di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)
Un timido e un sognatore, «l’apparenza non mi appartiene, non riuscivo nemmeno a fare le foto per la campagna elettorale». E’ Edoardo, per tutti Eddy, Marabini, 40 anni a novembre, il candidato sindaco del centrosinistra per Potenza Picena.
Ieri sera in un teatro Mugellini gremito ha presentato se stesso e il programma che è stato sottoscritto dal Pd e dalla sua lista civica, riunite dallo slogan “Il futuro dipende da noi”. Marabini, avvocato (lavora a Civitanova nello studio Formica), è sposato e ha due figli, proviene dal mondo associativo e ambientalista e proprio attorno a questi due cardini ruota tutto il programma che insieme alla coalizione ha pensato per Potenza Picena: la persona al centro dei ragionamenti e la riqualificazione del territorio partendo da ambiente, agricoltura, lottizzazioni zero e decoro. La serata, condotta magistralmente da Marco Bolis, ha permesso al pubblico in sala di conoscere meglio la figura di Marabini e di approfondire alcuni temi che saranno al centro della campagna elettorale. Marabini, fra aneddoti e qualche battuta ha spiegato il perché della sua discesa in campo.
«Non mi piace fare il capo, ma sono a capo di una coalizione. Il mio impegno parte da lontano – ha sottolineato – dal mondo dell’associazionismo, con Città prestata, non sono però mosso da ambizioni personali, anzi sono un timido. Mi muove però la voglia di promuovere un progetto diverso per Potenza Picena. Non riesco neanche a farmi le foto per la campagna elettorale perché l’apparenza non mi appartiene. Quando anche in famiglia discutevo della possibilità di candidarmi mia moglie mi ha detto “sì vai, ma ricorda l’obiettivo finale non è diventare sindaco, ma fare qualcosa di buono per Potenza Picena”». Ad appoggiarlo una lista civica e il Partito democratico. «Abbiamo unito esperienze e visioni diverse della politica – ha spiegato – il Pd è una forza strutturata che ci ha accolto nonostante la diversità e va dato merito al partito di aver fatto un passo indietro per un progetto nuovo. Poi ci sono anche alcuni moderati che daranno ancora più respiro all’alleanza. Stasera presento un accordo coi cittadini – ha detto Marabini – il nostro è un programma per i prossimi 20 anni. Non ci saremo sempre noi forse, ma le prospettive devono essere ampie». Dal pubblico arriva la prima domanda spigolosa, a porla è un amico stretto di Marabini, Sauro Gattafoni che ricorda come ai tempi di Città prestata il Pd non fosse l’alleato che è oggi e se da questa alleanza la visione e l’utopia di Marabini dovrà pagare un prezzo troppo alto e sarà sacrificata.
Il candidato sindaco non ci gira intorno e forse anche in virtù dell’amicizia risponde in maniera franca e non senza commozione. «Il passato è stato conflittuale col Pd, è vero, ma io sono un uomo di sinistra, e il passato è passato – ha risposto Marabini – Il Pd ha appoggiato questo progetto e sottoscritto un programma e le incomprensioni del passato non possono ostacolare l’obiettivo finale. Per fare politica serve un po’ di follia un po’ di sogno e un po’ di realtà. Ai tempi dell’associazione dicevano che io ero il sognatore e tu il “terrorista”. Io sono rimasto sognatore, ma serve anche un po’ di realtà, altrimenti l’alternativa sappiamo qual è, l’abbiamo vista e non ci piace». A fine serata torna sull’argomento anche Mario Morgoni presente in sala che rivendica il ruolo della politica di partito. «I venti anni di Pd in questa città non sono il buco nero della storia di questo paese – ha detto – Se c’e stata una continuità politica e un’opposizione che è il sale della democrazia lo si deve al Partito Democratico che ha tenuto vivo il confronto.
E oggi può guardare al futuro ed essere parte di questo progetto, da gregari, senza supponenza, ma neanche sudditanza, siamo soldati semplici, la nostra guida è Marabini, ma da uomo politico rivendico il ruolo e il valore della politica». E poi spazio ai temi: per il centro storico Marabini pensa al piano particolareggiato, un maggior decoro, una viabilità alternativa e nuovi spazi di socialità. La socialità e il recupero delle relazioni, oltre che degli spazi, è un leit motiv che attraversa vari ambiti della vita amministrativa, dalla sicurezza con controllo di vicinato, alla costruzione di un centro civico, fino al baratto amministrativo. E poi ambiente, costruzioni zero e lo status di oasi per i laghetti, un luogo che deve rimanere incontaminato e nel quale chi ne fruisce non deve essere un elemento di disturbo. Per il turismo Marabini parla di un sistema di rete fra le bellezze del territorio che devono essere valorizzate e promosse insieme: il mare e Villa Bonaccorsi, i laghetti e il centro storico.
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Definirsi di sinistra per un aspirante amministratore locale è inutile (e forse anche dannoso). La domanda che uno invece gli pone è il suo profilo/curriculum ed il programma in caso di elezione.
…”non mi piace fare il capo ma sono a capo di una coalizione”…si capisce subito che è veramente di sinistra!! gv