«Abbiamo agito con chiarezza e onestà, senza illudere né fare “politiche bugiarde” nel massimo rispetto delle risorse pubbliche e dell’impegno delle stesse con i criteri della trasparenza, consapevoli che non ci sono più i tempi dei finanziamenti a pioggia». Così l’assessore alla cultura del Comune di Macerata Stefania Monteverde respinge le accuse di Maurizio Rinaldelli Uncinetti che ha deciso di fermare la programmazione del cinema Italia dall’8 genna io e attribuisce la responsabilità di questa decisione all’amministrazione comunale (leggi l’articolo). Molto dura con la Giunta Carancini anche l’assessore provinciale Massimiliano Bianchini che ha attaccato: “La cultura non è solo Buonaccorsi” (leggi l’articolo).
«La volontà politica c’è ed è chiara – prosegue la Monteverde – mettere gli spazi pubblici a disposizione della città e delle sue attività culturali. L’abbiamo fatto, tra l’altro, anche completando Palazzo Buonaccorsi, aprendo gli spazi della biblioteca con la sala Castiglioni, mettendo il teatro Lauro Rossi a disposizione di tante realtà associative che lo possono utilizzare tutto l’anno grazie agli investimenti culturali nei servizi di apertura. Continueremo a farlo».
«Il cinema Italia è di proprietà della Provincia – si legge in una nota inviata questa sera dall’Amministrazione comunale – che ha deciso di affidare la gestione all’associazione Nuovo Cinema, vincitrice di un bando nel 2006 , con un contratto di concessione economica di circa 6000 euro annue già prorogato in passato e rinnovato il 9 dicembre 2014 fino al 2020, riconoscendone le migliorie fatte per un importo di circa 6000 euro l’anno da scomputare con la disponibilità di 20 giornate per l’uso istituzionale. A giugno del 2014 il presidente dell’associazione Nuovo Cinema nel corso di un colloquio con l’ assessore alla cultura, Stefania Monteverde, ha presentato la situazione di difficoltà economica che stava pregiudicando la prosecuzione dell’attività di gestione e ha manifestato il bisogno di un contributo da parte del Comune di Macerata di almeno 10.000 per garantire la situazione di apertura attuale o 20.000 euro l’anno per garantire ulteriori aperture. L’Amministrazione a seguito dell’incontro ha manifestato tutto l’interesse a garantire alla città la disponibilità di uno spazio culturale attivo e aperto, non solo al cinema ma anche alle attività delle tante realtà e associazioni che necessitano di spazi di incontro, consapevole che il cinema Italia è uno spazio con molte potenzialità non sempre adeguatamente coltivate. Con molta chiarezza fin da subito si è precisato che intervenire con un contributo sul bilancio 2014 non sarebbe stato possibile, visto che a giugno 2014 era già stato approvato secondo la programmazione annuale. Si sarebbe potuto valutare solo sul bilancio del 2015 un eventuale possibile sostegno ad un progetto di rilancio dello spazio in cui fosse chiara la possibilità per tutti di avere la disponibilità degli spazi gratis o con leggero contributo spese, e allo stesso tempo fosse chiaro il piano economico delle uscite e delle entrate in modo da valutare l’adeguato contributo del Comune per garantire un uso collettivo.
Allo scopo di valutare adeguatamente il percorso da fare, l’Amministrazione ha chiesto all’associazione Nuovo Cinema un progetto di rilancio e il piano economico delle uscite e delle entrate. Il 17 novembre 2014 il presidente dell’associazione ha presentato le fatture delle spese, che ammontano a circa 20.000 euro l’anno, ma non ancora il piano economico completo con le entrate né il progetto di rilancio che tendesse anche ad un equilibrio finanziario. Il 15 dicembre 2014 l’assessore Monteverde ha partecipato all’assemblea pubblica promossa dall’associazione e ha avuto modo di precisare tutto questo pubblicamente. Nell’occasione ha sostenuto che, nell’ottica di un attivo dialogo interistituzionale, sarebbe stato molto positivo se la Provincia avesse valutato l’opportunità di dare in concessione gratuita al Comune un bene tanto importante per la città, vista anche la trasformazione in atto delle amministrazioni provinciali che stanno perdendo le deleghe sulla cultura. Tuttavia, visto che la Provincia ha ritenuto valida l’attuale gestione prorogandola nei termini della concessione dello spazio in cambio di benefici, l’Amministrazione comunale precisa che non può contribuire ai costi di gestione su un bene non di sua proprietà così come fa per la gestione di altri beni pubblici comunali dati in comodato d’uso, come ad esempio le palestre. Sempre a riguardo del comunicato stampa, si precisa, visto che il presidente ne fa nota, che la situazione del Teatro Don Bosco è completamente diversa in quanto l’allora partecipazione al recupero del bene fu deliberata dal Consiglio comunale ricevendone il Comune in cambio 80 giornate annue di utilizzo gratuito. Si precisa anche che la situazione del teatro di Villa Potenza, anche questa citata dalla nota dell’associazione, è ancora diversa in quanto è un bene privato che l’Amministrazione ha voluto prendere in comodato d’uso ritenendo una necessità per la collettività, e soprattutto per la frazione di Villa Potenza, la disponibilità di uno spazio culturale: ne ha affidato la gestione con un bando pubblico vinto da una realtà associativa che ne garantisce un progetto culturale di valore aggregativo per la frazione e al quale la stessa contribuisce con un contributo economico in un rapporto pubblico privato di proficua collaborazione.
Per quanto riguarda l’uso che è stato fatto degli spazi dell’ex- Upim in questi anni, anche questo citato impropriamente dal presidente Rinaldelli, si precisa che in due anni sono stati impegnati circa 5000 euro per sostenere le attività delle associazioni in uno spazio pubblico di grande rilievo nel centro della città.Le cifre a cui fa riferimento il presidente nella nota stampa sono del tutto infondate così come non sono riportati con correttezza dati e situazioni.
In conclusione, l’Amministrazione comunale ribadisce ancora quanto ha avuto modo di dire al presidente dell’associazione Nuovo Cinema e all’assemblea pubblica: 1. resta piena la convinzione che il cinema Italia sia uno spazio culturale di grande valore sia come sala cinematografica che come spazio per attività teatrali, sociali, scolastiche e culturali in genere; 2. si ritiene che deve essere messo a disposizione di tutti quanto più possibile; 3. resta aperta la disponibilità dell’Amministrazione a valutare l’opportunità di un progetto volto a fare del Cinema Italia uno spazio per tutti, dalle realtà teatrali a quelle associative finanche alle assemblee delle scuole e dell’università, proponendo di contribuire alle spese di gestione in cambio di 100 giorni da mettere a servizio della città e gestiti dagli uffici comunali con un’adeguata programmazione semestrale».
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Il punto della questione è quindi che il comune non vuole dare a Rinaldelli un contributo per la gestione? Il motivo sarebbe un “no” per i finanziameni a pioggia? E’ singolare, perché il comune ha dato e a contributi a chiunque , dalle pro loco per la gestione dell’ultimo dell’anno in piazza ( 10.500 euro), a varissime associazioni per l’Estate maceraese ( beneadanti, musicamdo, uilt marche), o a Pindaro per il beach volley in piazza( 5000 euro) o overtime ( 10mila), o ANPI (4000 euro), o addirittura l’uso gratuito dello sferisterio alla otrilive per i concerto di gazzè. Nessuno o quasi è stato escluso: abbiamo dato ( nel senso di noi meceratesi per mezzo del comune) 1000 euro a gruca onlus per una “indagine sui rifiuti urbani”.
Beh se è questo è il motivo adotto dalla Monteverde per il no al malcapitato Rinaldell ( “no a finanziamenti a piogga”), è chiaramente una panzana.
P.S.: lo spazio ex UPIM è privato, ovviamente, Ass. Monteverde: forse voleva dire che il comune lo ha preso in uso ( gratuito o pagamento, non so) e lo concede gratuitamente o con relativo contributo a chi ritiene?
Sarebbe il caso di chiedere a Bianchinik (politico e politicante di mestiere) come i suoi amici si sono aggiudicati il bando, come hanno ottenuto il rinnovo dopo un primo periodo vergognoso, e a chi intendeva far pagare i soldi che LUI ha promesso ai gestori!!!
Cmq questa giunta riesce nell’impresa di far fare, almeno a parole, bella figura perfino a Bianchini.
Siamo la città dell’associazionismo (http://www.comune.macerata.it/aree-tematiche/informati-per-partecipare/associazionismo/albo-comunale-delle-associazioni) quindi (in teoria, mooolto in teoria) una città “viva e vibrante”.
E non a caso, di iniziative, ce ne sono tantissime e le più disparate…
Basta utilizzare la fantastica parolina magica “cultura” per cui anche un’iniziativa-fuffa che raccoglie 4 gatti (e NON interessa alla città) -se trova i canali giusti- rischia di vedersi elargito un “aiutino” dal Comune.
Tra l’altro, per molte associazioni, se non è zuppa è pan bagnato visto che molti associati/referenti/attivi sono presenti in diverse associazioni, per cui se oggi non arriva il finanziamento all’associazione A è sicuro che arriva all’associazione B o viceversa e, pertanto, i soliti noti qualcosa dal barile raschiano sempre…
L’Assessore Canesin ha ragione: la parola cultura va declinata al plurale ) in quanto le forme espressive della cultura sono molte e molteplici.
E CULTURA è una parla dai contorni vaghi e indistinti, impalpabile e spesso fiamma nascente di molte discusisoni…
La caratteristica particolare (molto italiana e varie volte riscontata anche a Macerata) è che talvolta la ‘monnezza pseudoculturale viene contrabbandata per cutura solo perchè si hanno gli “agganci” negli assessorati giusti.
Per ultimo (caso riscontrato a Macerata, ma è un pò di tutte le città di Provincia) spesso cose viste e riviste e straviste altrove (nelle grandi città, dove le produzioni culturali, più varie, sono migliaia ogni anno) vengono “ripresentate” a Macerata come “nuove” ed “originalissime” (contando sul fatto che molti cittadini non seguono gli accadimenti culturali) e chi le rpesenta viene anche acclamato come “innovatore”, mentre in realtà è solo un “copiatore”, vendendo per nuova la pelle dell’orso che lui non ha cacciato
Per favore Bianchini no basta e vanza.
Come già ben scritto da Underwood e Cerasi prima di me, questa dichiarazione di… “verginità ritrovata” dell’Amministrazione Comunale sul tema dei finanziamenti a pioggia (o, come scrive Cerasi, degli “aiutini”), sarebbe una barzelletta se non fosse vera e se non avesse come conseguenza pratica e immediata la chiusura di un altro pezzo di Centro Storico.
Fare cultura senza l’intervento pubblico è impossibile persino nei Paesi che ostentano il loro immarcescibile liberismo economico-politico (tanto per restare in ambito cinematografico, cosa sarebbe [stato] del cinema e della serialità televisiva inglesi senza la BBC e soprattutto senza la presenza e l’azione del British Film Institute!?); in Italia, poi, è ancor più impossibile pretendere di farla fuori dal perimetro di qualche sagrato (visto che spesso i suddetti sagrati fanno pure concorrenza più o meno sleale sia nell’offerta che nell’accaparramento di risorse pubbliche!). L’Associazione Nuovo Cinema paga sulla sua pelle questa realtà generale ma anche un paio di peculiarità tutte autoctone: 1) La sostanziale incomunicabilità e quindi mancanza di coordinazione tra le Istituzioni pubbliche (nella fattispecie tra Provincia e Comune che, in tutta evidenza, si sono ignorati o addirittura si sono fatti lo sgambetto; l’Università, poi, non è proprio pervenuta), nonché tra Associazioni e tra Associazioni e Istituzioni; 2) L’assenza di un approccio anche minimamente imprenditoriale alla gestione della sala: in un periodo economico di vacche magre e conoscendo l’inaffidabilità politico-finanziaria delle istituzioni, sarebbe stato ancor più necessario un vero e proprio “business plan” nella conduzione del Cinema Italia: l’adeguamento al digitale 4k, per esempio, era praticamente ineludibile e questo si sapeva da almeno 2 o 3 anni. Ma anche uno studio realistico sulla risposta del pubblico a una programmazione di così alta qualtà in una sala tanto grande: da cinefilo accanito quale sono dico con la morte nel cuore che a Macerata purtroppo non c’è abbastanza pubblico (quindi massa critica) educato alla visione di film talvolta difficili, spesso non banali e comunque alternativi al solito circuito commerciale mainstream. D’altro canto, un’opera di attrazione del pubblico verso un’offerta simile (quindi la creazione di una domanda) necessita(va) di uno sforzo di comunicazione molto molto efficace, cosa che purtroppo non si può dire sia riuscita alla più che benemerita Associazione Nuovo Cinema: non basta infatti “stare su internet” o su FaceBook per essere visibili, ancor meno per essere efficaci; la comunicazione pubblica è stata un gran punto debole della sua gestione, purtroppo.
Last but not least, gestire un’attività cinematografica (come qualsiasi altra attività culturale e non) comporta una solida disponibilità finanziaria, disponibilità che in tutta evidenza sembra non esserci mai stata e che ha finito con l’essere -a detta di Rinaldelli- coperta di tasca propria! Lo “sforzo” della Provincia appare in tal senso davvero risibile e fuori da ogni realismo economico: l’amara impressione che se ne ricava è che l’Ente appaltatore abbia semplicemente “rifilato la patata bollente” ai gestori che avrebbe preteso di “privilegiare”!!…
Al netto di polemiche e analisi, però, la domanda è una sola: e adesso che si fa? Io, francamente, vedo molto nero.
AHAHAHA BIANCHINI. CERTO ORA QUELLI CHE CON BIANCHINI PER ANNI HANNO OTTENUTO FAVORI, E CHE SONO STATI SEMPRE NEL PALMO DELLA MANO DEL POLITICANTE DI MESTIERE, STANNO PERDONDO CIO’ CHE NEGLI ANNI, HANNO AVUTO IN REGALO, IL LORO GIOCATTOLO, INACCESSIBLE AD ALTRI SE NON AL LORO VAGLIO PERSONALE (REBIS IN PRIMIS..ce fa pure la rima), STANNO INSORGENDO, AHAHA LA RUOTA GIRA CARI!!!!
P.S. LI MACERATESI ARVOTERANNO BIANCHINI, CHE NON HO MAI CAPITO DA CHE PARTE STA’, OPPURE STA A MEZZO E DAPERTUTTO COME LI POMODORI.
Inoltre aggiungo che:
Il cinema italia, rischia di chiudere, ma oltre alle peliicile altro non si faceva più li, e dire che potrebbe essere un ottimo spazio teatrale. Il Teatro Rebis rischiano la chiusura, ma solo della parte del luogo teatrrale, il Rebis resta. Sapete che ci sono altre realtà che fanno teatro e che non hanno mai avuto spazi, ma sono sempre riusciti a cavarsela e far produzioni? Poi dico che l’unica realtà che resta solida nelgi anni è il Minimo Teatro, che il locale se lo paga da solo!!!!
@Libero: personalmente apprezzo moltissimo il lavoro del Minimo Teatro, ma ammetterai che è ancor più di nicchia della programmazione cinematografica passata del Cinema Italia!!
Si, ma questo dimostra sempre che chi sa, va avanti pur senza finanziamenti pubblici. E ce ne fosse di questa nicchia, invece di altre stronzate in giro.
Per l’ennesima volta ribadiamo, come Teatro Rebis, che lo spazio di Villa Potenza è uno spazio privato e che il Teatro Rebis lo ha preso in locazione dal 2005 dall’allora Società di Mutuo Soccorso (ora Ass. Dilettentastica Helvia Recina), pagando di tasca propria, fino al 2013, tra affitto ed utenze, circa € 100.000,00, senza nessun contributo comunale direttamente finalizzato alla gestione del teatro (tranne € 5000,00 per il 2013), ma investendo le proprie risorse associative nella programmazione. Ribadiamo, inoltre, che all’interno del Teatro di Villa Potenza decine e decine di associazioni culturali e non solo hanno trovato spazio per la loro attività. Tutto questo è dimostrabile e ampiamente documentato. Invitiamo chiunque a sincerarsi di quello che dichiariamo, e aggiungiamo qui e per l’ultima volta, che non esiteremo, in futuro, a procedere legalmente contro quanti continueranno ad esprimersi impropriamente sulla questione, a cominciare dal Signor LIBERO, qualora voglia manifestarsi con le sue vere generalità.
@Prodest Lxii – Intanto non sono amici miei, il bando è del 2006, quando non facevo l’assessore provinciale. Sono, comunque, persone che stimo e che hanno fatto un grosso lavoro, ma io non mi sono occupato del bando anche perché sono assessore dal 2011. E sul discorso di aver promesso dei soldi, io non ho promesso soldi a Rinaldelli, anche perché la provincia non può più mettere soldi nella cultura
Caro @Libero, con tutta la simpatia e l’apprezzamento per l’innovativo lavoro di Maurizio Boldrini, credo e temo che se si fosse trovato a gestire lui una sala da 400 posti dovendo per giunta molto avere a che fare con la politica, non avrebbe ottenuto risultati molto diversi. La sua realtà orgogliosamente e proficuamente di nicchia (convengo: di OTTIMA nicchia), può funzionare quotidianamente nel piccolo spazio che si apre di tanto in tanto a qualche evento di più ampio respiro. Quindi: onore al merito per Boldrini, ma sono situazioni davvero imparagonabili. Eppoi io non ho mai criticato l’offerta del Cinema Italia grazie al quale Macerata ha potuto veder programmati titoli davvero di gran pregio spesso distribuiti solo nelle grandissime città o poco più, senza contare gli incontri culturali con registi e attori.
Ma nel cine teatro Italia, non potrebbero confluire tutte le realtà teatrali insieme e gestirlo?
Eh, sarebbe un’ottima idea, ma io temo che ci sia troppa concorrenza tra le varie realtà: noi maceratesi non abbiamo affatto uno spirito cooperativo, purtroppo…
INFATTI……..perche’ non metterlo a disposizione di tutti quelli che fanno teatro……..invece di mandarlo in
malora “prima”………..e aprirci l’ennesimo simil C.S.A………( perché con le teste della Monteverde & C.)
…………… ;-D
Quand’è che si vota per le comunali a Macerata?