Le parole del vescovo di Fermo Luigi Conti risuonano come tamburi a Civitanova e scatenano la risposta del procuratore Giovanni Giorgio che prende le difese della magistratura duramente attaccata ieri sera, da sua eccellenza, durante un incontro per la Caritas (leggi l’articolo). «Al mio ufficio è stata rivolta una severa critica priva di fondamento – dice Giorgio – la procura sostiene le ragioni dei più deboli». Basta una nottata e le prime ore di oggi per creare una spaccatura tra chiesa e magistratura dove la prima rincorre le ragioni che la seconda sa già di avere. Il procuratore è diretto. «Apprendo che, nel corso di un affollato convegno pubblico sul tema “La carità nel Vangelo”, svoltosi a Civitanova – continua il procuratore – sua eccellenza il vescovo Luigi Conti, ha criticato questo ufficio, per non aver disposto l’autopsia del trentaseienne, Tarik Haddi, rinvenuto cadavere a Civitanova nella prima mattinata del 15 scorso. Tale omissione, a suo dire, sarebbe stata determinata dalla specifica nazionalità (marocchina) del suddetto. Faccio presente che, ai sensi dell’articolo 116 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, l’autopsia va disposta solo se per la morte di una persona sorga sospetto di reato. Orbene, all’esito degli accertamenti effettuati nell’immediatezza dagli organi di polizia giudiziaria intervenuti sul posto, non sono emersi minimamente elementi di sospetto circa una possibile origine delittuosa del citato decesso. Perciò, il competente sostituto procuratore ha concesso tempestivamente il nulla-osta alla sepoltura, come accade – per legge – in tutti i casi di morte naturale (sia pur rapportabile- nel caso specifico – ad una triste e precaria condizione di vita, come emerso anche dalle cronache giornalistiche)».
Durante l’incontro il vescovo Conti aveva sottolineato anche l’indifferenza della società di fronte alle situazioni di povertà e aiuto ricordando che sono passati solo due anni dal suicidio di una famiglia di Civitanova, i coniugi Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi con il fratello di lei Giuseppe Sopranzi, proprio per questioni economiche (leggi l’articolo).
Un monito quello di sua eccellenza Conti che ha tenuto al centro dell’attenzione proprio la carità. «La storia non la fanno i ricchi, la fanno i poveri, i ricchi si grattano la pancia – aveva affermato sempre ieri il vescovo – Sono rimasto scioccato dalla cronaca che leggo in questa città». E ancora. «Questa è la città in cui i poveri sono un problema di decoro e di sicurezza – aveva rimarcato monsignore Conti – non deve essere solo Caritas a far cambiare una mentalità, ma anche le associazioni, le istituzioni che sono tre passi indietro rispetto alla Caritas ». Poi le dure parole anche contro la magistratura. «Lunedì scorso leggo di un uomo che viveva nell’auto da giorni – aveva sottolineato il vescovo – nessuno dapprima sa niente, di lui nessuno conosce il nome poi si sa che si chiama Tarik, che ha un regolare permesso di soggiorno e ha alcuni parenti in zona. Che cosa ha detto la città di questa morte, che cosa hanno detto la Chiesa e le parrocchie? Non serve neppure chiarire le cause del decesso, la magistratura non ha disposto autopsia, tanto è marocchino».
Oggi la replica del procuratore Giorgio: «Il mio ufficio – dice – persegue o protegge le persone, a prescindere dalla loro nazionalità o da altre particolarità soggettive, conformemente a quanto prevede l’articolo 3 , comma 1, della Costituzione (come penso emerga dalla nostra quotidiana attività istituzionale). In conclusione, mi sembra che sia stata rivolta una severa critica all’operato del mio ufficio, priva di ogni fondamento. Rispetto alla triste condizione di vita in cui il Tarik Haddi viveva (al pari, purtroppo di altri nel circondario – sia cittadini comunitari che extracomunitari, come constatato anche personalmente nell’esercizio delle mie funzioni ), il mio ufficio non dispone di specifici poteri istituzionali di intervento. Rimane, comunque, fermo l’ impegno di questa Procura a sostenere – nei limiti delle proprie prerogative istituzionali – le ragioni dei più deboli , ogni qual volta ci sia avanzata richiesta in tal senso da parte di chiunque».
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Dove sta la Chiesa quando qualcuno ha bisogno?
Sono i più ricchi e sono sempre a caccia di soldi
Penso che sia giusto che la religione si prenda la responsabilità di sollevare i dubbi che attanagliano molte coscienze e che lo faccia con i suoi vertici. É cambiato qualcosa di importante nel Clero, da quando c’è PapaFrancesco e questa attenzione per i deboli era talmente scontata, che, anche se non esisteva, non se ne avvertiva l’assenza.
Certo é che poi, se si tocca un SuperProcuratore come il Dr Giorgio, che difficilmente commette errori e leggerezze, si incorre nella quasi certezza di essere ripresi. Tutto giusto ed importante il confronto tra Istituzioni, per fare capire a noi cittadini rispettosi della legalità e di Dio se chi rappresenta tutto ciò, sta portando bene avanti la propria missione. Suggerisco al Prelato di rivolgere sempre maggiori attenzioni alla Politica ed ai centri di potere, troverá pane per i suoi denti e nessuno che potrá replicare.
Sua eccellenza in questo periodo è in preda ad un delirio di onnipotenza. L’influenza “nefasta” del suo più vicino consigliere nel campo pastorale Don Vinicio Albanesi lo ha convinto di essere l’unico titolato ad occuparsi e a parlare dei poveri straparlando anche di cose elementari che nemmeno conosce, come nella fattispecie. Se ama tanto i poveri porti a conoscenza di tutti la consistenza del patrimonio della sua diocesi (una delle più ricche d’Italia insieme alla Delegazione Apostolica di Loreto), le entrate dell’ 8 per mille, quelle della Fondazione caritas ecc. ecc. e ci dica di quanto è disposto a privarsi. Vuole spendere da parte sua solo 400.000 euro su un milioneduecentomila euro previsti per la ristrutturazione dell’edificio in Via Parini quando solo due anni orsono le parrocchie di Civitanova hanno speso centinaia di migliaia di euro per la mensa caritas ed il centro distribuzione viveri, che a quanto si dice sono più che sufficienti.
Sig. Procuratore! La magistratura non può essere criticata??! Dite che lavorate! Ma Civitanova e in mano a gente poco raccomandabile! I cittadini non leggono di arresti “eccellenti” ma solo di qualche piccolo criminale che il giorno dopo viene rilasciato e continua a delinquere, mentre chi ricicla denaro, sfrutta la prostituzione, e commercia in attività illecita non viene neanche scalfito da qualche tipo di provvedimento! il bello e che i nomi vi sono noti e anche già con precedenti della fattispecie, che ci vuole basta avere una attività…di poco conto con qualche operaio e magari far passare i denari da li per reinvestirli su LOCALI che creano divertimento?!
Ma in genere per episodi come questo si chiede l’autopsia, non per altro per togliere ai famigliari eventuali dubbi. La giovane età, le difficoltà economiche e lo stile di vita condotto, credo che nella quasi totalità dei casi anche a dispetto delle indagini di Polizia o referti medici, avrebbe dovuto dar luogo a qualche ombra per cui mi sembra naturale chiedere l’autopsia. In Italia credo che quasi tutti gli eventuali genitori avrebbero fatto domanda di richiesta per effettuare l’autopsia.
La Magistratra potrebbe omettere, di stare quasi tutti i giorni sulla stampa, e limitarsi a “far parlare i fatti” (cioè fare il proprio lavoro)
D’altro canto che proprio dal ricco clero venga la predica mi fa portare a dire: “ma da che pulpito….”
Da Cristiano e, con il passare del tempo, molto meno cattolico. Questa è l’ennesima occasione in cui cardinali, vescovi non si debbono intromettere. Debbono parlare del Vangelo ed i primi a metterlo in pratica devono essere loro.
In occasione delle recenti tragiche notizie sportive, relative alla morte di giovani atleti a Villa Potenza o a Pieve Torina, sono state effettuate autopsie, pur non essendoci sospetti di reato (tutti erano dotati di visite mediche sportive con esiti negativi). Pertanto l’appunto del vescovo non è privo di fondamento.
Il Vangelo non è una novella da farci raccontare la domenica per chi nè ha voglia, esso riguarda tutti gli ambiti della vita quotidiana. Sollevare tali questioni, occuparsi di attualità esprimendo punti di vista e sollecitare gli enti preposti, vuol dire mettere in pratica il Vangelo.
Al procuratore piace essere sui giornali (tradizionale ed on line) un giorno si e l’altro pure…..
Io lavoro in cancelleria e rimpiango la discrezione e l’educazione del procuratore Paciaroni…
Con l’occasione si vuole anche ricordare anche l’ammanco di 11 milioni di euro alla Casa di Loreto: gli euro non servono per fare investimenti finanziari ma per darli alla povera gente. “Qualcuno” lo dice …. nel Vangelo.
Vedete i seguenti link:
https://forum.termometropolitico.it/589550-loreto-scomparsi-11-milioni-euro.html
http://www.giornalettismo.com/archives/24390/chiesa-e-paradisi-fiscali-a-loreto-la-madonna-piange/
Lo dico da cristiano-cattolico e non sapete quanto mi dispiace di questo.
«Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»… da quando questa frase (riportata anche nei Vangeli) è stata pronunciata dallo stesso Cristo sono passati due millenni, ma per la Chiesa la tentazione di esercitare il potere temporale è sempre troppo forte…
Se a qualcuno viene voglia di criticare questo post lo faccia pure, ma critichi cortesemente il post e non l’autore, come invece succede spesso. Grazie!
Sig. Procuratore!! se non lo sapesse e passata una settimana e la macchina del deceduto è ancora sul posto!! Le ricordo che e un posteggio pubblico dove escono dei bambini dalla scuola!!
se Sua Eminenza prima di parlare consultasse Google si risparmierebbe certe figure:
Il riscontro diagnostico è obbligatorio per i cadaveri delle persone decedute senza assistenza medica, trasportati ad un ospedale o ad un deposito di osservazione o ad un obitorio. Negli altri casi è disposto d’autorità dai direttori, primari o medici curanti di persone decedute negli ospedali militari, nelle cliniche universitarie e negli istituti di cura privati per il controllo della diagnosi o per il chiarimento dei quesiti clinico-scientifici. E’ disposto dal coordinatore sanitario dell’U.S.L. (in precedenza dal medico provinciale) sui cadaveri di persone decedute a domicilio quando la morte sia dovuta a malattia infettiva e diffusiva o sospetta di esserlo, o a richiesta del medico curante quando sussista il dubbio sulla causa della morte.
Nessuno si può opporre al riscontro diagnostico.
Il riscontro diagnostico va eseguito dall’anatomo-patologo universitario od ospedaliero o da altro sanitario competente, incaricato del servizio, alla presenza del primario o del medico curante ove questi lo ritenga necessario; vi possono essere due risultati conclusivi:
a) rilievo di segni certi o sospetti di un delitto perseguibile d’ufficio; il settore deve sospendere le operazioni e darne immediata comunicazione all’autorità giudiziaria (art. 365 c.p.);
b) individuazione delle cause del decesso; viene redatta un’apposita relazione per il direttore sanitario che è tenuto a darne comunicazione al primario ed al sindaco per l’eventuale rettifica della scheda di morte I.S.T.A.T.; in caso di malattia infettiva diffusiva la comunicazione al sindaco vale come denuncia.
L’autopsia è l’attività settoria eseguita per disposizione dell’autorità giudiziaria. Differisce dal riscontro diagnostico perchè non ha lo specifico fine di riscontrare l’esattezza della diagnosi clinica, nè è soggetta alle limitazioni vigenti per i riscontri diagnostici che vietano le operazioni settorie non necessarie ad accertare la causa della morte.
Art. 116 Norme di attuazione del c.p.p. – 1. Se per la morte di una persona sorge sospetto di reato, il procuratore della Repubblica accerta la causa della morte e, se lo ravvisa necessario, ordina l’autopsia .
Noi maceratesi dobbiamo essere orgogliosi di un Procuratore della Repubblica sempre attento, vigile e presente alle malefatte di questa città. Spero solo che il suo apparire certifichi il vero peso della verità e della giustizia.