di Alessandra Pierini
A Gagliole i parcheggi non si pagano, non esistono le strisce blu e già questo basterebbe a renderlo una mosca bianca nel panorama locale dei Comuni. Si aggiungono la mensa per i bambini, l’occupazione di suolo pubblico per i locali con gazebo o tavolini all’esterno, assistenza domiciliare, accompagnamento ai disabili, la retta della casa di riposo per gli anziani soli, tutti concessi gratuitamente. E per finire anche il sindaco è gratis.
Mauro Riccioni infatti ha rinunciato alla sua indennità. Così hanno fatto anche gli assessori. Un risparmio di 125mila euro in 5 anni che ha consentito di destinare fondi alle fasce deboli e portare benefits ai cittadini.
Un caso particolare tanto da meritare la stesura di un libro “Il sindaco gratis”, scritto proprio dal sindaco. Questo è a pagamento ma i proventi vanno ad Angelo Licheri, meglio conosciuto come l’angelo di Vermicino che ha tentato in ogni modo di recuperare Alfredino Rampi dal pozzo, purtroppo senza riuscirci. L’eroe di Vermicino, cittadino onorario di Gagliole, è stato abbandonato dallo Stato e non riesce neanche a pagarsi la casa di riposo.
«E’ chiaro – spiega il sindaco Riccioni – che nei Comuni più grandi, dove l’impegno orario è significativo, non si può eliminare l’indennità per gli amministratori ma ridurre gli sprechi è possibile. Ad esempio si può risparmiare nelle consulenze, si può fare economia consorziandosi con altri Comuni, noi abbiamo anche un segretario comunale a chiamata».
Non potrebbe accedere che tutti vogliano venire a vivere nel paradiso delle gratuità? «In effetti il numero degli abitanti ha avuto un aumento percentuale significativo. Noi aspettiamo tutti»
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Riccioni, che ho avuto il piacere di conoscere, xchè fa anche teatro amatoriale, è veramente un campione di onestà, che conferma quanto si può fare con la buona volontà. Su mille e passa comuni in Italia, ne basterebbero pochi come Riccioni x cambiare i conti da passivi ad attivi. Domenica 5 giugno molte città vanno al voto mi auguro che i cittadini abbiano la forza di non votare sempre i soliti.