di Marina Verdenelli
«Erano tre anni che lottavo per avere la custodia esclusiva di mio figlio. Tre anni di parole inascoltate. Adesso qualcuno dovrà pagare per questa morte, io voglio giustizia, non si può far finta di niente. Chi ha sbagliato deve venire fuori, per il bene di Simone». Vuole giustizia Enrico Forconi, padre del bambino di 13 anni ucciso a coltellate dalla madre il giorno della vigilia di Natale. La invoca con tutte le forze che gli rimangono e che gli danno ancora un motivo per andare avanti. Intanto è stata fissata l’autopsia sul corpo del 13enne e l’interrogatorio di garanzia per la madre. Simone prima di morire ha chiamato il padre al cellulare «Fai presto» gli ha detto. Forse aveva capito quello che la madre stava per fare.
INTERROGATORIO E AUTOPSIA. Domani mattina (sabato 27 dicembre) si terrà l’interrogatorio di garanzia per Debora Calamai, in carcere, davanti al gip Domenico Potetti. La donna è accusata di omicidio aggravato. All’esito dell’interrogatorio il pm Luigi Ortenzi valuterà se chiedere una perizia psichiatrica sulla donna che dovrà svolgersi con la formula dell’incidente probatorio. Gli avvocati di Calamai, difesa dai legali Mario Cavallaro e Simona Tacchi, chiederanno come misura cautelare alternativa al carcere una struttura psichiatrica dove ricoverare la donna in attesa del processo. Gli stessi hanno già fatto presente che chiederanno anche una valutazione sulla incapacità di intendere e di volere della donna al momento di compiere l’omicidio del figlio di 13 anni.
Sempre domani mattina verrà assegnato l’incarico al medico legale Adriano Tagliabracci di eseguire l’autopsia sul corpo di Simone. L’esame autoptico verrà eseguito subito dopo l’incarico, alle 9, all’ospedale di Camerino per poter così restituire la salma del bambino ai familiari in tempi non troppo lunghi e utili per fissare il funerale. La salma attualmente si trova all’obitorio dell’ospedale di San Severino. In matinata verrà trasferita.
IL PADRE – Il dolore per la perdita del figlio non passerà mai per Enrico Forconi che ora vuole che si faccia chiarezza sul percorso giuridico che lui aveva intrapreso prima con la separazione e poi con il divorzio. «Avevo parlato con la dottoressa che seguiva la mia ex moglie – dice Forconi – lei era in cura al distretto di San Severino dove c’è una sezione del dipartimento di Salute Mentale. Ma i tempi sono troppo lunghi, troppo». A gennaio era stata fissata un’udienza con un apposito accertamento medico che avrebbe dovuto stabilire se Debora Calamai era ancora in grado di avere il requisito di genitorialità per la custodia del bambino. Padre e madre avevano l’affidamento congiunto dopo la separazione del 2010 e la fine del loro matrimonio. La custodia del bambino però era affidata alla donna tanto che Simone dormiva a casa della madre anche se il papà spesso cercava di tenerlo con sé a seguito di un peggioramento notato nella 38enne. Proprio a seguito del peggioramento dello stato psicofisico della donna l’ex marito stava lottando per l’affidamento esclusivo. Anche i parenti di Calamai, la 38enne ha il padre e una sorella, tutti a Firenze, città di origine della donna, avevano cercato di aiutare la mamma di Simone chiedendole di tornare in Toscana per farsi curare. «Lei ha sempre rifiutato – prosegue Forconi – diceva che se stava male la colpa era solo la mia». I parenti della donna hanno telefonato al papà di Simone dopo la tragedia ma ancora non avrebbero raggiunto San Severino. Forse lo faranno nei prossimi giorni. Anche la loro famiglia è sconvolta.
INDAGINI – Sul fronte investigativo la dinamica è ormai stata chiarita dagli inquirenti. Simone è stato ucciso con diverse coltellate. L’autopsia stabilirà quante e quali quelle mortali. Il bambino aveva ricevuto una prima telefonata del padre la sera della vigilia, durante la cena a casa con la mamma, alle 20,20. Poi alle 20,54 il bambino ha chiamato il padre dicendogli di raggiungerlo perché insieme avrebbero costruito un furgone con le costruzioni della Lego che la mamma gli aveva regalato (leggi l’articolo). Simone aveva detto «Fai presto» forse spaventato dal comportamento della mamma che poi lo ha ucciso. Il corpo è stato trovato sul pianerottolo, fuori dall’appartamento, lì è corso Simone nel tentativo di fuggire. Vicino al corpo, a terra, c’era il suo cellulare, quello con cui aveva chiamato il padre pochi istanti prima. Debora Calamai dopo il fatto è uscita dalla palazzina di via Zampa e si è seduta su una panchina come se nulla fosse. Ai primi soccorritori avrebbe detto: «Sono contenta di averlo fatto, se lo meritava, me lo volevano portare via».
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Se i giudici facessero il loro lavoro tenendo in considerazione la situazione reale di una separazione e non soltanto leggere la legge questa situazione, come altre, potrebbero non succedere
Io vorrei sapere chi sia quel giudice che abbia accordato l’affidamento congiunto ad una madre gia da tempo con problemi mentali, e a un povero padre che ora si ritrova senza figlio….
Atroce… Ma la giustizia dove sta????? Nulla restituirà la vita a quel piccolo cucciolo innocente, ma tra quanto questa squilibrata sarà di nuovo libera come niente fosse?
Chi ha sbagliato DEVE pagare!!
Giuste considerazioni di chi ha scritto prima di me. Da noi esiste un diritto che premia la madre. Pure quella che abbandona il figlio da neonato e poi, dopo qualche anno si pente, e pretende di riaverlo, con danno psicologico del piccolo, che non la conosce, e con strazio dei genitori adottivi.
Questa purtroppo è la legge italiana……ad avere la peggio sono sempre questi piccoli angeli ! Un abbraccio grande va a questo papà……..riposa in pace piccolo……
Vergogna!
Affidano i figli al 99 per cento alle madri anche di fronte a patologie gravi come in questo caso! io non capisco il senso e non so dove hanno la coscienza i giudici … I padri sempre penalizzati a priori chi ci rimette alla fine sono sempre i figli … In questo caso non ci sono parole per descrivere questa tragedia povero cucciolo riposa in pace !
come al solito la colpa non sarà di nessuno e la madre sarà dichiarata inferma di mente. conosco Enrico da oltre 20 anni e conoscevo la sua storia tanto è vero che quando ho sentito la tv parlare della tragedia il mio pensiero si è rivolto subito a lui e dopo aver visto cronache maceratesi ho avuto la conferma.
cronaca di una morte annunciata, spero che qualche buon avvocato aiuti enrico a far chiarezza e a trovare il colpevole di tanti ritardi e negligenze..
in italia come al solito si aspetta sempre all’inreparabile per poi muovere la giustizia.
purtroppo enrico è un cittadino qualunque come lo sono io e tante altre persone, altrimenti le sue richiesta sarebbero state accolte in un battibaleno.
forza enrico anche io sono padre e il solo pensiero di perdere un figlio mi fa rabbrividire. hai tutta la mia solidarietà per il tuo piccolo “Angelo” e rabbia verso le istituzioni.
Non si contano più i casi in cui servizi sociali , i tribunali e forze dell ‘ ordine hanno dimostrato di non riuscire a prevenire nulla di nulla . E’ tutto un sistema inutile , inefficiente. E a mio avviso perverso che fa solo finta di svolgere un servizio , soprattutto nei momenti di emergenza . Uno schifo davanti al quale siamo tutti indignati e impotenti. Quante vittime giornaliere provoca questo assurdo sistema? Chi si rivolge ai servizi sociali , ai consultori , ai tribunali, alle forze dell ‘ordine e’ quasi sempre in stato di emergenza e in pericolo , ma tutti si sentono rispondere che non si può fare nulla o che i tempi in cui if può smuovere qualcosa sono tempi insostenibili per casi di emergenza. Sono decenni che viviamo questo modo di fare assurdo di questi enti parolai , fatiscenti e perfettamente inutili . E intanto tutte le morti annunciate sono diventate una realtà. E lo Stato continua ad essere SORDO . In Amazzonia c’è più sicurezza. La nostra rabbia e’ insostenibile e continua a essere impotente . Io mi aspetto che un giorno o l altro qualche pseudo assistente sociale venga gambizzato e qualche giudice impallinato da normali cittadini che urlano giustizia
Le persone con disturbi mentali o psichici non devono essere affidate a cure saltuarie o peggio lasciate a loro stesse perché non c’è certezza che prendano i farmaci regolarmente e quindi possono diventare pericolosi per se stessi e per chi hanno vicino
Povero padre e maledetta burocrazia…
Le separazioni ed i divorzi sono in continuo aumento perchè c’è poca ponderazione all’atto di compiere un passo importante della vita come è il matrimonio,che non equivale all’acquisto di un vestito,perchè difetta quella necessaria capacità di giusta sopportazione dei difetti dell’altro,tenuto presente che nessuno è perfetto,difetti che,invece,dovrebbero costituire spunto di maggior collaborazione,perchè ormai l’individualismo non ha più freni di sorta ed ha prevalso un concetto approssimativo della libertà.Il danno diventa veramente rilevante quando ci sono figli,specialmente se in tenera età,che hanno bisogno di crescere in una famiglia dove siano presenti madre e padre,come recentemente ha detto anche Papa Francesco.La separazione deve tornare ad essere un caso eccezionale,non di ordinaria amministrazione.Ma,forse,per la superficiale cultura oggi dominante,scambiata per progresso,le mie sono parole al vento. Naturalmente non faccio alcun riferimento al caso specifico ma ad un fenomento ,purtroppo,molto diffuso. Giovanni Bonfili.
Quanto male ancora ci fara’questo giudice delTribunale dei Minori ?
Prima gli assistenti sociali e giudici pendono dalla parte della madre. Ora si autorizza perizia psichiatrica per incapacità di intendere e di volere! Qui i primi ad essere incapaci di fare le cose giuste sono proprio loro! Se la madre ne uscirà così….vuol dire che anche loro sono stati incapaci di fare bene il loro lavoro, quindi a cosa ci stanno a fare?….A CASA!!! Complici dell’accaduto!!!
Nelle morti annunciate, di solito si interviene a fatto compiuto. In Italia ci sono milioni di leggi le quali per la maggior parte andrebbero stracciate e le altre cambiate e in meglio.
Per Matteo Castellani:
Chiamasi femminismo di stampo misandrico, causa e origine di ogni male al giorno d’oggi, un cancro mortale e inestirpabile, perchè invisibile allla quasi totalità della popolazione, lobotomizzata e malata di politicamente corretto. Eppure basterebbe osservare qualsiasi donna al di sotto dei 70 anni in giro per strada, per comprendere il loro grado di alterigia, la loro superbia e un infinito delirio di onnipotenza, possibile che nessuno se ne accorga? Una società che criminalizza il maschile sempre e comunque, arrivando a chiamare FEMMINICIDIO l’uccisione di una donna da parte di un uomo SENZA RICERCARNE LE CAUSE, per inasprire le pene agli uomini, depenalizzando quando a uccidere sono le donne, come in questo caso. Quando un uomo uccide una donna, viene condannato senza pietà, quando viceversa è una donna a uccidere, si cercano le cause e, fateci caso, viene sempre giustificata come “malata di mente”. In questo modo nessuna donna verrà mai punita come merita, con la devastante conseguenza che ogni donna si sentirà autorizzata a compiere i crimini più efferati, sapendo in partenza di farla franca in quanto donna.
Come può non subire una pena una “madre” che dopo aver ucciso il proprio figlio si dichiara “contenta di averlo fatto”? Come si fa a dichiararla “malata di mente”? Se fosse stato il padre a uccidere, avrebbe beneficiato dello stesso giustificazionismo?
Questa è la verità nuda e cruda, che MI AUGURO non venga censurata.
Voglio vedere, subito, delle teste saltare, persone che hanno deciso che tutto questo accadesse, perdere subito il lavoro……poi, in fretta, il riscontro penale di ciò che è successo e che segnerà per sempre il destino di un innocente ed il futuro di una famiglia sconvolta. SUBITO!!!!
Un’ultima agghiacciante annotazione, il ragazzino di 13 anni si era accorto di essere in pericolo quando era solo con la madre. È mai possibile che Medici, Assistenti Sociali, Strutture Organizzate e Giudici che hanno professionalità specifiche e sono pagati per il lavoro svolto, non si siano accorti del pericolo che questa creatura correva? Possiamo sapere i nomi di coloro che hanno decretato la tragica fine di Simone? Vogliamo sapere chi sono coloro che si sono occupati del caso e le argomentazioni fornite. Mi sembra il minimo…..
Sono TRAGEDIE…..che accadono MOLTO PIU’ di quello che si pensa…..I FIGLI sono sempre l’oggetto del CONTENDERE…..l’affido congiunto è un MODO per dare la possibilità ad entrambi i genitori di essere GENITORI….con i medesimi DIRITTI e DOVERI…..al FIGLIO viene offerta la possibilità di SCELTA …..di quanto e come tempo trascorrere con i GENITORI…..prima che venga chiesto l’affido univoco sono i genitori che se lo scelgono da soli……e dopo accadono queste TRAGEDIE…..PAROLA MIA……vivo questa SITUAZIONE……