Odissea Casette, rischio 2018
Spuri: “obiettivo non scavallare l’anno”

SISMA - Nel Maceratese i tempi tecnici non ci sono. Per farle servono, tra attrezzare l'area e montarle, 3 o 4 mesi. Ma il nodo sono le schede Aedes che ancora sono lontane dall'essere completate. "Ad Arquata e Pescara del Tronto ce la faremo per aprile ma i lavori là sono già partiti"

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Una palazzina sventrata a San Severino

 

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Cesare Spuri

 

di Gianluca Ginella e Federica Nardi

«Le casette in primavera sono un obiettivo ambizioso, forse troppo. Per aprile la consegna è prevista per Arquata e Pescara del Tronto, dove i lavori sono già cominciati. In altri comuni sono in corso gli ordini ma devono essere organizzate le aree. Nelle Marche stiamo lottando con le unghie e con i denti per portare le casette a settembre, l’obiettivo è non scavallare l’anno e non far arrivare l’inverno». Il dirigente dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, Cesare Spuri, spegne le speranze dei comuni del Maceratese che attendevano le casette per la primavera. Se tutto va bene, secondo la Protezione civile, occorrerà attendere settembre. Più facile ottobre e forse anche oltre. Il problema, che ormai si trascina da mesi (i terremoti ci sono stati il 24 agosto e il 26 e 30 ottobre), sono le schede Aedes. Quello è il nodo di tutta la questione. Mancano i tecnici per farle e ne restano moltissime da completare. Per fare un esempio: Visso ha chiesto 220 casette, Ussita 100, Fiastra 72, Muccia 170, Castelsantangelo 80. Ma si tratta di richieste relative, in base alle domande dei cittadini. Il problema è che per avere diritto alla casetta di legno occorre l’attestazione con scheda Aedes, e le domande, senza quella, non possono essere portate avanti. Il che significa che senza il parere Aedes la Protezione civile non può inoltrare la richiesta delle casette di legno alla ditta produttrice che ha vinto l’appalto. E la ditta senza avere la certezza del numero di casette che servono non parte con la produzione perché il rischio è di avere un danno economico rilevante.

 

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Le casette di Serravalle dopo il terremoto del ’97

Perché una casetta di legno costa, secondo quanto riferisce una impresa del settore, dagli 850 ai mille euro al metro quadrato, esclusa l’Iva. Significa che, compresa l’iva, una casetta piccolina, da 40 metri quadrati, costa tra i 45mila e i 48mila euro. Ma per mettere le casette prima serve il dove. E i comuni si stanno concentrando nell’individuazione delle aree per ospitarle. Anche qui però, se manca il numero preciso delle casette che servono, che si può definire solo in base alle schede Aedes, i Comuni potrebbero trovarsi a dover individuare ulteriori aree. In base ad un accordo con l’Agenzia delle entrate, se l’area individuata è di proprietà di un privato, verrà corrisposto, ogni anno, quale affitto, un dodicesimo del valore dell’area. Una volta individuata la zona dovranno essere realizzati i lavori di urbanizzazione che, se tutto va bene, possono essere completati in un mese. Ma sui tempi dipende dalla zona, e anche in questo caso possono allungarsi. Completate le opere di urbanizzazione sarà la volta del montaggio delle casette. Prima però occorrerà realizzare un villaggio con i container in stile cantieri della Quadrilatero, per dare ospitalità agli operai che devono montare le case di legno. E così tra individuazione dell’area, opere di urbanizzazione e il completamento delle casette potrebbero servire dai 3 ai 4 mesi. Attese che si protraggono per gli sfollati. Sulla costa sono circa 5.500 ed è previsto che possano fermarsi fino ad aprile nelle strutture in cui sono ospitati, salvo chi ha iscritto i figli a scuola. Per ogni persona sulla costa lo Stato paga 40 euro al giorno. A conti fatti sono 220mila euro al giorno.

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Cesare Spuri, Fabrizio Curcio e Vasco Errani

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Sfollati al camping Holiday



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