di Claudio Ricci
Parte da Macerata la riscossa degli insegnanti precari. Tanti i procedimenti aperti in tribunale di prof che chiedono il riconoscimento dell’anzianità, l’assunzione a tempo indeterminato, il reinserimento nelle graduatorie. Una prima vittoria è arrivata per due insegnati maceratesi che hanno ottenuto un risarcimento dal ministero della Pubblica istruzione. Una terza docente riammessa nelle graduatorie dopo essere stata esclusa e aver fatto ricorso.
Potrebbe sbloccarsi la questione degli scatti di anzianità per i precari della scuola. Una vertenza che interessa i lavoratori di tutta Italia e che proprio da alcuni procedimenti aperti al tribunale di Macerata potrebbe trovare una soluzione positiva per quanti stanno aspettando risposte ormai da anni. Il problema riguarda tutti i supplenti assunti per un periodo di tempo determinato, mediamente corrispondente alla durata dell’anno scolastico, e poi licenziati puntualmente alla fine delle lezioni. In questo modo i precari non riescono a maturare i diritti dovuti per l’anzianità a differenza di chi ha una carriera con contratti continuativi. Dalle graduatorie pubblicate a settembre 2014 dall’Ufficio scolastico provinciale emerge che per le scuole medie (fascia di riferimento delle persone che hanno fatto ricorso) tra graduatorie di sostegno e comuni, i docenti precari sono oltre 400. «La pendenza riguarda numerosi casi in provincia – spiega l’avvocato Alessadro Peca – alcuni di questi, circa una decina, sono di competenza del nostro studio associato Lexit. Il tribunale di Macerata in passato aveva dato torto alle nostre assistite non riconoscendo loro i diritti richiesti. Oggi la situazione è cambiata in base ad una sentenza della Corte europea recepita dalla Corte di appello di Ancona». E così due insegnanti maceratesi, Sonia Soverchia e Iliana Restuccia, hanno ottenuto una sentenza che sancisce il risarcimento del danno retributivo da parte del ministero della Pubblica istruzione nella misura degli aumenti per l’anzianità maturata nell’ultimo decennio di servizio.
E la rivoluzione potrebbe non fermarsi qui. Lo studio Lexit sta procedendo anche alla richiesta di “Immissione di ruolo”, ovvero il riconoscimento di un contratto a tempo indeterminato per alcuni precari assunti con contratti spezzati per una durata complessiva maggiore ai 36 mesi. «Sulla scia di quanto già contemplato dalla legge nel settore privato – spiega Daniela Di Campli, legale dello studio Lexit – stiamo cercando di portare questo tipo di tutela anche nel pubblico. Il caso emblematico riguarda un’insegnante di Civitanova che svolge supplenze annuali e puntualmente viene assunta il 1 settembre e licenziata il 31 agosto. Anche in questo caso la Corte europea parla chiaro, affermando il diritto per l’immissione di ruolo». Nel frattempo i precari nelle scuole della provincia crescono a vista d’occhio con 60 supplenti che entrano in servizio senza nessun tipo di tutela ogni anno. La speranza è che la giurisprudenza acceleri il passo per agganciare le direttive già fornite da tempo dall’Unione europea.
Un altro passo in avanti nei diritti per i lavoratori della scuola fatto a Macerata è un’ordinanza del 6 marzo che ha accolto il reclamo cautelare proposto da Tiziana Pellegrini, insegnante assistita dal legale Francesca Starace e convenzionata con l’associazione sindacale Snals. Il ricorso nei confronti dell’Ufficio scolastico di Macerata era volto ai fini del reinserimento in graduatoria. Pellegrini era stata illegittimamente esclusa dall’attuale graduatoria ad esaurimento per non aver ripresentato la domanda di aggiornamento della sua posizione in occasione della pubblicazione della graduatoria del 2014 pur essendovi inclusa già dall’anno 2007. Il tribunale di Macerata ha accolto in pieno la tesi dell’insegnante».
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Bravi, a far valere i propri diritti di lavoratori.
Complimenti…finalmente anche i precari hanno diritti.