Da sinistra: Giuseppe Santarelli (segretario regionale Cgil Marche) e Daniel Taddei (segretario generale Cgil Macerata)
di Monia Orazi
(Foto e video di Andrea Petinari)
Sceglie il giorno dell’anniversario dei primi due anni dal terremoto che ha messo in ginocchio mezza provincia, la Cgil provinciale di Macerata, per il congresso che dopo quattro anni segna l’appuntamento del rinnovo delle cariche del gruppo dirigente. Alla presenza dei delegati delle diverse categorie, del direttivo regionale, dei rappresentanti sindacali e di tanti iscritti, si è tenuto oggi a Borgo Lanciano di Castelraimondo il congresso provinciale che ha portato alla riconferma di Daniel Taddei come segretario generale. L’assemblea generale lo ha eletto con 55 voti su 55. Ad aprire la giornata congressuale, dopo l’elezione delle commissioni elettorali, è stato proprio Daniel Taddei in veste di segretario uscente che ha tracciato un bilancio negativo del saldo di lavoratori in provincia, in cui negli ultimi dieci anni sono spariti diecimila posti di lavoro, di fronte al totale di 35mila persi in tutte le Marche. Ha spiegato Taddei: «Questi quattro anni sono stati veramente devastanti, abbiamo assistito allo smantellamento di alcuni diritti, tra cui il Job act e l’articolo 18, la recente sentenza della corte costituzionale ci ha dato ragione riguardo all’iniquità di questa norma, abbiamo assistito a delle politiche che hanno portato la scuola e la sanità ad arretrare, soprattutto quella pubblica a scapito del privato».
Inevitabile il riferimento al sisma, nell’analisi del segretario: «Purtroppo il nostro territorio è stato devastato dal sisma, siamo a due anni esatti dalla prima scossa del 26 ottobre dobbiamo dire che purtroppo la situazione è insostenibile sotto tutti i punti di vista, sia quella emergenziale, con i casi gravissimi di irregolarità che abbiamo riscontrato, sia dal punto di vista dei cittadini che sono costretti, dopo anni passati fuori a due o tre mesi a rilasciare le casette per le condizioni in cui sono state costruite. Purtroppo il tessuto economico e produttivo non riparte, perchè la ricostruzione sta ai primi passi e le persone non riescono a riappropriarsi del loro territorio, ma soprattutto manca il lavoro. La nostra provincia rispetto al 2008 ha perso più di diecimila posti di lavoro. Il bilancio è fallimentare, sono stati fatti tanti studi, ma le ricadute sul territorio per la ripresa occupazionale non si vedono». L’intervento di Taddei si è però aperto con un’ampia riflessione sui fatti di Macerata, a partire dall’omicidio di Pamela Mastropietro, passando per la tentata strage di Luca Traini. «Il nostro territorio è stato sconvolto da fatti gravissimi, quali l’omicidio di Pamela Mastropietro, la tentata strage di Luca Traini ed il conseguente circo mediatico che ne è scaturito – ha detto Taddei – abbiamo cercato di capire quale era la risposta migliore da dare, abbiamo contattato il sindaco, il rettore, l’Anpi. Credevamo occorresse una risposta alta, istituzionale, collettiva ed inclusiva, ma che soprattutto rispettasse il territorio, così purtroppo non è stato, per fughe in avanti e ritardi decisionali, abbiamo creduto che il problema di rigurgiti fascisti e razzisti fosse non territoriale, ma molto più generale, a malincuore abbiamo fatto domenica 18 febbraio, una manifestazione del territorio». Ha aggiunto Taddei: «La discussione da intavolare non può essere una contrapposizione duale, la democrazia è ascolto, interpretazione e proposta. La risposta da dare a Macerata, doveva essere più articolata. La tragedia di Pamela non sono solo le sue ultime ore, ma è rappresentativa della crisi di un sistema che sta fallendo e ci rimanda ai fatti di cronaca recenti a Roma. Una neo diciottenne che proviene da un disagio, dove serve che lo Stato e la comunità intervengano, perchè sappiamo quanto basso sia il tasso di successo per potersi liberare da certe dipendenze, è uscita dalla comunità e questa è la prima sconfitta. Il fatto più grave è accaduto per strada, dove lei ha incontrato un nostro concittadino, su cui dobbiamo riflettere. Lui ha approfittato di lei, che poi è stata condotta in quel sistema di morte. Siamo di fronte ad una crisi sistemica e culturale, istituzionale, c’è la droga, lo spaccio, il riciclaggio, dietro ci sono italiani. Anche la tentata strage di Traini è stata il sintomo di un malessere, acuito da politiche strumentali, che hanno alimentato l’odio ed il disagio sociale, perchè sono stati lasciati indietro gli ultimi».
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Di seguito la lista degli eletti nel comitato direttivo con 142 voti favorevoli e uno contrario.
Daniel Taddei, Rossella Marinucci, Daniele Principi, Matteo Cavalletti, Paola Marziali, Dalila Fiorani, Fabrizio Rocchi, Aldo Benfatto, Giorgio Cacchiarelli, Loredana Guerrieri, Elisabetta Ballini, Anna Grazia Lattanzi, Massimo De Luca, Matteo Ferretti, Luca Cesini, Angelo Mazzuferi, Diallo Mamadou Sadio, Carlo Cesca, Stefano Calvano, Giovanna Pigliapoco, Michela Verdecchia, Angelica Bravi, Tiziana Montecchiari, Simone Salvucci, Gabriele Lorenzetti, Maurizio Procaccini, John Palmieri, Andrea Coppari, Mina Pascucci, Matteo Pintucci, Alfonso Borroni, Gilda Tiberi, Biagio Liberati, Antonio Renga, Giampaolo Cingolani, Fiorella Moroni, Alberto Cicarè, Floriana Cervelli, Vincenzo D’Alessandro, Marco Bracalente, Romina Maccari, Laura Bartoloni, Maria Elena Fermanelli, Alessia Castellucci, Andrea Angeloni, Francesco Passarotti, Stefano Tordini, Sabrina Lapponi, Ivana Rosati, Antonio Marcucci, Giuseppe Pettinari, Giulio Marinozzi, Mario Grassetti, Lindo Morichetti, Sauro Bravi, Maria Teresa Carloni, Venanza Ciccarelli, Carla Monachesi, Gabriella Pallotto, Angela Brancadori, Graziella Antolini, Sonia Prosperi, Cristiana Senigaglia, Isa Vitaliani De Bellis.
Daniel Taddei, segretario generale Cgil Macerata
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Complimenti, Daniel. Condivido in pieno le tue parole sulle vicende Pamela e Traini.
Tutto il mio disprezzo, Daniel: vergognoso l’autorazzismo verso il nostro concittadino, colpevole di nulla, essendo ignaro di tutto, che è bizzoco, pinzochero, barbaramente bigotto coinvolgere nella tragedia di Pamela…
Dunque: a Macerata, oramai da anni, spadroneggia la mafia nigeriana, e la colpa è del fascismo, del razzismo e degli italiani!! Benissimo, fantastico!! Chi dichiara queste cose è il segretario generale della CGIL, mi pare!! Razzismo e fascismo, be’, lasciamo perdere; anche oggi la stessa madre di Pamela ha dichiarato, su di un quotidiano nazionale, non certo “razzista” e di destra, che i veri razzisti sono proprio gli africani nei nostri confronti, ed ha ricordato la famosa frase “c’è una bianca da stuprare”.. Tuttavia credo che una certa colpa degli italiani ci sia, si, ed è quella di coloro che non hanno fatto nulla per evitare un’invasione senza controllo di delinquenti stranieri e, per di più, hanno contribuito, in nome dell’accoglienza (leggasi propri interessi..), a questa invasione, oramai incontrollata (andatevi ad informare come è impossibile, di fatto, espellere un criminale pluripregiudicato e pericoloso dall’Italia..). Ovviamente, chi conosce bene la realtà ed i fatti sino in fondo, sa bene a quali italiani mi riferisco. Povera Italia.. gv
Un lavoro stabile,che non può scaturire dal precariato dilagante,e sufficentemente remunerato,con il nostro tradizionale modello di sviluppo e la globalizzazione dell’economia,è un problema angosciante che sta avvicinando la nostra Regione al meridione d’Italia.La presa d’atto serve a poco se non viene messa a punto una strategia profondamente innovativa e lungimirante,compito che compete a tutte le forze politiche e sociali,che,invece di dialogare costruttivamente,fanno solo sforzi incredibili per delegittimarsi a vicenda.Urge capire che nessuno ha la ricetta magica e che è in atto una vera guerra mondiale sul piano economico che passa anche attraverso l’adozione di nuove e rivoluzionarie innovazioni tecnologiche che impattano il mondo del lavoro.
Così come un sacerdote dovrebbe occuparsi della cura delle anime, un sindacalista dovrebbe occuparsi dei diritti dei lavoratori. Senza toccare la politica.
Temo che il segretario non sappia bene fare i conti o ancora nutra un ottimismo mal posto.
In 10 anni 13 mila posti di lavoro persi.
Mancano infatti i circa 1500 lavoratori della i guzzini illuminazione e altrettanti dipendenti delle aziende terziste.
Hai ragione caro Marcello! Mi scusi Segretario,ma dopo l’ottimismo mal riposto del caso Teuco Guzzini penso sarà il caso di combattere senza se e senza ma per cercare di limitare gli ulteriori giganteschi danni provocati dalla famiglia Guzzini.
Ringrazio vivamente Cronache Maceratesi per non aver pubblicato il mio commento del 27 ottobre delle ore 9.35, perché, tra le altre cose, la non pubblicazione mi aiuta a comprendere meglio certe, per così dire, dinamiche che ci circondano, senza nulla togliere alla correttezza di questa testata. Ossequi gv
Caro Vallesi, ha presente la critica al liberalismo di Mussolini?
” La libertà non è un fine; è un mezzo. Come mezzo deve essere controllato e dominato”.
Per Pavoni. Si parla tanto di Costituzione e delle sue origini (la ‘Resistenza’), ma sono in pochissimi a conoscerla – quanto meno a conoscerne i principi fondamentali – e ad applicarla.
Egregio signor Pavoni, concordo perfettamente. Ossequi. gv
E’ vero Vallesi, però certe volte preferisco non passare la moderazione che tagliare troppo.
Egregio signor Sauro Micucci, la comprendo perfettamente, ed approvo; del resto lo evidenzio anche nel commento di “risposta” alla non pubblicazione. Ossequi. gv