di Claudio Ricci
Un nuovo e moderno polo scolastico alle ex casermette al posto della Dante Alighieri. Il progetto ventilato dall’amministrazione comunale dopo la dichiarazione di inagibilità del plesso, giunta in seguito al sopralluogo della protezione civile (leggi l’articolo), sta prendendo forma. Dal ministero della Pubblica Istruzione e della Cassa depositi e prestiti proprietaria dell’ ex sede del comando della Guardia di finanza ci sarebbe la massima disponibilità alla realizzazione.
“Il costo che lo Stato sosterrebbe per adeguare la Dante Alighieri e predisporre i moduli per le lezioni ammonterebbe a circa 4,5 milioni. Abbiamo così pensato che questa cifra potrebbe essere investita in una nuova scuola – dice il sindaco Romano Carancini – L’idea è di realizzarla alle casermette, area utilizzabile, baricentrica rispetto alla città e con un parco meraviglioso. Sulla base di questo ragionamento abbiamo chiesto un incontro con il Ministero e Cassa depositi e prestiti. La filosofia perfettamente in linea con le nuove direttive per l’edilizia scolastica ha avuto una preliminare disponibilità”. Un progetto sostenuto anche dal commissario per la ricostruzione Vasco Errani e dal presidente della Regione Luca Ceriscioli che stamattina si sono confrontati con Carancini alm Dicomac di Rieti
Il sindaco Romano Carancini ha incontrato a Rieti il commissario Vasco Errani che ha assicurato disponibilità per il progetto
“Oggi abbiamo chiuso un primo grande cerchio con la massima disponibilità del commissario Errani e di Ceriscioli. Contiamo di poter realizzare la scuola al massimo in un anno e mezzo”.Un polo moderno all’altezza delle ultimissime normative antisismiche e che farebbe risparmiare allo Stato i soldi derivanti dalla permuta dell’edificio di proprietà di cassa depositi e prestiti. “Quella plusvalenza verrà aggiunta alle risorse statali per la costruzione del polo che avrà un costo tra i 5 e i 6 milioni di euro- precisa Carancini – Sarà più grande dell’attuale comprensivo Alighieri, tecnologicamente all’avanguardia e farebbe raggiungere una serie di obiettivi importanti. Lo Stato risparmierebbe risorse anche in una prospettiva di emergenza sismica. Questa è una direzione di marcia che si concretizza in una proposta condivisa dai partner pubblici. Ora andrà istruita ma su questo l’amministrazione è fortemente determinata”.
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Ora si che ragioniamo, era sprecata per una “cittadella giudiziaria” che potrebbe tranquillamente sorgere in zona decentrata (Piediripa)
5 o 6 milioni di € e un anno e mezzo per la realizzazione…. RobertaEmili mesa’ non parlano di noi vero?
In alternativa propongo il Park Sì
Purché non facciano come con le piscine !! Altrimenti anziché mia figlia ci andrà mia nipote…. forse !
Vorrei complimentarmi con tutti quelli che hanno preso questa diciamo decisione, ottima scelta, non poteva sorgere cosa migliore, ” Ben fatto”.
Vorrei dire solo una cosa, quando scrivete siate più precisi, la struttura di cui stiamo parlando ” le casermette” ha ospitato dal 1950 circa fino al 1995, la gloriosa AERONAUTICA MILITARE, perché non mensionarla, perché nascondere questo, se quelle mura potessero parlare quante cose potreste conoscere. Grazie senza offesa x nessuno. W l’Aeronautica, le FF.AA., la G.di F., i VV.FF., Tutti.
L’idea è meravigliosa, speriamo in un esito positivo. Sarebbe davvero la trasformazione di una disgrazia in un’opportunità!!!
Il sindaco ha giocato d anticipo alla grande. Se ho capito bene ha ricevuto l ok a Roma da chi di dovere. Macerata rischia di essere fuori dal cratere sismico. Ma questa giusta richiesta permette una nuova veduta in SICUREZZA di scuole e spazi. Specie nelle ex aeronautica. Se così fosse bravo Sindaco. E lo dice uno che è sempre stato abbastanza critico con la sua amministrazione. Da questo sisma si può, anzi deve, cogliere l opportunità di migliorare la qualità delle nostre strutture e spazi.
Finalmente!!la storia si ripete!!!da scuola per giovani che si affacciavano alla vita militare a scuola per nuove generazioni!! Unica soluzione per MC complimenti al Sindaco.
Bravo Signor Filippo V. , 1. speriamo che tutto di sviluppi, 2. grazie, Lei avrà capito il perché.
Ottima e tempestiva scelta. Inutili e costose soluzioni tampone. Andare avanti a testa bassa. Non solo l’Alighieri!!
Sinceramente questa scelta mi sembra giusta, anche se (visti i precedenti) ho forti dubbi sulla tempistica necessaria per realizzare il nuovo polo scolastico.
20 anni dopo: Quasi come Dumas…
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Da sempre avevo capito che i “tempi” della politica erano piuttosto lunghi, soprattutto quando un progetto o un’idea non era la propria.
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Perchè, in politica, avere l’umiltà di riconoscere che un altro possa avere l’idea giusta è merce rarissimna, quasi quanto trovare una pietra levigata in mezzo a montagne di caotico pietrisco.
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Quindi, in politica, se l’idea è buona (ma non propria) la si lascia stare, si finge di non aver inteso, si spera che nessuno la ritiri fuori…. Insomma la si lascia decantare, contando sul fatto che pochi hanno memoria…
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Poi passati un pò di anni (in questo caso circa 20) magari la si modifica un pò negli inutili dettagli, la si imbelletta, si cambia qualche cosuccia insignificante e (con il solito starnazzare di trombe e fanfare) la si contrabbanda come propria.
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https://www.cronachemaceratesi.it/2013/03/03/un-campus-universitario-alle-casermette-tra-passato-e-futuro-il-rilancio-della-citta/297574/
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Quindi, inutile ripeterlo, 20 anni fa gli studenti maceratesi avevano ragione ed avevano avuto una vista molto lunga.
Vista assai più lunga di quella di molti politcnasti odierni.
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Ora la stupidità, se il progetto dovesse andare avanti, sarebbe quella di prevedere edifici a più piani.
Mentre una soluzione semplice (ed anche veloce da realizzare) sarebbe quella di progettare edifici (prefabbricati) ad un piano solo, dove in ogni classe vi sia un’uscita di sicurezza, magari avendo l’accortezza di chiedere consiglio (per l’antisismicità) ai colleghi californiani o giapponesi che, presumilmente, meglio di noi sono preparati….
@ Cerasi
Per avere fabbricati antisismici non occorre chiedere consiglio ai giapponesi, basta applicare correttamente le nostre norme. Purtroppo nella provincia di Macerata la legge sismica è entrata in vigore solo nel 1984 e di conseguenza tutti gli edifici costruiti prima (la stragrande maggioranza sono a rischio sismico). Quelli sismici non hanno avuto nessun danno importante.
Certamente edifici bassi, massimo due piani e accorpare qualche altra scuola perchè lo spazio è moltissimo.
@ Valentini
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L’idea di chiedere consiglio ai giapponesi e ai californiani era soltanto una forzatura: lo so benissimo che anche qui in Provincia, ci sono tecnici capaci, stimati, apprezzati ed abili.
E so altrettanto bene che, dopo il 1984, gli edifici dovrebbero essere stati costruiti con un certo criterio.
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Il problema sorge a mio avviso, sui molti edifici pubblici -in tutta Provincia- che NON sono antisismici.
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In poco più di una decina di giorni ci sono stati moltissimi controlli: centinaia e centinaia e centinaia di controlli ad edifici “privati” e PUBBLICI (penso, ad esempio, agli ospedali o alle scuole)…
Ma quanto sono stati approfonditi questi controlli???
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Nessuno mette in dubbio la capacità, la professionalità, la competenza e la serietà di chi ha effettuato i controlli.
Ma lei (che è “dell’ambiente”, in quanto stimato professionista del settore) sa benissimo che ci sono controlli… e controlli molto più approfonditi….
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Ma per i controlli approfonditi, mi hanno riferito, serve più tempo, prove, carotaggi, studio della morfologia del terreno, ecc. ecc… e macchinari appositi.
Macchinari e strumenti che non dovrebbero essere stati usati…
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Invece qui (mi è stato riferito e SEMPLIFICO la discussione) il controllo era “a vista”, sembra essere stato fatto quasi una sorta quiz:
– la palazzina ha 1 crepa allora uguale punti 0…
– la palazzina ha 2 crepe allora prende 1 punto di penalità.. e via dicendo.
Se i punti erano pochi passava “il test” e la palazzina era agibile.
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E quanto riportato su altro articolo, sulla “agibilità”, comprenderà che lascia un pochino dubbiosi..
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http://www.ediltecnico.it/6903/protezione-civile-le-istruzioni-operative-di-valutazione-di-agibilita/
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Personalmente io non sono proprio del tutto convinto che, per gli edifici pubblici, basti (con il genere di controlli effettuati in Provincia) una “ragionevole supposizione”
@ Cerasi
Sul vecchio il problema non è assolutamente semplice. I controlli sono di due tipi: caratteristiche dei materiali utilizzati (lunghi ma non di difficile attuazione), rilievo geometrico della struttura e verifica di calcolo per stabilire il grado di sicurezza. Il problema fondamentale è che per questi edifici la verifica (in modo particolare per quelli in c.a.) non potrà essere positiva perchè il sistema di calcolo precedente a quello antisismico è completamente diverso. Un solo esempio per far capire meglio il problema: prima i pilastri meno armati erano quelli esterni e d’angolo dove andavano 4/6 ferri, con il calcolo antisismico sono invece i più armati e a volte occorrono anche 16 ferri.
Ciò significa che i vecchi fabbricati non sono affatto sicuri ed è anche molto costoso adeguarli alla nuova normativa, conviene demolire e ricostruire. Per mettere a norma tutti gli edifici che si trovano sul clinale appenninico sarebbero necessari circa 500 miliardi.
Peggiore la situazione delle chiese per le quali non esiste un modello di calcolo perchè fuori da ogni schema. Si possono migliorare, ma si è visto che quelle migliorate per il terremoto del 97 sono quasi tutte crollate!!!
Gli unici edifici che si potrebbero mettere a norma senza la demolizione sono quelli in muratura di 2/3 piani.In questo caso con catene e cappotti armati si possono rendere le case abbastanza sicure. Sarebbe però da intervenire in fondazione.
Ricordiamoci però un particolare importante che molti trascurano. Lo scopo di costruire antisismico è quello di salvare la vita e non quello di non avere danni, anche questi edifici sono soggetti a crolli di canterti, tamponature intonaci etc. ma la struttura resta intatta.
Scusa se sono stato lungo.
@ Valentini
Non è stato affatto lungo e non ha nemmeno parlato in termini “difficilmente” tecnici, cosicchè il suo intervento è stato facile da capire.
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Purtroppo per i beni architettonici italiani (dal medioevo in poi) come ha ben specificato lei NON ci sono schemi da poter seguire, ma per gli edifici (nonostante il cambio di normative nel corso dei decenni) come lei scrive dovrebbe essere almeno un poco più facile.
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Ieri mi sono letto la scheda AEDES per intero (scheda di primo livello) e nonostante alcuni indicatori “un pò tecnici” non mi sembra difficile di comprensione.
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Sostanzialmente, se non ho capito male, dopo tutta una serie di verifiche e calcoli (alcuni dei quali facilmente comprensibili) si classificano le strutture con le lettere “A”, “B”, ecc. dove ovviamente la “A” ha un grado di agibilità miglore che la “F” (totalmente inagibile e pericolosa).
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Ecco sarebbe un’operazione di trasparenza della pubblica amministrazione se, a Macerata, si potessero avere online TUTTE le schede Aedes COMPLETE per tutti gli edifici pubblici verificati.
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Questo perchè -“vox populi”- dagli accertamenti sembrerebbe (e lo sottolineo sembrerebe, visto che a parte gli addetti ai lavori queste schede NOn sono state rese pubbliche) che molti edifici la “A” se la sognano in quanto sono almeno in “C” (quindi qualche problemino probabilmente lo hanno) e forse qualcuno addirittura sta messo peggio (quasi come la Dante Alighieri)