La rabbia degli allevatori:
“Mai saputo potessimo fare le stalle
Intanto gli animali muoiono”

SISMA - I proprietari di capi di bestiame lamentano che non c'è stata comunicazione sui rimborsi per chi realizza strutture in proprio. Albano Liberti: "Stanotte mi sono morti per il freddo 7 maialini". Fabio Ottaviani: "Non sapevamo niente di queste opportunità". Attilio Rivelli: "Ci avevano detto di aspettare, abbiamo perso un mese"

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Albano Liberti non ha più casa nè stalla e fino ad oggi è stato in attesa di aiuti che non sono mai arrivati

 

di Claudio Ricci

“Ci hanno detto di stare fermi e che se avessimo fatto da soli non ci avrebbero rimborsato nulla”. C’è rabbia e rassegnazione nelle parole dell’allevatore Albano Liberti alla notizia data oggi dall’assessore alla Protezione civile, Angelo Sciapichetti, circa la possibilità di realizzare autonomamente le stalle per poi essere risarciti dopo un mese (leggi l’articolo). Una facoltà prevista dall’ordinanza 5 del 26 novembre su cui l’assessore ha ammesso un deficit di chiarezza e di comunicazione. Di cui oggi pagano il prezzo gli allevatori e gli stessi animali costretti al freddo con le temperature proibitive del periodo. Lo stesso Liberti di Pievebovigliana si trova senza casa e senza stalle con 30 cavalli e altrettante tra pecore e capre dopo il terremoto (leggi l’articolo).

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I cavalli costretti a dormire all’aperto

“Fino ad oggi non c’era la certezza della possibilità di muoversi autonomamente – dice Liberti – Dopo il terremoto di agosto ci hanno detto di stare fermi. Poi con le scosse di ottobre qualcosa è cambiato. Comunque bisognava attenersi a delle strutture imposte. Ma ne hanno montato due ad Amatrice e una se l’è portata via il vento”. Intanto proprio stanotte a causa del freddo Liberti ha perso 7 maialini appena nati stroncati dalle temperature gelide di Pievebovigliana, arrivate a 7 gradi sotto lo zero. “Se avessi avuto i locali caldi sotto la casa sarebbero ancora tutti vivi – è la certezza di Albano – Se vogliono che resistiamo quassù in montagna si devono sbrigare”. Al gelo del periodo si aggiunge l’emergenza dello scadere delle gravidanze che tra un paio di settimane riguarderà una decina di giumente e 30 tra capre e pecore. “Non so come farò – è la disperazione di Albano che con il terremoto ha avuto distrutta anche la casa – Cercherò di arrangiarmi mettendo qualche lampada nel capannone che ho adattato con divisori provvisori. Ma durante il parto i cavalli non possono stare insieme, mi servono i box. E nello stesso periodo coincide anche la fine della gravidanza delle pecore e delle capre. Credo che tanti animali faranno la fine di quei poveri maiali”. Intanto proprio oggi la protezione civile ha emanato un altra allerta meteo che poterà un ulteriore ondata di freddo e neve sulla provincia.

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Fabio Ottaviani con le sue mucche

Anche Fabio Ottaviani allevatore di Visso che vive in un campo sportivo adattato dopo il sisma ad ospitare una comunità di circa 25 persone (leggi l’articolo) si trova in estrema difficoltà con le sue mucche. “Non ne sapevamo niente” dice sulla possibilità del risarcimento per la costruzione autonoma delle stalle. “Intanto ho fatto due baracche di paglia e per il momento due mucche le ho sistemate lì. Sabato provvederò a rimettere le altre che sono circa una decina. Ma ho fatto tutto in autonomia per evitare che dormissero di notte all’aperto”.

 

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Alcuni capi dell’azienda Rivelli

Attilio Rivelli di Pieve Torina deve pensare in tutta urgenza a sistemare i suoi 150 bovini di razza marchigiana (leggi l’articolo). Solo ieri pomeriggio mi è arrivata una chiamata di un conoscente che lavora al ministero e che mi avvertiva che le pratiche erano sbloccate e potevamo fare autonomamente le stalle. Potevano dirlo anche prima. Ho letto tutte le delibere e magari mi è sfuggito ma presentammo la domanda due giorni dopo che era uscita l’ordinanza a fine novembre e ci hanno detto di stare fermi e di aspettare. Domani mattina inizio a individuare qualche piccolo lavoro per preparare le aree ma intanto si è perso un mese”. Vanno meglio le cose per la famiglia Sufferini di Penna San Giovanni. Mentre Giovanni e la moglie Sabrina sono ancora in cerca di una casetta di legno per poter vivere in condizioni più dignitose dell’attuale sistemazione in un container è arrivata la stalla per le 20 mucche e vitellini che fino a Natale, prima che se ne occupasse Cronache maceratesi, non avevano un riparo (leggi l’articolo).

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Giovanni Sufferini e Sabrina Frattari

 



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