Spending review, nel mirino
i centri di climatologia e agroalimentare

MACERATA - Prosegue la dismissione di partecipate dichiarate "non indispensabili" dalla Regione. Sorpresi i presidenti delle due società Giuliano Centioni e Andrea Bertini che non erano stati informati

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Il laboratorio geofisico all’interno del centro di ecologia e climatologia di Macerata

di Claudio Ricci

Spending review, questa volta a finire nel mirino della Regione sono il centro di climatologia e il centro agroalimentare di Macerata. Prosegue la dismissione di partecipate dichiarate “non indispensabili ai fini istituzionali” da Palazzo Raffaello. L’ultima mossa riguarda il centro agroalimentare di Piediripa e il centro di ecologia e climatologia, società prevalentemente costituita da enti pubblici locali e dalla partecipazione marginale in Banca Popolare Etica.

Fabrizio Cesetti

L’assessore al Bilancio Fabrizio Cesetti

Lo ha comunicato l’assessore al Bilancio, Fabrizio Cesetti, che definisce l’operazione «in linea con il processo di razionalizzazione e risparmio che l’esecutivo regionale sta perseguendo».
L’operazione ha però colto di sorpresa lo stesso Giuliano Centioni, presidente del centro di Ecologia e Climatologia: «Non ne ero informato. Sarebbe sorprendente dato che la nostra società costituita da 5 enti pubblici (Provincia, Camera di Commercio, Comune di Macerata, Regione e Unicam) ha un bilancio solidamente in attivo e non rientra negli enti che possono finire nella scure della spending review. Il processo di dismissione delle quote sarebbe comunque lungo. L’intenzione dovrebbe essere espressa da un atto formale e poi discussa dall’assemblea dei soci per decidere cosa fare delle quote rimaste». Alla Regione si aggiungerebbero poi le eventuali quote della Provincia e della Camera di Commercio entrambe soggette alla riforma e alla razionalizzazione delle spese. «Il nostro è un ente in cui gli amministratori sono a rimborso zero- continua Centioni – e storicamente siamo a servizio non solo della nostra provincia ma anche di altre regioni. Il personale fisso è ridotto a 3-4 unità a cui si aggiungono di volta in volta risorse a progetto».

Il mercato ortofrutticolo di Piediripa

Il centro agroalimentare di Piediripa

Anche i vertici del centro agroalimentare, società partecipata dal Comune al 72% e dalla Regione al 20% , ( la restante parte è divisa tra Banca Marche 2,4% e  cooperativa Cosmaco 2,8%) non sono stati informati delle intenzioni della Regione. «Il centro è sempre stato un fiore all’occhiello – dice il presidente Andrea Bertini – data la valenza interprovinciale con utenti dall’anconetano, dal fermano, dal maceratese e anche dalla zona di Foligno e bilanci sempre virtuosi dati i bassissimi costi di gestione che ci permettono di non gravare sui soci pubblici. La cessione di quote della Regione ha più che altro una valenza politica in un periodo in cui si stanno riaprendo i bandi europei e il nostro centro necessita di opere di riqualificazione di cui già esistono i progetti. Lasciarsi sfuggire certe opportunità ricadrebbe sui circa 50 produttori primari e i 13-14 grossisti che usufruiscono del centro. Ora bisognerà vedere se il Comune è disposto a riassorbire le quote della Regione o se cogliere questo momento per trasformare un soggetto a prevalenza pubblica in ente privato proprio cogliendo l’opportunità dei finanziamenti europei».



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