L’IMMAGINE – Sorbo, frazione di Ussita, 24 dicembre 2017
La vetrina addobbata del bar Due Monti di Ussita
di Federica Nardi
Una tavola apparecchiata, ricoperta da due dita di neve. Una sedia a terra, oggetti lasciati nell’erba. Alle spalle del giardino i resti di una casa crollata, a Sorbo di Ussita. Dietro ancora il monte Bove. Un anno e cinque mesi dal terremoto del 24 agosto 2016, ed è di nuovo Natale. «Ma non un buon Natale – dice Mauro Passerotti, il commissario prefettizio -. L’unica soddisfazione che abbiamo è quella di chi ha preso casa». O meglio, la casetta. A Ussita le consegne delle soluzioni abitative d’emergenza (sae) sono partite questa settimana.
Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, le aspetta ancora. Gliene sono state consegnate solo 11, in estate. «Amarezza e delusione – si limita a dire – Gli impegni presi dalla Repubblica italiana, non sono stati mantenuti». A Visso, oggi, senza clamori, sono state consegnate altre sae in zona Borgo San Giovanni. «Questo è il mio regalo di Natale, meglio poco che niente», dice Giuliano Pazzaglini. Mentre da Caldarola, Luca Maria Giuseppetti denuncia lungaggini burocratiche su tutto, anche sulla scuola donata da un privato. «Se per agosto non è pronta è una vergogna, scenderemo a bloccare la superstrada se necessario. Da Roma continuano a chiedere carte». A Bolognola il Natale «è migliore dello scorso hanno – dice il sindaco Cristina Gentili – anche se non per tutti. Poteva andare tutto molto meglio ma continueremo a darci da fare».
Demolizioni a Sorbo
Esattamente un anno fa il neo premier Paolo Gentiloni visitava San Ginesio al motto di «le risorse ci sono, serve meno burocrazia» (leggi l’articolo). Se le risorse nel frattempo stanno arrivando (anche in abbondanza a comuni fuori dal cratere sismico), la burocrazia è rimasta tale e quale, se non peggio. Lo dicono i sindaci, lo dimostrano i fatti. Con la ricostruzione dei danni lievi ferma al palo, le casette che vengono montate in montagna sotto zero (tra segnalazioni della Cgil e dei comitati per le condizioni di lavoro nei cantieri sae), le riunioni plenarie con primi cittadini che hanno problemi completamente differenti, le aziende che lottano per sopravvivere. Massimo sforzo per minimo risultato. La ripartenza, sulla carta, ha tutti i numeri, ma le cose non vanno come sperato. Gli obiettivi del dopo terremoto (evitare lo spopolamento, rilanciare i territori, velocizzare le procedure e completare le casette), restano per lo più inappagati dove il sisma ha colpito più forte. «Non siamo stati passivi, siamo stati propositivi e pro attivi ma non è servito – dice Falcucci -. Quotidianamente abbiamo visitato i cantieri delle casette segnalando alle autorità competenti i disagi e i tempi che si allungavano». Ma niente, Castelsantangelo è ancora un borgo dove vivono in 11 famiglie e quest’anno, per Natale «non è previsto niente – conclude Falcucci – segno di avvilimento delle persone».
Sciatori a Frontignano di Ussita, nonostante gli impianti chiusi a causa del sisma. La risalita della pista
A Ussita i soldi, sulla carta, arriveranno in abbondanza per il rilancio degli impianti e quindi del turismo. Ma il bilancio di Natale, anche qui, non è positivo. «Vengono messi ostacoli su ostacoli. Ora vigilerò per le casette che mancano per farle consegnare il prima possibile», dice Passerotti. «Che non sarebbe stato un buon Natale è scontato. Con l’impianto normativo attuale di notizie positive ce ne saranno ben poche – dice Pazzaglini -. Lavoriamo tanto per ottenere poco. Un po’ demoralizzante». Luca Maria Giuseppetti, a Caldarola, lotta ogni giorno contro tempistiche che poco si adattano all’emergenza: quelle di Roma. «Ma io dico, sono 4 mesi che andiamo avanti per l’area scuola, se servono altre carte ditemelo prima no? È tutto un perdere tempo. Inviamo documenti e poi passano 20 giorni, un mese, prima delle risposte». Delusione anche per i fondi, dati a pioggia, fuori e dentro cratere. «Non ci siamo ancora capiti: ci sono comuni in ginocchio – dice Giuseppetti -. Dopo un anno speravo in risultati maggiori, di poter far rientrare la popolazione. Andiamo lenti e la mia preoccupazione è che se non si torna a breve ci sarà la desertificazione. Mi aspettavo dalla Regione un occhio di riguardo per i comuni più colpiti». A Bolognola il sindaco è più ottimista. «Qualcuno è tornato a casa sua – dice Cristina Gentili – altri hanno preso in affitto le seconde case grazie alla disponibilità dei proprietari. Al peggio non c’è mai limite, dopo più di un anno poteva andare tutto meglio, ma considerando che abbiamo iniziato la ricostruzione e tanti progetti da realizzare dobbiamo solo continuare. Gli impianti sono aperti, un po’ di turisti si fanno vedere, per la fine dell’anno gli eventi sono tanti e vi aspettiamo».
L’albero di Natale a Bolognola
Vergogna.
E i compagni ancora pensano allo Ius Soli...sti bastardi...
RIBELLARSI NO?
Ci risiamo, 2°anno al freddo, si è fatto troppo poco.
Va' tutto bene, tranquilli!
Io l'ho conosciuta quando e' venuta a Falerone, debbo dire la verita' al momento mi aveva fatto una buona impressione, con il passar del tempo mi sono ricreduto e' come tutti gli altri se non peggio. Falerone a confronto ai paesi sopracitati non ha nulla, ma anche noi abbiamo problemi, tre giorni fa' parlando con il Sindaco, era alquanto adirato con la Commissaria e aveva tutte le sue ragioni che non posso elencare........bisogna fare azioni piu eclatanti altrimenti nessuno ci sente....fra' qualche mese ci saranno le votazioni, ora con le promesse si sveneranno......la Commissaria deve andarsene insieme al suo partito.....
Che tristezza!!! Mi vergogno di essere nato nella stessa nazione di questi caxxo di politici, indifferenti a qualsiasi disagio e sofferenza altrui!!!
Purtroppo la speculazio- ne ci sguazza con frane inondazioni e terremoti non c e partito che tiene
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se avessero un minimo di dignità sarebbe ora di assistere alle dimissioni di certi politici!
Onore e complimenti ai Sindaci che combattono da 16 mesi contro una burocrazia cieca ed ottusa e contro politici inetti
Su su, almeno sulla carta avete un sacco di soldi, conosco parecchia gente che nemmeno quelli c’ha. Certo, risorse che arrivano in abbondanza fuori cratere possono dare fastidio, però, forse stanno ad indicare che prima il cerchio si stringe( speriamo non il cratere ) e poi troveranno la strada giusta. Non ho mai saputo che fine abbia fatto la richiesta di fondi pro terremoto fatta da Gabicce (PU) che sta attaccato a Cattolica sull’Adriatico e prima cittadina romagnola. Però dai, avete o’sole, avete o’mare ( quelli che sono ancora in stato di diporto ( lo so che non è la parola giusta, che significa fare una gita piacevole, però sempre meglio che scrivere deportati che rende la gita un po’ triste, quasi forzata anzi che si sarebbe proprio evitata )e avete anche a’ montagna. Quelle foto dei ruderi sono meravigliose, ricordano le rovine capitoline che tanti turisti attirano da ogni parte del mondo. Io proporrei di non rimuovere quelle che hanno una certa stabilità così fra duemila anni verranno da noi a vedere gli antichi ruderi rimasti a testimoniare la nostra civiltà e anche l’inciviltà dell’allora Regione Marche comandata dal Tiranno Ceris Porzio Catone, fatto fuori poi dal pro console Sciabbo Marco Catullo cantore della ricostruzione sempre presente agli insediamenti dei barbari ritornati a vivere nei loro luoghi di appartenenza. E poi è Natale, ricordiamoci della nascita del bambinello, che se nasceva qui, neanche il bue con l’asino c’aveva a riscaldarlo, perché persi in mezzo alla neve a morire di fame e di stenti. E come diceva il grande maestro Leonida Rubistein: ” Non lamentatevi dell’oggi se non conoscete ancora il domani “.Colgo l’occasione per non augurare Buon Natale perché non vorrei che mi fossero indirizzati paralisi, gorbi secchi, colpi apoplettici, sboccacci di fiele ed altre amenità sui generis. Ciao a tutti i terremotati ovunque siano.
E’ Natale, ma i “brontoloni per principio” non trovano mai pace!!!
Come se non fossero i cittadini a scegliere chi li governa!