di Claudio Ricci
(foto di Lucrezia Benfatto)
Coprifuoco in via Morbiducci: l’amministrazione comunale non torna indietro. A ribadire il divieto di somministrare alcolici dopo le 20 e di consumarli in strada fino alle 6 del mattino è l’assessore alla Sicurezza Mario Iesari sollecitato da un’interrogazione dei consiglieri comunali di Macerata Bene Comune, Gabriella Ciarlantini ed Enzo Valentini che hanno chiesto di revocare l’ordinanza entrata in vigore lo scorso 6 giugno. Un atto disposto dopo le lamentele per schiamazzi notturni dei residenti e alcuni interventi da parte della polizia nella zona dove sorge l’attività commerciale gestita da titolari nigeriani e colpita da un incendio doloso nel marzo 2015.
Alla base delle perplessità dei due consiglieri di maggioranza ci sono i presupposti di necessità, contingibilità ed urgenza necessari all’emanazione dell’atto restrittivo. Un divieto disposto dal sindaco Romano Carancini (lo scorso 31 maggio) e valido fino al 3o settembre che nell’interpellanza presentata da Ciarlantini «avalla atteggiamenti xenofobi» contemplando «un approccio populista in contraddizione con l’operato dell’amministrazione in termini di sicurezza». «L’ordinanza – ha continuato Ciarlantini – va a colpire le aggregazioni in sè e tocca un solo esercizio commerciale che così un capro espiatorio. Ci sembra inadeguato e inopportuno visto l’incendio che ha colpito il negozio e per cui è in corso un’indagine per reato doloso a sfondo razziale». Irremovibile l’assessore Iesari: «Siamo convinti di mantenere l’ordinanza fino alla fine del periodo. Sin dall’inizio abbiamo dialogato con i residenti, i titolari del negozio e gli opinion leader delle comunità che spesso si trovano a sostare in quell’area. Siamo stati chiari e volevamo rispetto delle regole. L’azione scelta è orientata soprattutto a prevenire il consumo di alcol che contribuisce ai comportamenti ravvisati dai residenti e in più occasioni dalle forze di polizia. L’ordinanza ha scopo preventivo e non emergenziale tanto che abbiamo cercato di ridurre al minimo anche l’impatto sull’attività economica».
Diverso esito ha avuto l’ordine del giorno di Maurizio Mosca (Città Viva) e Paolo Renna (Fdi) sul museo all’aperto di Franco Prato (meglio noto come Cavaliere) in via Roma. L’atto che invita l’amministrazione a limitare o sgomberare la porzione di terreno occupata dagli oggetti accumulati nel corso del tempo è stato approvato con 19 sì e 5 astenuti. «La zona assomiglia ad una discarica – così Mosca – Le condizioni igieniche sono indegne e figuriamoci cosa possa accadere in seguito a possibili smottamenti specie con le piogge di questi tempi. Alla Salvini prenderei una ruspa e butterei giù tutto. Il comune intervenga affinché ci sia un contenimento del fenomeno. Invito l’amministrazione e il Consiglio a parlare di un tema di cui la gente ride».
«Nessuno ce l’ha con il cavalier Prato e anzi invito l’amministrazione a dare uno spazio in gestione – è la posizione di Paolo Renna (Fdi) – Ma la situazione è vergognosa. Quella è una discarica abusiva. La legge parla chiaro». In difesa del decoro urbano anche il capogruppo del Pd Maurizio Del Gobbo: «Auspico che ci sia l’intenzione di trovare una collocazione meno impattante sul materiale raccolto nel corso degli anni». Situazione «pericolosa per l’inquinamento» secondo Ivano Tacconi (Udc). Le richieste sono state accolte dall’amministrazione che annuncia interventi sul caso.
«Era stato un problema a cui in passato si è cercato di dare una soluzione con l’utilizzatore ( la proprietà è della ferrovia) – ha chiarito l’assessore all’Ambiente Mario Iesari – Ci sono le condizioni per intervenire sull’area riducendone l’impatto. La strada da percorrere è quella della sicurezza stradale per ridurre lo spazio occupato in quel tratto. La sottoporremo alla provincia con l’obiettivo di ridurre magari attraverso un’ennesima interlocuzione e condivisione con l’utilizzatore. Credo che negli ultimi tempi l’installazione abbia superato dei limiti a scapito della sicurezza stradale. Interveniamo quindi in questo senso».
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Cerchiamo di contenere il fenomeno, magari togliendo solo un paio di opere d’arte.
Quello che benevolmente nell’articolo é chiamato” museo all’aperto “non è altro che un ammasso di rifiuti ,che si presenta all’entrata in città come un biglietto da visita che Macerata certamente non merita.Quanto alle ventilate soluzioni di generiche ed indefinite collocazioni meno impattanti,mi pare di sentire il solito chiacchiericcio inconcludente.Tra l’altro non si capisce,o almeno io non capisco,chi coprirà i costi di una operazione improcrastinabile.
E certo chi potevano dire no? I soliti buonisti. Siete al terminal!!!!
I Maceratesi sono tutto fuorché xenofobi, anzi forse sopportano tutto e di più. Quindi la xenofobia non c’entra nulla.
La pittura non dovrebbe essere solamente retinica o visiva; dovrebbe aver a che fare con la materia grigia della nostra comprensione invece di essere puramente visiva […] Per approccio retinico intendo il piacere estetico che dipende quasi esclusivamente dalla sensibilità della retina senza alcuna interpretazione ausiliaria.
Gli ultimi cento anni sono stati retinici. Sono stati retinici perfino i cubisti. I surrealisti hanno tentato di liberarsi da questo e anche i dadaisti, da principio. […] Io ero talmente conscio dell’aspetto retinico della pittura che, personalmente, volevo trovare un altro filone da esplorare. (Marcel Duchamp)
Perché tanta arrogante e ignorante persecuzione verso un artista di livello europeo? e non facciamoci conoscere!
Renzi: “non ci arrenderemo a una cultura di morte”. Abbiamo mezzi e determinazione per sconfiggerla… la cultura.
Per chi esce da Macerata dopo aver passato ore tra muffe, grigi,ombre, passando per Via Roma, l’incredibile impatto con i colori del Museo del Cavalier Prato, le forme delle varie opere esposte, ognuna con la sua storia, ridanno fiducia a chi dopo aver passato ore ad ammirare nella penombra delle chiese o sotto la luce dei riflettori le pur mirabili creazioni, siano carrozze, altari, dipinti,facciate di palazzi e odori di fritto, ha come l’impressione di aver passato un’altra giornata ad annoiarsi davanti a quello che più o meno ci si aspettava in quanto l’abitudine al bello, al benfatto, all’artistico per antonomasia può portare in Italia, dove l’arte la trovi ad ogni piè sospinto ad una certa noia,quasi ad un’abitudinaria visita obbligata a cui ad un certo punto, l’anima dei meno eletti, comincia a seguire l’odore del fritto per trovarsi finalmente ad un genere d’arte che accontenta più il palato che la ricerca di elementi artistici che anche un bel Wursterl o le sfumature giallognole di una ben tagliata patatina fritta possono dare. A questo punto possiamo dire di aver fatto pace con uno dei nostri sensi più arditi, ma dentro di noi rimane ancora un che di triste,come una nebbia che avvolge la nostra sensibilità artistica, messa a dura prova da ore et ore passate a cercare qualcosa che dopo averci strabiliato, sarebbe rimasto in fondo al cuore come tenero e fugace momento di distacco dell’anima dal corpo, un po’ come morire per risorgere con il petto pieno di gioia, cosa che però non è successa. Ed allora tra piccoli brontolii allo stomaco e spleen, risaliamo in auto stanchi, accaldati, forse anche un po’ arrabbiati per non essere andati al mare e prendiamo la via di casa chiedendoci se questa stupenda escursione a Macerata ci abbia arricchito spiritualmente o sono state le olive all’ascolana, la cosa più importante da ricordare. Comunque a questo punto si prende per Via Roma, ognuno a meditare sul recente trascorso e magari ad inveire mentalmente con chi ha avuto l’idea di passare questa stupenda giornata annegati nell’arte quando all’improvviso ecco apparire un fuoco d’artificio con tutti i colori del mondo, con le forme più strane senza avere neanche il tempo di capire ed ecco che improvvisamente ci sentiamo rigenerati, allegri e con la voglia di cantare. E così intonando Romagna Mia, via verso altri lidi ma senza sapere che non troveremo più il museo del Cavalier Prato. Se poi passate da un’altra parte per uscire da Macerata, son cavoli vostri.
è giusto togliere l’ordinanza xenofoba (perchè non vale anche per gli italiani?),pero’ poi mandate tutti i clandestini che stanno a bivaccare in quella zona sotto le case dei consiglieri della macerata bene….vediamo poi se sono “bene” solo a parole.
Effettivamente all’andata ti dà il coraggio ed al ritorno da Macerata quel “Museo del Cavalier Prato” è come un antidoto che ti restituisce alla vita.
ERA GRAN ORA !!!!!! Solo in un ambiente di sottosviluppo si lascia un tale immondezzaio all’ingresso della città , spacciato dai deficienti ( o da chi è in malafede e strizza l’occhio ai politici ) per museo a cielo aperto . Forza con le ruspe !
Il museo del Cav. Prato è bello e deve essere valorizzato. È necessari spostarlo in una zona dove siano possibili le visite.
Tutte le persone che vengono a Macerata hanno una buona impressione del Museo. Quegli oggetti, quando il passaggio a livello è chiuso, fannno venire alla mente i ricordi dell’infanzia.
Invece il “Museo del Cavalier Prato” va proprio bene lì dov’è, perché è appunto quella fuggevole visione che rincuora noi non eccelsi nell’ascesa verso le eccellenze maceratesi, e che ci restituisce il respiro della nostra inferiore forma di vita al ritorno, anzi di punti di ristoro così ce ne vorrebbe uno anche sotto l’olimpo di Camerino.
Certo che se però è una questione igienico-ambientale, metti che per esempio una commissione d’esperti attribuisca al “Museo del Cavalier Prato” la responsabilità dell’inquinamento del basso bacino del fiume Chienti, allora bisognerà farsi una ragione d’un eventuale sgombero.
Incredibbbbile……
Dopo anni e anni di silenziosa presenza ecco che, d’improvviso, la noia estiva viene fortemente squarciata da ben 2 uscite, in pochi giorni, delle giubbe rosse… emmecojons meco
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Ecchecavolo, il Piccolo Timoniere dovrebbe assicurarsi che i suoi più fedeli guardiani della Grande Involuzione Culturale Proletaria si diano una regolata: va bene imparare a memoria il librettino rosso dei pensierini.
Ma allentare troppo le briglie si rischia (come in questo caso) che il sacro furorre involuzionario si ritorca contro chi lo ha scagliato, costringendo poi i proconsoli ad intervenire (e, conseguentemente, rimettere in riga questi adolescenti che sembra abbiano, complice forse la calura estiva, troppi ormoni involuzionari che vanno alla test@-sterone)
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Per quanto riguarda l’OdG è l’ennesima importantissima qualificante e doverosa (nonchè necessaria) presa di posizione del Consiglio (negli anni ce ne sono stati centinaia e centinaia e centinaia, votati all’unanimità, su ogni singolo accadimento della vita: dalla pace nel mondo alle piscine, ecc. ecc. ecc.)… Vediamo se poi va a finire, in nulla, come tante altre volte
L’ordinanza di via Morbiducci non è xenofoba,è:discriminatoria,ridicola,oltraggiosa,schifosa,insensata,inutile,marchettara,elitaria,vergognosa,politicamente scorretta,fuorviante,aizzatoria……..
Per Poloni. E’ vero, l’ordinanza è discriminatoria perché discrimina le persone civili dalle altre.
per Iacobini:mi scusi se glielo dico,ma della questione in merito non c’ha capito una mazza.