Paolo Bernabucci
Evasione di Iva e tasse, incarichi pagati che presidente e vice si sono affidati reciprocamente, mancanza dei requisiti di una onlus e di democraticità, configurazione di un’attività imprenditoriale. Battaglia tra Gus e Agenzia delle Entrate, l’associazione vince su tutta la linea. E’ stata depositata la sentenza con cui la Commissione tributaria provinciale ha accolto il ricorso presentato dalla onlus contro l’accertamento e le contestazioni dell’Agenzia e della Guardia di finanza. «Il 2019 si apre dunque con una buona notizia – commenta l’associazione – dopo un anno di difficoltà dovute a fattori esterni e interni. Il pronunciamento fa decadere ogni ipotesi di reato, silenzia definitivamente ogni polemica e permette all’associazione di affrontare con la dovuta energia le note difficoltà economico finanziarie. Il risultato ottenuto è importante anche sul piano nazionale per tutte le realtà del Terzo settore che si occupano di accoglienza, perché consente loro di agire in maniera più serena rispetto ad una normativa di settore finora lasciata a troppe libere interpretazioni». Resta comunque in piedi il processo per evasione fiscale contro l’ex presidente Paolo Bernabucci (e contro Daniel Amanze dell’Acsim, e di Laura Bacalini della Perigeo, le altre due onlus che si occupano di accoglienza migranti) dopo la citazione diretta a giudizio del procuratore Giovanni Giorgio. L’accusa è quella di avere nascosto redditi al fisco e di non aver versato l’Iva nel periodo 2011-2015: il Gus non avrebbe dichiarato 39 milioni, l’Acsim e la Perigeo poco più di tre milioni ciascuna. Per quanto riguarda l’Iva invece il Gus non avrebbe versato 10 milioni, le altre due circa 500mila a testa.
Tornando ai rilievi oggetto del recente ricorso, sono stati tutti smontati dalla commissione, che ha accolto dunque le motivazioni degli ex presidente e vice, Paolo Bernabucci e Franca Angeli. Quindi il fatto che entrambi percepissero compensi dall’associazione, tra l’altro con incarichi reciproci, e che questo rappresentasse la maggior fonte di reddito di entrambi è lecito, non rappresenta una divisione indiretta degli utili. Così come non è assolutamente dimostrata la mancanza di democraticità contestata nell’accertamento e la circostanza per cui l’associazione non è una onlus, ma svolga attività imprenditoriale (nel 2015 c’erano 272 dipendenti e tre volontari). «Il numero elevatissimo di migranti di cui l’associazione (come altre nel Paese) si è occupata (9.220 dal 2011 al 2015) – scrive la Commissione nella sentenza – ha reso necessaria la predisposizione di un rilevante numero di persone, anche qualificate professionalmente ed adeguatamente retribuite, e di rilevanti mezzi (locali e strutture, compreso il ricorso al credito bancario, data la non sempre tempestiva erogazione dei contributi rispetto ai servizi prestati). Le dimensioni della struttura organizzativa non sono indice di imprenditorialità, ma rispondono all’esigenza di dare adeguata accoglienza e adeguato sostegno, sotto vari aspetti, ad una moltitudine di persone che lo stato ha deciso di accogliere ma che non può direttamente gestire. Quanto alla questione dell’Iva, si ritiene di condividere quanto affermato dal Gus secondo cui le attività di accoglienza migranti svolte in convenzione con le pubbliche amministrazioni sono da inquadrarsi come non rilevanti ai fini delle imposte dirette, in quanto rientranti tra le attività istituzionale proprie delle onlus e degli enti non commerciali, per cui le relative entrate non concorrono alla formazione del reddito, e, comunque, sono esenti dall’Iva».
Così l’associazione, dopo le dimissioni di Paolo Bernabucci a fine anno, l’entrata di Francesco Maria Perrotta come presidente dichiara di voler guardare al futuro con occhi diversi. «In questi anni la nostra associazione – commenta il Gus – ha erroneamente concentrato la sua attività nel settore dell’accoglienza dei migranti, senza sperimentare in maniera significativa nuove progettualità, in particolare nella Cooperazione internazionale e nelle nuove forme di welfare, nazionale e internazionale. Oggi stiamo facendo in modo che il Gus continui le sue attività in modo sostenibile nel nuovo percorso tracciato dall’organo di amministrazione. Questa sentenza ci consente di farlo con più forza e di affrontare i mesi che verranno con maggiore slancio, permettendo ai dipendenti di lavorare con una rinnovata serenità economica, che è mancata negli ultimi mesi, e agli stakeholder una ritrovata voglia di collaborare con un interlocutore affidabile e virtuoso. Il futuro dell’associazione è oggi ancora di più nelle nostre mani e nel contributo ideale e operativo di ogni singolo elemento, dagli amministratori fino al più giovane degli operatori».
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E gli encomi solenni?
In realtà il GUS ha svolto attività anche nel settore della cooperazione. Basta vedere i suoi bilanci (l’ultimo è quello del 2017).
…chissà, adesso la sinistra nel 2020 a Macerata, con tutti questi benefattori, accusati ingiustamente (poverini..), magari vince un’altra volta…eh..!? gv
Ho l’impressione che l’articolo venga frainteso ( vedi Poloni ). Le beghe personali sulla paga del lavoratore presidente, mi sembra che poco abbiano a che fare con la denuncia del Procuratore Giorgio che mi pare di capire sia per” qualche ” milione di euro che non trovano la strada. Comunque al di là di questo , una bella statistica tipo Istat che ci acchiappa poco, magari più corretta in quanto i temi sono minori, anzi uno, non si potrebbe avere? Sarebbe curioso almeno statisticamente sapere che fine hanno fatto i 9220 fino al 2015 e le migliaia fino al 2018 e che ancora vengono gestiti anche se non so da chi visto che ci sono state lamentele per gli stipendi. Sapere quanti di questi hanno voluto fare ritorno a casa o sono stati rimpatriati dalle forze dell’ordine, quanti hanno trovato lavoro quello vero, quanti soggiornano nelle patrie galere, quanti fanno vita da barboni, quanti sono dediti alla prostituzione maschile, quanti spacciano, quanti sono rimasti a Macerata e dintorni. Insomma una statistica non si potrebbe fare perché non mi capita mai di leggerne per sapere cosa succede anche a distanza di tempo a quanti dopo aver finito il noto “percorso “ma non solo per quel che riguarda il Gus? Che fine fanno dopo essere stati buttati in mezzo alla strada? Ma forse sono io che non le trovo o magari non le cerco proprio perché penso che non esistono? Devo tenere come punto di riferimento le percentuali che dicono quanti migranti hanno trovato lavoro uscendo dagli Sprar? Si dichiara l’80 per cento, allora facciamo Sprar pure per gli italiani invece di rafforzare gli uffici del lavoro per i quali qualche giorno fa sempre a Macerata se ne faceva richiesta di fondi?
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