi fido di chi lo consceva come mio padre,del loro vissuto e della gioia nata dagli eventi del 1945.PS Lo Scorpecci che c’entra?
Si rivolterebbe nella tomba per la sua opera distrutta,ma ancor di più per quel rigurgito fascista che dissacra l’Italia del 25 Aprile nata anche da ragazzi come lui che hanno combattuto contro tale idiozia!
Marinetti a buon diritto dirà nel ’24 che “il fascismo nato dall’interventismo e dal futurismo si nutrì di principi futuristi”. Benedetto Croce ribadì che “per chi abbia il senso delle connessioni storiche, l’origine ideale del fascismo si ritrova nel futurismo”.
Giuseppe Prezzolini, in un articolo intitolato Fascismo e futurismo, pubblicato il 3 luglio del ’23, scrive: “Evidentemente nel Fascismo c’è stato del Futurismo e lo dico senza alcuna intenzione. Il futurismo ha rispecchiato fedelmente certi bisogni contemporanei . Il culto della velocità, l’amore per le soluzioni violente, il disprezzo per le masse e nello stesso tempo l’appello fascinatore alle medesime, la tendenza al dominio ipnotico delle folle, l’esaltazione di un sentimento nazionale esclusivista, l’antipatia per la burocrazia, sono tutte tendenze sentimentali passate senza tara nel fascismo dal futurismo”.
Più tardi Marinetti verrà nominato da Mussolini “accademico d’Italia” e Wladimiro mostrava come una preziosa reliquia la missiva di Marinetti…
…quindi dalla camicia nera al fazzoletto rosso, nulla di nuovo, mi pare; artisti non si nasce, in certe epoche, artisti si..diventa!!! gv
Ah, ma allora è stato un “delitto politico”. Vogliamo i nomi dei mandanti? Io sarei più per il non sapersi mettere un dito ……
Io direi che il fascismo è stato ucciso e invece il comunismo si è suicidato (così come fanno i suoi orfani).
Discordo. Tulli era tutto meno che fascista. Come peraltro gli altri componenti del Gruppo Boccioni. Che il Fascismo si sia appropriato dell’energica spinta rivoluzionaria del Futurismo è notorio, ma è quanto meno impreciso asserire che tutti gli artisti facenti capo al Futurismo fossero fascisti. A riprova ulteriore c’è il caso del poeta Majakovskij, anch’egli futurista. Con lui come la mettiamo? Era fascista anche lui?
La mettiamo che Majakovskij era un futurista russo, trovatosi leggermente a disagio con Stalin, suicidatosi quando Tulli aveva 8 anni e viveva a Macerata senza sapere una parola di russo. Qui si tratta dei rapporti fra Tulli e Marinetti, dell’influenza di Marinetti su Tulli, dell’iniziazione di Tulli all’arte suscitata da Marinetti. Questione di Bildung…
Pavoni, schiacciare l’arte sulla politica è un malvezzo che ha già prodotto tanti guasti, nel secolo scorso. Non mi parrebbe il caso di proseguire in quello presente.
Giusto, ma hanno cominciato i celebranti la gloriosa uccisione di Scorpecci…
Evidentemente nessuno conosceva il Tulli persona.Io mi fido di chi lo consceva come mio padre,del loro vissuto e della gioia nata dagli eventi del 1945.PS Lo Scorpecci che c’entra?