Nuovo polo scolastico a San Ginesio, il sindaco Giuliano Ciabocco: «Attendiamo risposta per un progetto meno invasivo entro l’8 novembre. Ma mi chiedo come sia stato possibile procedere ad una operazione tanto importante offrendo un’area vincolata». Il primo cittadino di San Ginesio va all’attacco sul polo scolastico e parla di una vicenda che ha avuto tratti a volte grotteschi. Tra questi l’inaugurazione del cantiere lo scorso 31 maggio con la posa della prima pietra. «Mi chiedo, in qualità di neo amministratore, come si può procedere a un’operazione tanto importante per il futuro del nostro paese offrendo un’area vincolata e senza essere in possesso delle autorizzazioni necessarie? Come si può procedere alla demolizione della vecchia scuola, allo smantellamento di parte dei campi da tennis pur di avviare un progetto che, così come era stato originariamente concepito, non sarebbe stato realizzabile?». Il sindaco parla di «una pura quanto disarmante strategia politica visto che l’inaugurazione è avvenuta in piena campagna elettorale, e che l’inevitabile parere negativo è stato emesso dalla Soprintendenza in data 11 giugno 2018 (il giorno dopo la nostra vittoria elettorale) e citava letteralmente che “…la massiccia edificazione dell’area avrebbe causato una forte compromissione della tutela e della conservazione del patrimonio storico monumentale (Cinta muraria medievale, Ospedale dei Pellegrini…)”. In questi quattro mesi ci siamo riuniti ovunque (Ancona, Rieti, Roma) e con tutti (Commissario Straordinario, Soprintendenza, Regione, Protezione civile, cittadini) per sbloccare il vincolo e la revisione dell’ambito di tutela, attraverso un nuovo progetto di polo scolastico concordato con la Sovrintendenza e con la redigente struttura commissariale, presentato il 7 agosto e che prevedeva un concetto architettonico meno invasivo nei volumi, nelle forme e nei colori, e di cui si attende l’esito entro l’8 novembre prossimo». Il sindaco prosegue dicendo che «Nonostante il Consiglio comunale ed i cittadini fossero stati informati in seduta pubblica, l’amministrazione sta attualmente assistendo a qualcosa di paradossale, come la costituzione di un Comitato (apprezzabile come principio generale) ma “in difesa” del nuovo polo scolastico San Ginesio – centro storico, e la richiesta del gruppo di minoranza di convocare un consiglio comunale straordinario a “Sostegno e salvaguardia del progetto polo scolastico di San Ginesio, così come concepito originariamente, finanziato dall’Ordinanza 14/2017 del Commissario straordinario per la ricostruzione”: propositi ad oggi ampiamente concertati e superati. Compito della Procura sarà quello di analizzare tutta la documentazione e individuare eventuali responsabili per il deturpamento dell’area, per appalti che potranno comportare l’attivazione di penali ed esborsi economici e a danno della collettività».
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Dal Comitato in difesa del Polo scolastico nel centro storico:
“Sulla questione del nuovo polo scolastico di San Ginesio, il sindaco Ciabocco finge di non capire. La politica post elettorale non ci interessa. Non ci faremo tirare dentro a polemiche sterili e ricerche di colpevoli, veri o presunti. Il nostro comitato è stato al fianco dell’amministrazione comunale fino a pochi giorni fa, quando, in consiglio comunale, il sindaco ha chiaramente annunciato un cambio di posizione e prospettiva, con adozione di nebulose soluzioni di tipo B o C, decidendo di abbandonare la strada del Polo scolastico ben prima che il suo iter fosse concluso ed, eventualmente, fallito. La Soprintendenza, infatti, ha fino all’8 novembre 2018, da quanto il Sindaco stesso dichiara, per esprimere il proprio parere sul nuovo progetto ripresentato il 7 agosto 2018, più rispettoso dell’area, dei volumi, dei colori.
Anziché perdere tempo in polemiche politiche l’amministrazione dovrebbe impegnarsi ancora e ancora nei confronti di Ministero, Regione, Soprintendenza per risolvere il problema, che sappiamo esser molto complicato.
Non vediamo la determinazione necessaria verso la risoluzione della questione, cioè il superamento del vincolo, nel pieno rispetto dell’ambiente e della legge, cosa che comporterebbe velocità nella realizzazione delle scuole, validità dell’appalto, valorizzazione dell’area e delle mura di cinta. Notiamo, invece, un grande lavoro verso soluzioni di altro tipo. Nessuno può pensare di tirarsi fuori da questa grande storia dell’assurdo, in cui a pagare sarà soltanto un paese che è già stato devastato dal terremoto più forte degli ultimi trecento anni, e che oggi deve difendere con le unghie e con i denti anche le scuole che, da sempre, da secoli, sono il suo tratto identitario.
È incredibile che debba essere un Comitato a difendere, nell’ultimo e più difficile tratto di strada, uno dei progetti scolastici più ambiziosi del Commissario straordinario per la Ricostruzione da uno stallo, a dover chiedere fino allo stremo il superamento di un problema, seppur enorme, che dovrebbe interessare la politica con la P maiuscola. La sensazione forte è che di fronte all’ostacolo si è fatto, tutti, nessuno escluso, qualche timido tentativo di superamento, per poi preferire imboccare un’altra strada che non ha niente di certo se non la lunghezza dei tempi”.