di Laura Boccanera
Sono 650 le persone che nel 2014 si sono rivolte alla Caritas di Civitanova, di cui il 70% italiani e il 30% stranieri. A qualche giorno di distanza dal clamore provocato dalle parole del vescovo monsignor Luigi Conti che ha cercato di scuotere la coscienza dei civitanovesi ad una minore indifferenza verso il prossimo, rifacendosi ai recenti casi di cronaca (leggi l’articolo), l’onda di indignazione non è passata. A scandalizzarsi e a rigettare la tesi di una Civitanova arida e senza cuore il web che ha commentato negativamente, a volte anche con commenti sopra le righe e oltraggiosi, il senso del richiamo vescovile. Il procuratore Giovanni Giorgio ha contestato la possibilità di una mancanza di attenzione da parte degli uffici sulla vicenda di Tarik Haddi, il marocchino trovato morto e per il quale il magistrato non ha disposto l’autopsia (leggi l’articolo).
Raddrizza la mira oggi don Vinicio Albanesi, direttore della Caritas e presidente della Fondazione don Lino Ramini: «Il vescovo non ce l’aveva con la magistratura, l’intervento chiamava in causa tutti, era un rimprovero verso l’indifferenza. Tanto è vero che ha sottolineato come Tarik fosse morto davanti ad una scuola senza che nessuno si accorgesse di nulla, spiace se c’è stato un equivoco – e in merito ai commenti velenosi del web aggiunge – la Chiesa cattolica è l’ultima rimasta ad accogliere i figli di nessuno. Mi dispiacerebbe se fra coloro che commentano con livore su internet poi ci sia chi la domenica va a messa. Una comunità chiusa in se stessa è destinata a morire».
E a dire il vero non è la prima volta che il vescovo tenta di scuotere la coscienza dei civitanovesi: la prima volta fu nel 2009 in occasione della messa per i 25 anni dell’Anffas. Conti disse che «Civitanova è una città che sta male perchè non dà un senso alla vita delle persone». Anche in quell’occasione la politica reagì sentendosi toccata e indicata. Poi l’omelia durante i funerali dopo il triplice suicidio di Anna Maria Sopranzi, Romeo Dionisi e Giuseppe Sopranzi e l’anno scorso per la festa del patrono, quando ha ancora una volta sottolineato la necessità di ricordarsi dei più bisognosi.
Ma al di là delle parole e dei commenti, la povertà in città è in crescita. Questo almeno secondo i dati relativi al 2014: 60 persone hanno fatto richiesta alla Caritas per problemi legati ad occupazione, esigenze abitative, povertà economica o un sostegno al pagamento di bollette e affitti. Ogni giorno la mensa serve 35 pasti caldi per un totale di 7350 piatti. Altre famiglie invece sono state raggiunte attraverso la consegna di pacchi alimentari o indumenti e vestiario: sono 422 i nuclei familiari aiutati per un totale di circa 1041 persone. Nella struttura della Tenda di Mamre, la Caritas ha ospitato dall’apertura lo scorso 1 febbraio del 2014 ad oggi 102 persone offrendo un letto, la cena e la colazione. Di queste 10 sono donne, 41 italiani e il resto stranieri. A questi dati si sommano quelli dei servizi sociali (che saranno oggetto di un approfondimento nei prossimi giorni) che quotidianamente dal terzo piano di Palazzo Sforza tentano di intercettare le criticità economiche, ma anche familiari.
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Grazie d tutto caro Don Vinicio, solo la Chiesa e la Caritas accolgono i cittadini in difficoltà e funzionano meglio delle istituzioni
se noi civitanovesi abbiamo le fette di prosciutto sugli occhi, siamo sordi e non vogliamo sentire, allora scendete dal pulpito e tendete la mano, ma la mano vera andate tra i poveri, andate presso le famiglie italiane che cercano aiuto, andate nelle scuole, andate nei ricoveri dove gli anziani sono abbandonati, andate a dare conforto alle persone che hanno bisogno di aiuto, NON RESTATE NEL VOSTRO ORTO, NON RESTATE NEL VOSTRO PALAZZO, ANDATE ANDATE …………… VENDETE CIO’ CHE AVETE E DATELO AI POVERI, mmmmmmmmmmm POVERO LUIGI è STATO FRAINTESO……!!!!!!
CARO PAPA FRANCESCO QUI CE BISOGNO OLTRE CHE DI PULIZIA DI POLITICI , C’E ANCHE BISOGNO DI PULIZIA E RINNOVO DI VESCOVI.,……!!!!
Don Vinicio dice ancora una volta certe scomode verità senza peli sulla lingua. Ma, riconosciuto il ruolo della Chiesa e più in particolare della Caritas (l’unica organizzazione italiana di rilievo insieme ai Frati Comboniani che abbia posto il problema e fornito dati attendibili in tutti gli anni dell’immigrazione massiccia in Italia), una domanda vorrei farmela e farla anche a lui: se la Chiesa non avesse l’8×1000 e le scandalose prebende statali varie che il Concordato le accorda, sarebbe stata in grado di operare su questo fronte? Intendo: ricorrendo alla sola generosità dei suoi fedeli? Io ho qualche dubbio…
Anche quando ero distante dalla Chiesa Cattolica pensavo, soprattutto dopo la mia esperienza in Africa, che la Chiesa agiva nell’interesse immediato e spontaneo dei poveri. Infatti, dicevo sempre che l’unica maniera per aiutare il Terzo Mondo sarebbe stato utilizzando le missioni religiose. Alla larga dalle strutture dell’ONU, magiasoldi e inutili.
Se la Chiesa è a contatto con la situazione disastrosa della gente, la politica ne è lontana. O meglio: sa, ma è impegnata ai suoi giochetti, riconducibili sempre alla poltrona.
Proprio ieri ascoltavo un giovane precario senza futuro che mi diceva che sarebbe da aspettare sulla porta di casa quei politici che rubano e riempirli di botte. Forse sarebbe un avviso a questi signori che dovrebbero iniziare a capire che la misura si sta colmando. Soprattutto quando vedono che tanti soldi sono stanziati per i clandestini, mentre noi andiamo sempre peggio. La cosa si tramuta in rabbia.
Adesso si stanno impegnando per le regionali e molti di coloro che andranno in lista stanno pensando al loro futuro, a come sfangare i prossimi cinque anni. In quanti andranno a votare?
la chiesa accoglie tutti ?? ahahahahah che ridere
togliete la porpora vendete l’oro con cui vi bardate e accogliete davvero i bisognosi. ah ovviamente santa romana deve pagare anche le tasse . una chiesa può non essere nociva solamente se povera
Pasquale Pesci se io mi dovessi trovare in una grave situazione di difficoltà economica e lavorativa, mi rivolgerei subito alla Caritas e non certo alle istituzioni perchè almeno vengo ascoltato, compreso e soprattutto aiutato senza alcun tipo di indugio e burocrazia. Un mio paesano da 5 anni non riesce a trovare lavoro solo perchè ha 41 anni ed è troppo vecchio per essere assunto ed ha una moglie e quattro figli a carico, ebbene la caritas lo sta aiutando da 5 anni pagandogli il mutuo e le varie utenze, lui ricambia lavorando alla caritas facendo il volontario, perchè se questo mio paesano si fosse rivolto alle istituzioni a quest’ora era in mezzo alla strada o dormiva sotto i ponti.
Caro Rapanelli, la bufala secondo cui i soldi vanno ai clandestini invece che agli italiani è pari a quella secondo cui qualche anno fa si diceva che gli immigrati rubavano lavoro agli italiani salvo che… molti imprenditori italiani cercavano immigrati -anche clandestini, finché si è potuto- per avere manodopera non sindacalizzata e a basso costo. Basta con questa guerra tra poveri: è ingiusta tanto la situazione di chi a 41 anni viene sbattuto e tenuto fuori dal mondo del lavoro magari con famiglia a carico, tanto quella di chi, rifuggendo spesso da situazioni insostenibili in casa propria, affronta cose inenarrabili pur di cercar fortuna da noi. Che magari poi non trova.
Sulla autorevolezza e serietà della Caritas penso che ci sia ben poco da discutere: anch’io se fossi in difficoltà ricorrerei a loro senza pensarci mezza volta. Il problema è un altro: la stessa autorevolezza può venire dall’Istituzione che sta dietro la Caritas e dai gerarchi che ne costituiscono la dirigenza i quali campano entrambi su continue donazioni di Stato sotto varia forma? La domanda che mi ponevo e che ponevo a Don Vinicio e che estendo anche al Vescovo Conti è quella di prima: se la Chiesa dovesse sostenersi con le sole donazioni-elemosine dei propri fedeli, potrebbe permettersi di avere una Caritas al suo interno? su questo dobbiamo riflettere tutti.
Sono 40 anni che i partiti tutti si spartono la torta ( i soldi pubblici ) per i loro interessi e quelli degli amici mafiosi imprenditori . Adesso i cittadini patiscono la fame e lo stato assente ( tanto c’è il vaticano) si lava le mani . adesso bisogna riscattarsi o mai più , movimento è basta. BUTTIAMOLI VIA CON UN VOTO: o mai più. e passa parola .
Spero che CM si sbrighi con le certificazioni dei profili , è insopportabile leggere gente che si nasconde dietro un nick name.
al marchigiano europeo, se le istituzioni sono pessime affila il lapis la prossima volta che vai a votare. per me fede e religione sono cose ben distinte. per me quelli che fanno parte del clero sono da sempre una casta ben pasciuta , grassa , che vive nell’opulenza. potete rivolgervi a chi vi pare a farvi passare delle briciole per sopravvivere resta il fatto che sentire delle prediche da questi anacronistici esseri col talare bardati d’oro è ridicolo. non pretendo ovviamente che nessuno condivida il mio pensiero. per me la fede è questione privata e indiscutibile mentre la religione è uno strumento come un altro per soggiogare le coscienze. mi raccomando dategli anche l’8 per mille ai discendenti di torquemada
Pasquale Pesci se lei trova insopportabile un nick name (dove se vuole può trovare anche generalità dell’autore visto che per legge i profili sono certificati) vuol dire che dimostra una forte mancanza di argomenti. Si chiama democrazia, scusi ma ci tenevo a dirglielo e rispetto le sue opinioni anche se non condivisibili
Ad onor del vero mi risulta, sbirciando nel bilancio del Comune e chiedendo in giro ad addetti ai lavori, che gran parte dei servizi erogati dalla caritas cittadina sono finanziati con risorse stornate dai servizi sociali del Comune. In particolare il Comune versa alla diocesi 30.000 euro all’anno per la preparazione e distribuzione pasti nonchè, ultimamente, circa 4.000 euro per le spese della casa di accoglienza. Il vestiario è frutto di donazioni dei cittadini mentre i pacchi viveri sono confezionati con prodotti forniti gratuitamente dall’AGEA e dal banco Alimentare. La caritas diocesana, alla fine dei conti, sembra partecipare quasi esclusivamente con le forze ed il tempo donati dai volontari.
Democrazia non significa niente. chi si nasconde dietro uno pseudonimo e che di solito si nasconde anche dietro quel sostantivo privo di significato ha qualcosa da nascondere magari indossa la tonaca o ha la tessera di qualche partito. e non ho la necessità che lei rispetti quello che penso. mi è indifferente. credo di essere stato esaustivo nell’esporre quello che sento per il clero e per i sodali come lei.
“Da lunedì 23 marzo sarà attivo il nuovo sistema di certificazione degli utenti che possono registrarsi seguendo una di queste tre procedure:
– certificazione tramite un’apposita pagina web
– invio dei vostri documenti tramite posta certificata all’indirizzo cmcomunicazione@pec.it
– consegna e firma dei vostri documenti in redazione con sede in Galleria del commercio 6 a Macerata, dalle 10 alle 17 (orario continuato).
Per una settimana (da lunedì 23) si potrà continuare a commentare anche con i nickname. Da lunedì 30 marzo potranno intervenire direttamente solo gli utenti certificati.
Contando nella vostra comprensione per un servizio più trasparente, confidiamo nella vostra collaborazione. Cogliamo l’occasione per ringraziarvi del vostro prezioso aiuto e della partecipazione attraverso cui contribuite ad arricchire il dibattito.
Insieme per una comunità e per un dibattito più autorevoli in cui tutti siamo protagonisti mettendoci la faccia.” questo per i pretacchioni che si nascondono dietro una falsa identità per non “metterci la faccia” , coraggio ha ancora una settimana
È esattamente il punto dove volevo arrivare, @Nostromo Conrad: una Chiesa privata dei soldi pubblici italiani potrebbe mettere in piedi e mantenere un ottimo servizio come quello della Caritas? La risposta l’hai già data tu.
@Teresa: certo che bisognerebbe avere il coraggio di esprimere in massa un voto davvero alternativo, ma bisogna mettere in campo competenze e lungimiranza: in tanti non abbiamo perdonato ciò che ha combinato il M5S con Bersani, per esempio e tanto per non fare nomi e cognomi. Inoltre, restando al tema, se l’alternativa non si costruisce con serie e soprattutto costanti iniziative di prossimità (come hanno fatto Syryza in Grecia e i Fratelli Musulmani Egitto, per esempio), le persone in difficoltà si rivolgeranno al servizio più disponibile ed efficiente già presente sul territorio. Costruendo intanto consenso nel quotidiano (la persona in difficoltà aiutata dalla Caritas ne è divenuta volontaria, se hai letto bene, e non mi meraviglierei affatto se un domani dovesse seguire e far seguire eventuali indicazioni elettorali provenienti dall’ambiente che l’ha concretamente aiutato: è UMANO!!). Senza questa condizione preliminare si ottengono solo fuochi di paglia destinati a spegnersi presto e rovinosamente.
Pasquale pesci potrei dire lo stesso di lei ma sa democrazia significa libertà. Stia tranquillo che il nuovo sistema di certificazione degli utenti sarà destinato al fallimento. Prendersela con un nick name significa non essere abituati al confronto, si svegli Pesci!!!!
Caro don VINICIO….!!! A quella moltitudine di ITALIANI, che lavorano …, e a stento vanno avanti…! pagando fino all’ultimo centesimo, tasse, contributi e quant’altro….! magari, nel tempo libero, sono volontari in associazioni umanitarie…!… Cosa…. gli diciamo……: quando lo stato, buona parte del denaro dei Contribuenti li dirotta, per sostenere; navi militari, nel mediterraneo e punti di accoglienza, per Profughi…., con tanto di sussidi, vitto e alloggio……!!!!…. che la “Chiesa, Solo, accoglie e Aiuta..!!!???” i profughi…!!!!???. ATTENZIONE….. è… RISHIO, di…, GUERRA…. FRA POVERI……!!!!!!!!!!!!!
@Gagliardini: magari lo Stato accogliesse davvero i profughi! Spesso quei fondi vanno a enti o cooperative o privati italianissimi che lucrano su quei poveracci (ha visto “Report” qualche tempo fa?)… I centri di “accoglienza”, poi, spesso sono veri lager. La Chiesa ha ragione a predicare minor ricchezza e maggior solidarietà, il problema è che la prima la pratica molto parzialmente, la seconda con soldi non del tutto propri perché ottenuti grazie a posizioni di potere.