Viale Vittorio Veneto a Tolentino è uno dei quartieri più colpiti dalle scosse del 30 ottobre
di Federica Nardi
(foto di Fabio Falcioni)
Dal 26 al 30 ottobre del 2016 Tolentino ha cambiato volto. Case crollate, interi quartieri inagibili a causa di un’escalation di scosse come non si era mai visto. Due anni dopo quei giorni terribili, il sindaco Giuseppe Pezzanesi (che nel frattempo è stato rieletto), fa il punto della situazione. Una situazione non facile perché gli sfollati sono ancora 4mila.
Giuseppe Pezzanesi
Novanta le persone ancora in albergo, 200 circa quelle in container (uno dei rarissimi casi della provincia) e gli altri in autonoma sistemazione. Ma nel prossimo anno qualcosa si muoverà. «Abbiamo 73 milioni di opere pubbliche da avviare da qui all’estate – anticipa Pezzanesi -. Anche per le scuole, il torrione, l’ex mattatoio, San Nicola e gli appartamenti per gli sfollati. E in più il campus scolastico che dovrebbe partire a primavera e tra tutto essere consegnato in due anni». Gli appartamenti per gli sfollati (a oggi nessuno è stato consegnato) hanno creato diversi malumori per la scelta dell’amministrazione di non ordinare le sae (che pure sono state richieste dalla popolazione).
Uno dei terreni dove verrà costruita una palazzina per gli sfollati
Se tutto va bene le case, che rientrano in parte nell’operazione invenduto della Regione che ha deciso di acquistare palazzine da destinare ai terremotati tramite l’Erap, arriveranno l’anno prossimo. A tre anni dalle scosse. «Anche con il senno di poi non avrei fatto nulla diversamente – dice il sindaco -. Se sulle sae fosse stata fatta la stessa scelta anche da altri non avremmo buttato i soldi. Mi rendo conto che non tutti i Comuni hanno potuto. E certamente allungare il periodo di attesa crea dei malumori. Ma è una scelta lungimirante di edilizia di qualità, anche per le generazioni future, invece che edilizia d’emergenza. I conti si fanno alla fine». Per Pezzanesi l’ostacolo più grande in questi due anni è stata «una burocrazia aberrante. Leggi in contrasto tra di loro che hanno generato pareri su pareri, ordinanze su ordinanze. La lentezza della ricostruzione delle case con danni lievi è dovuta a questa burocrazia a volte veramente ingiustificabile. Certo ci sono anche cose che hanno funzionato. Abbiamo lavorato tantissimo con la Protezione civile nazionale e con i commissari che si sono succeduti. Anche a livello emotivo lo spirito di reazione della città ci ha lasciato sbalorditi. E’ stato fatto il possibile e l’impossibile. Scelte coraggiose le nostre ma consapevoli».
Viale Vittorio Veneto
Chiesa San Francesco
Palazzo ex Comune
Corso Garibaldi
San Catervo
Il torrione
L’ex cartiera
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Io e la mia famiglia facciamo parte dei 4000 sfollati.Premetto che questo commento è apolitico ma è solo un mio pensiero per la scelta delle sae…Posso essere anche d’accordo sulla scelta a lungo termine per la qualità è tutto il resto,ma più tempo passa e minori sono le possibiltà e le probabilitaà di tornare a Tolentinoe aumenta proporzionalmente la probabilità di vivere in pianta stabile nel comune dove abbiamo trovato l’autonomia sistemazione (a 20 km)!Perciò ques Perciò forse con le sae rimanere a Tolentino nell’immediato e nel futuro sarebbe stato poiù facile magari.
E quanti di questi 4000 prendono il cas senza spenderne nemmeno un euro per la locazione .?perché proprietari di seconde case o auto sistemati presso familiari??
Se sono proprietari di seconde case non si ha diritto al cas,se sono auto sistemati da familiari e non spendono un euro se pagare un mutuo su delle macerie significa non spendere un euro allora ha ragione…ma poi a lei cosa importa,è invidioso?Lei ha perso casa o lavoro o entrambi col terremoto??Non credo altrimenti non parlerebbe così!!E purtroppo non è l’unico,ne ho sentiti a bizzeffe di commenti su come ci si stia arricchendo con il cas,tutta gente che non ha avuto problemi e non solo…bè questa è l’Italia:invidie e sproloqui!!