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di Marco Ribechi
Il centro di Macerata avrà il suo giardino. Presto sarà riaperto un luogo sconosciuto alla maggior parte dei cittadini, dimenticato da quasi un decennio. Si tratta dell’orto dell’ex convento del corpus domini, meglio conosciuto come le Monachette, con ingresso da via Berardi. Le religiose hanno lasciato la struttura proprio dieci anni fa e in questi giorni ne ricorre l’anniversario. Celato dietro un portone in ferro c’è uno spazio di circa mille metri quadri che si affaccia su uno dei punti più panoramici della città: viale Leopardi. A spiegarlo è il proprietario dello stabile, il costruttore Domenico Intermesoli, che ha pensato di offrire lo spazio privato a beneficio di tutti i cittadini.
«La notizia che mi ha fatto prendere questa decisione è stata la possibilità, finalmente raggiunta, di abbattere i bagni pubblici di via Berardi – dice Intermesoli – Quella struttura non solo è inguardabile, ma anche inutile. E’ un luogo sporco, mal tenuto e pochissimo utilizzato. Purtroppo è vincolato dalla Soprintendenza perché ha più di 70 anni. Finora non è mai stato possibile abbatterlo. Adesso però, grazie all’interessamento dell’assessore Narciso Ricotta ce ne libereremo. Contemporaneamente sarà ristrutturata la pavimentazione di via Berardi. A questo punto anch’io farò del mio». Grazie alla riqualificazione della piazza, oggi occupata solo da auto e dai bagni pubblici in pessimo stato, anche il privato ha deciso di rivalutare i propri beni. «Ho in mente un bel progetto per tutta Macerata – continua il costruttore – Il giardino probabilmente sarà pronto per primavera e resterà aperto per tutti ogni giorno. Bisogna sistemare lo spazio, ora in disuso, ma sarà una bella terrazza su cui passeggiare. A posto della porta in ferro metterò un bel cancello, da chiudere solo di notte. Se avrò il permesso abbatterò il muro esterno per allargare lo spazio della piazza. In caso contrario lo aprirò e lascerò dei grandi archi in maniera tale da poter guardare dentro».
Al di là del muro c’è un piccolo edificio, la foresteria del convento. La struttura è stata costruita in epoca più recente e può essere demolita. «Questa casetta la abbattiamo, non fa parte del convento – spiega Intermesoli – Senza si avrà una percezione ancora più ampia della grandezza del giardino. In futuro ho intenzione di mettere mano anche al convento con l’intento di valorizzarlo». La struttura è di circa 4mila metri quadri, divisi su tre piani più le cantine. Oltre allo spazio dedicato alle monache c’è anche una chiesa il cui accesso è visibile dall’uscita degli ascensori del parcheggio Silos. Sul lato del convento in via Armaroli esiste la possibilità di aprire degli archi murati per creare una sorta di marciapiede coperto. «Nella strada, quando passano le auto non è possibile camminare – conclude Intermesoli – Mi piacerebbe riaprire gli archi per creare un passaggio. Per quanto riguarda i bagni, se proprio non si vogliono abbattere si può pensare di sostituire le pareti con delle vetrate per creare una sorta di salottino che si affaccia sulle mura, ad uso di uno dei ristoranti vicini o di un bar».
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Via Armaroli, ci sono nato: quanti ricordi…
Una bella iniziativa. Speriamo possa essere realizzata senza ostacoli.
Ma se i cessi sono sporchi ripuliteli che servono. Non mi sembra intelligente eliminare un servizio solo perché non si vogliono spendere soldi per mantenerlo.
Un modo intelligente per rivalutare un angolo suggestivo della bellezza del Centro Storico. Sarebbe interessante anche rivalutare eventuali grotte e scantinati per attività sociali.
un cittadino maceratese da ringraziare
i bagni pubblici devono rimanere e devono essere sistemati
Si ma… come interverrà, si sa???
Giovanni Romano
ma quanto sono benefattori questi costruttori…
Speriamo che il pozzo venga conservato. Abbattere la “foresteria” è un errore anche se si tratta di un volume successivo (può essere ceduta al Comune sia per i nuovi bagni pubblici (custoditi) al P.T., sia per altri usi). E’ sufficiente eliminare il solo cancello.
Finalmente una bella iniziativa!
Bellissima notizia, abbattendo i muri e aprire le porte rimaste sempre chiuse si scopre un Mondo migliore.
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Care CM la didascalia sotto la foto dice fieramente “I bagni pubblici saranno finalmente abbattuti”.Danno fastidio? se si,a chi?Abbatterli per ricostruirli nuovi?Abbatterli e togliere un servizio o abbatterli e riposizionarli da qualche altra parte?Abbatterli perchè solidali con Intermesoli?Intermesoli chi e cosa rappresenta in città,la sua vocazione di mecenate o i suoi interessi immobiliari?
bagni pubblici da eliminare..le persone civili non ci entrano e’ solo ritrovo di gentaglia ed accumulo di sporco e di altro….
Caro Ceresani I bagni pubblici devono rimanere(sistemati e ripuliti magari),le persone incivili devono essere eliminate,quelle si.I bagni sono utili,gli incivili no,oppure facciamo come l’assessore di P.S.Elpidio che per bloccare la prostituzione voleva abbattere una pineta.
Poloni daccordo con lei ma dato che questo accade solo nelle favole,,,,