Spazio pubblicitario elettorale

Le elezioni più pazze del mondo

PROVINCIALI - Scelte surreali e comportamenti incomprensibili nell'estate che ha preceduto il voto per la scelta del presidente dell'ente, sulla carta di secondo grado, eppure ancora appetibile. Il caso "Pettinari", trionfatore assoluto, le uscite sconsiderate del segretario provinciale del Pd Settimio Novelli e l'agnello sacrificale Ornella Formica. La catastrofe in casa democrat e la fantascientifica impresa del centro destra di non candidare nessuno

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L'avvocato Giuseppe Bommarito

L’avvocato Giuseppe Bommarito

 

di Giuseppe Bommarito

Surreali in tutto e per tutto le recenti elezioni provinciali di fine agosto, quelle che hanno visto Antonio Pettinari vincere a man bassa, mettendo in ginocchio il Pd provinciale e regionale, ambiguo più che mai ed uscito infine con le ossa rotte da questa storiaccia, ed evidenziando ancora una volta la palese e penosa inconsistenza del centrodestra.
Si rifletta un attimo, tanto per iniziare questa breve rassegna di folli, reali o apparenti, incongruenze, sulla foga inaudita con la quale il Pd provinciale si è buttato nella stessa vicenda elettorale, come se, anziché di un ente ormai di secondo grado e con limitate competenze, si trattasse di un centro di potere ancora decisivo. Eppure, secondo la narrazione renziana e del Pd nazionale ripetuta in lungo ed in largo nel corso dell’ultimo anno – la sola che potesse giustificare la sottrazione del voto diretto ai cittadini – si era ormai quasi arrivati alla soppressione dell’ente provincia, rimasto, nella nuova architettura istituzionale, solo come una pallida controfigura, quanto a rilevanza e funzioni residue, dell’ente in essere sino alla riforma Delrio (la legge n. 56/2014 e successive modificazioni). Ecco, in realtà si è alla fine ben compreso che tanta foga del Pd non era casuale e priva di motivazioni, in quanto le competenze residue non sono certo di scarsa importanza, come è stato falsamente sostenuto da un anno a questa parte, tutt’altro, basti pensare all’ambiente, alla pianificazione urbanistica, alla rete dei trasporti, all’edilizia scolastica, alla gestione dei servizi di rilevanza economica tramite l’Ato. Così come si è capito che la spoliazione del diritto di voto ai cittadini elettori non trova giustificazione alcuna.

Il presidente Pettinari dopo loe elezioni

Il presidente Pettinari dopo loe elezioni

Poi c’è il caso “Pettinari”, dove si sono raggiunti vertici inauditi di assurdità politica da parte del Pd. Come è noto, Antonio Pettinari, detto Tonino, attualmente segretario regionale dell’Udc, vice di Franco Capponi nell’ultima giunta provinciale di centrodestra (quella eletta nel 2009 dopo i fasti e i nefasti di Giulio Silenzi, poi dichiarata decaduta nel 2010 per la mancata ammissione al voto della lista L.A.M. del compianto Luigi Gentilucci), aveva vinto le ultime elezioni provinciali nel maggio 2011 grazie ad una mirabolante inversione ad “U”, ponendosi disinvoltamente e trionfalmente alla testa di una coalizione di centrosinistra e sconfiggendo il centrodestra che ripresentava come candidato presidente Franco Capponi.
Ebbene, senza considerare che la giunta Pettinari uscente presentava al proprio interno diversi esponenti del Pd (costola fondamentale non solo dell’esecutivo, ma anche della maggioranza consiliare), a cominciare dalla vice presidente Paola Mariani, il segretario provinciale del Pd, Settimio Novelli da Apiro, se ne è uscito qualche mese prima delle elezioni sostenendo senza “se” e senza “ma” che il candidato del centrosinistra per le imminenti elezioni di secondo grado in provincia comunque non poteva essere Tonino Pettinari. Tutti – tuonò all’epoca Novelli – meno che il buon Tonino.

Il segretario del Pd provinciale Settimio NOvelli con Paolo Micozzi

Il segretario del Pd provinciale Settimio NOvelli con Paolo Micozzi

Prima avventatezza del segretario provinciale Pd, visto che il giudizio fortemente negativo sul presidente uscente, seppure addolcito con frasi di circostanza, non poteva non coinvolgere l’intera amministrazione provinciale e la maggioranza di centrosinistra (il Pd in prima fila) che l’aveva sostenuta per cinque anni. Ma la seconda sconsideratezza settimiana è ancora più grave, dato che un dirigente politico del Pd quale è Novelli non poteva non sapere che Pettinari aveva già ottenuto l’appoggio dei vertici regionali dei partiti di centrosinistra che, insieme all’Udc, sostengono Ceriscioli in Regione; e non poteva non sapere che tra Pettinari e Francesco Comi c’è un legame fortissimo, cementato da ultimo dalla corsia privilegiata e di favore che Pettinari ha assicurato al leader maximo del Pd regionale allorchè quest’ultimo, dipendente provinciale tornato a lavorare in Provincia nell’estate 2015 dopo due legislature in Regione, ha preteso di essere trasferito a tamburo battente in Ancona per ivi meglio seguire la proprie future prospettive di ulteriore carriera politica (come se tutti gli ultimi disastri di cui è stato protagonista ed artefice non dovessero imporgli un, peraltro ricco, pensionamento politico anticipato).

 

Ornella Formica

Ornella Formica

Ebbene, malgrado queste evidenze, visibili pure alla cieca di Sorrento, e nonostante l’opposizione di una parte della stessa segreteria provinciale legata a filo doppio con Comi, Settimio Novelli, appoggiato da Mario Morgoni, pur di non essere costretto a fare marcia indietro rispetto alla propria incauta dichiarazione di qualche mese prima che poneva il veto a Pettinari, ha fatto il diavolo a quattro per convincere il Pd provinciale e tutti gli amministratori del Pd a trovare un qualunque candidato da contrapporre al presidente uscente, riuscendo infine, proprio sul filo di lana, a trovare un agnello sacrificale nella persona di Ornella Formica, giovane e valente sindaco di Colmurano, convintasi infine, dopo alcune esitazioni, che il partito tutto, senza eccezioni di sorta, l’avrebbe appoggiata incondizionatamente. In questo senso, peraltro, erano andate anche le rassicurazioni di Comi, formalmente costretto a prendere atto della volontà espressa dal partito provinciale, ma in realtà convinto e strenuo sostenitore di Tonino Pettinari, tanto che la letterina aperta rivolta agli amministratori del PD, di sostegno alla Formica, da lui pubblicata pochi giorni dopo ferragosto, ha fatto sbellicare dalle risate anche gli osservatori politici alle prime armi.

Un momento delle votazioni

Un momento delle votazioni

E così il 28 agosto scorso, giorno delle votazioni di secondo grado, surrealmente non rinviate nonostante l’emergenza terremoto, il non tanto surreale, ma a quel punto largamente prevedibile tradimento piddino è andato pubblicamente in scena, soprattutto nei comuni più grandi, laddove diversi amministratori del Pd, nel segreto dell’urna, hanno votato per Tonino, anziché per Ornella Formica (ed altri hanno preferito non presentarsi al voto, come è dimostrato dalla non totale partecipazione degli amministratori aventi diritto, inconcepibile ed assurda, nonostante il terremoto e la dichiarata astensione dei 5 Stelle, per un’elezione di secondo grado che vede impegnati non cittadini comuni, ma amministratori di enti locali già politicamente impegnati e a servizio istituzionale delle rispettive collettività).

 

Francesco Comi

Francesco Comi

Ed ecco quindi il surreale risultato finale: una catastrofe immane per il Pd provinciale e regionale, ridicolizzato urbi et orbi; Pettinari trionfatore indiscusso (anche se, grazie alle genialate del Pd, non si è ancora capito con quale maggioranza in seno al consiglio provinciale potrà governare, data la situazione di stallo tra gli schieramenti in campo, cioè tra gli eletti); Novelli e la sua segreteria condannati alle dimissioni e comunque ormai politicamente del tutto delegittimati; Francesco Comi impegnato nel consueto scaricabarile pur di rimanere a galla dopo l’ennesimo disastro (con il capro espiatorio già individuato in Mario Morgoni, che ha la sue buone e indubbie responsabilità nella vicenda, ma non è stato certo lui a fare il doppio gioco, non è stato certo lui a dare una pacca rassicurante sulle spalle di Ornella Formica mentre strizzava l’occhio a Tonino Pettinari).
Tuttavia, se Atene piange amare lacrime di coccodrillo, Sparta non può comunque ridere. Il centrodestra, infatti, continua a patire la letale malattia dell’inesistenza, dell’inconsistenza, dell’irrilevanza, di cui soffre ormai da anni, condannando l’elettorato provinciale moderato, che se non è maggioritario nel territorio provinciale e regionale poco ci manca, all’impossibilità di essere seriamente e adeguatamente rappresentato nelle istituzioni politiche più rappresentative. Viene in mente la follia, che definire surreale è riduttivo, dell’appoggio a Spacca in occasione delle elezioni regionali del 2015, che ha visto Forza Italia, il Nuovo Centrodestra ed una parte dell’Udc uniti nel misfatto di sostenere un candidato presidente combattuto per dieci anni ed ormai bollito e compromesso, anche e soprattutto per lo scandalo del biogas speculativo, e poi candidato in alternativa a Ceriscioli. Ma non è possibile nemmeno dimenticare la vicenda delle ultime elezioni comunali a Macerata, anch’esse risalenti al 2015, dove la candidata del centrodestra Deborah Pantana ha lavorato di fino per mettere insieme un errore dopo l’altro e riconsegnare così la città al centrosinistra.
Ed oggi, ritornando alle pazze elezioni provinciali di fine agosto, il centrodestra del territorio maceratese, una volta egemone anche a livello regionale (dalla provincia di Macerata sono stati infatti espressi i candidati presidenti del centrodestra in occasione delle elezioni regionali del 2005 e del 2010, rispettivamente nella persona di Francesco Massi e di Erminio Marinelli), è riuscito nella fantascientifica e surreale impresa di non candidare nessun proprio esponente per la presidenza dell’ente (nonostante la presenza di diversi comuni con maggioranze di centrodestra), mettendo il veto sulla persona di Tonino Pettinari (con esplicita dichiarazione in tal senso di Barbara Cacciolari, la vice responsabile regionale di Forza Italia) e dichiarando al contempo di appoggiarlo (dichiarazione di qualche giorno dopo della dirigente regionale Deborah Pantana), nel più totale silenzio sia della segreteria provinciale forzista che di quella regionale. Insomma, anche da questo lato della lavagna si è compiuto un vero e proprio capolavoro politico, sicuramente degno di miglior causa.

Provinciali: i franchi tiratori del Pd e l’appoggio segreto a Pettinari



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