di Federica Nardi
“Stiamo bene, ma siamo arrivati alla stessa ora dell’attentato e nello stesso posto (10 arrondissement). Non una bella sensazione”. Alessandra Contigiani, 27 anni, di Corridonia, scrive da Parigi durante l’attacco terroristico di questa sera. Vive e lavora a Tolosa con un progetto europeo. E’ arrivata da pochissimo nella capitale francese. E’ lì per passare un weekend assieme ad alcuni amici. Usciti dalla metro, si ritrovano in una Parigi terrorizzata. Sono a pochi minuti da Le Petit Cambodge, uno dei sette punti teatro degli attacchi simultanei. “Ci sono sirene ovunque – dice – E’ un caos. Penso che fosse appena successo, ero appena scesa dalla metro. Vedo un sacco di polizia e di sirene. Io sono in un locale al decimo arrondissement, siamo chiusi dentro”. E pochi minuti dopo: “Ora siamo in una casa di amici, ma hanno detto di non uscire che sono ancora in giro. Quindi per ora non possiamo andare da nessuna parte”.
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Aveva ragione Oriana Fallaci
Noi Europei, incominciamo ad essere ringraziati per aver partecipato alle missioni di pace e all’esportazione di democrazia.
Chi semina vento raccoglie tempesta. Chi ci rimette sono sempre gli innocenti. L’Occidente intero si deve interrogare sugli interessi che hanno guidato la politica occidentale nelle guerre scatenate nel Medio Oriente ed in Africa senza nascondere la testa come gli struzzi. L’ipocrisia non paga, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità sulle cause della violenza, dei profughi e della povertà.
Se non si va alla radice dei problemi le cose non possono migliorare, anzi possono solo peggiorare. L’opinione pubblica deve conoscere la verità sugli interessi che hanno guidato le lobbies dei poteri economici, degli armamenti e della finanza a cui una politica prona si è prestata, alla base di tutte le guerre e del terrorismo. Penso che siamo solo all’inizio di tragedie ancora più gravi, che ci coinvolgeranno tutti, perché c’è chi soffia sul fuoco.
Un mondo in guerra è conseguenza di un mondo senza l’amore di Cristo.