di Alessandro Trevisani
Si è trasformata in un confronto acceso con i titolari dei balneari quella che doveva essere solo una conferenza stampa convocata per stamattina nella sala consiliare dal sindaco Sabrina Montali, per parlare di erosione della costa a ridosso del crollo parziale dello chalet Masaya. Chalet che ieri mattina ha perduto la soletta anteriore della sua piattaforma, finita in acqua in mezzo all’ennesima mareggiata (leggi l’articolo). A tal proposito Rodolfo Scalabroni dell’Abat, l’associazione degli operatori balneari, ha tenuto a precisare che «Quella porzione del Masaya non è stata abbattuta dall’impatto diretto delle onde, ma è venuta giù per il progressivo erodersi della costa, che ha reso fragile la struttura in questi mesi».
Il sindaco ha esordito così all’indirizzo degli operatori, una decina, seduti nelle file del pubblico del consiglio comunale: «Non fatevi strumentalizzare politicamente, deponete l’ascia di guerra perché non ha senso mettersi uno contro l’altro, amministrazione di qua e balneari di là». Per Abat di nuovo Scalabroni ha messo l’accento sulle mancanze della Regione Marche: «Il progetto di ripascimento per 4,2 milioni a Lido delle Nazioni è del tutto sbagliato, tanto è vero che la stessa Regione, che il nostro Comune ascolta fin troppo, lo vuole strappare e fare daccapo, probabilmente temendo conseguenze penali».
Montali ha rinfacciato agli operatori di essere troppo appiattiti sulle obiezioni al progetto fatte dalla ditta appaltatrice, la Dicearco Costruzioni di Messina, che sulla base dei suoi rilievi da giugno in qua si è rifiutata di dare inizio ai lavori. Una critica che fa inferocire gli operatori. «Lei cadrà, lo perderà questo palazzo – grida uscendo dalla sala Christian Gambelli, titolare del Masaya – e comunque ci vediamo in tribunale».
Alla Montali si rimprovera di non aver autorizzato i massi per proteggere lo chalet che sta crollando gradualmente in mare. «Le ordinanze di questo tipo, attuate dalla precedente amministrazione, sono state revocate per l’intervento della Regione – dice il sindaco, che sventola una lettera con cui il Servizio Infrastrutture della Regione Marche invita il Comune a rimuovere i blocchi di cemento autorizzati con ordinanze 36 e 60 dello scorso febbraio, e a lasciare soltanto i sacchi di sabbia a difesa dello chalet la Rotonda – perché l’intervento coi massi nel lungo periodo può determinare interferenze con la dinamica costiera, con conseguente accentuazione dei fenomeni erosivi». Ovverosia: più spiaggia dietro ai massi vuol dire meno spiaggia tutto intorno. Si torna quindi alla politica, perché la vecchia amministrazione quei massi, sebbene sul filo della legittimità, li aveva autorizzati. «Senza blocchi in mare ora molti chalet non starebbero in piedi», protesta Daniel Pandolfi dello chalet la Rotonda. E la risposta di Montali è lapidaria: «Io massi a casaccio, senza l’ok della Regione, non ne metto. Del resto se a tizio cade la casa, non è certo il Comune che provvede a risarcirlo o a proteggerlo». Pacatamente interviene Andrea Marcelli dello chalet Barracuda: «Qui succede che se stai in piedi non fai notizia, se cadi giù invece fai notizia. Intanto però vediamo di non disperdere i 300mila euro per il ripascimento al nord, e a mettere 2-3 pennelli (rocce disposte in modo longitudinale rispetto al litorale, ndr) in più, nella parte più vicina al centro, dove è crollato il Palm Beach e potrebbe cadere anche il mio chalet». A questo punto Massimo Mancini, tra i gestori del Palm Beach crollato a maggio, chiede al sindaco un aiuto e una presenza maggiori. Alché Montali risponde: «Che aiuto avete avuto da chi c’era prima?».
Ma di nuovo è esplosiva la reazione dei bagnini, con Enzo Pandolfi che grida: «Io le ho fatte tutte per farti votare», e si porta via il figlio dalla sala. Christian Gambelli, anche lui alla riunione con la Montali, annuncia di voler intraprendere «Un’azione legale, e confermo che dopo le ferie mi vedo col mio avvocato, perché è la sola strada da attivare. Faremo una causa di risarcimento danni, faremo le perizie che occorreranno per capire chi sono i responsabili tra Comune e Regione. Stamattina dal parcheggio è caduto un albero dentro lo chalet, poi sono crollati altri due metri di pavimento e una porzione di tetto, mentre l’intera piattaforma si sta inclinando verso il mare». Gambelli in Comune ha portato la copia della sua richiesta del 25 novembre, dove effettivamente chiedeva di piazzare massi a protezione dello chalet. «Non ci sono state risposte scritte, è vero – conferma il consigliere con delega al Demanio Giuliano Paccamiccio – ma verbalmente in questi giorni abbiamo detto più volte a quelli del Masaya che non si poteva fare».
In ogni caso non è stato un buon anno per gli operatori balneari, e rimane perfino difficile, se non impossibile, augurare un buon inizio. Resta solo da attendere il voto del consiglio regionale sulla variante al Piano di difesa della costa, che finalmente sdoganerà scogli e protezioni rigide, e che dovrebbe cadere tra il 7 e il 10 gennaio.
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Quando non ci saranno più gli chalet e a Porto Recanati non avrete più turisti e i bagnini apriranno sulla coste albanesi come vuole Renzi, li si pagano meno tasse, allora farà il sindaco di cosa? Però qualcuno secondo me qualche soddisfazione se la toglierà……! Non sono un bagnino ma mi sento uno di loro, la loro situazione può toccare a tutti!
Che dire? i proprietari degli chalet ci rimettono i soldi di tasca propria, mentre i politici, come al solito, fanno solo chiacchiere e tanto, anche se sbagliano, paga eventualmente lo Stato, o il Comune in questo caso, quindi tutti noi. Voi capite che a questi qua che gliene può fregare di niente di prendere decisioni sbagliate.
Il comune non difende i propri cittadini? Non è il comune che dà le autorizzazioni per costruire? Non è il demanio che deve tutelare il territorio CIRCOSTANTE alle proprietà private?! Non si pagano decine di migliaia di euro di oneri di urbanizzazione al Comune per costruire? Per urbanizzare cosa? Chi vuole governare si candida per assumersi le dovute responsabilità nei confronti dei concittadini o lo fa solo per fare una serie continua di conferenza stampa e comunicati senza agire? Non si dovrebbe voler fare meglio e di più di chi è venuto prima?
Dalle foto e dal video si evince chiaramente che sulla soletta non c’è ferro??? Ora è vero che le barrire non sono state messe però se si costruisce un poco meglio
Ma la paladina Giorgi, dove sta?
Sempre la solita solfa: “ma prima di me che cosa ha fatto” . Volevo ricordare, come sta scritto sul blog di Porto Recanati il “argano” che circa 1-2 ann fa il proprietario della Rotonda ha fatto una domanda per mettere dei massi a spese proprie. Il precedente Sindaco ha rilasciato una concessione provvisoria in attesa dei lavori della Regione. Conclusione: la rotonda e’ in piedi. Vergogna amministrazione.
Abituatevi perché questa è la nuova Italia voluta da Renzi e compagni che obbediscono solo all’Europa e si preoccupano di far entrare l’Albania nell’Unione mentre la nostra nazione sprofonda in un mare di problemi.
un sindaco non è uno sceriffo ed i suoi compiti hanno precisi confini….ci può essere chi si sa atteggiare a bravo venditore e chi, senza politicese, affronta i problemi nel dovuto rispetto delle gerarchie e senza piaggerie…..diverse ineterpretrazioni per un unico risultato!
La regione ha ordinato alla precedente amministrazione di far togliere le barriere solide in preedenza autorizzate con un’ordinanza, tutto questo con una lettera che specifica che questi massi oltre ad un danno ambientale con il tempo possono provocare danni alla linea della costa. Con una nuova ordinanza l’ex Sindaco chiede di togliere le protezioni solide entro 90 giorni, salvo il ritardarsi del ripascimento. Ora mi chiedo e chiedo ai vari geni che scrivono, può il titolare del Masaya chiedere i danni a chi non ha dato seguito ad una precisa richiesta della regione? Può il nuovo Sindaco autorizzare con un’ordinanza la difesa di una proprietà commerciale privata, quando già conosce cosa farà la regione? E se questi massi autorizzati fanno venire giù le fogne o la ferrovia chi si assume la responsabilità?
Allora il comune pretende soldi di urbanizzazione per rilasciare le autorizzazioni, ma una volta costruito dice di non avere più nessun potere … Beh mi sembra chiaro quindi che il comune è solo un mero ente che pensa solo a raccogliere soldi per mantenere stipendi di gente che non può decidere niente quindi scalda la sedia pur di portare a casa lo stipendio. Allora aboliamo tutti gli enti inutili che non possono decidere niente.
SONO 25 ANNI CHE SI PARLA DI SCOGLI.
Ci vuole Silenzi, vedrete che in poco tempo mette pure gli scogli.
Si, un tanto al pezzo.