A febbraio si è registrata nelle Marche una temperatura minima di 5,3 gradi, ben 4,6 in più rispetto alla media storica, che sta mandando letteralmente in tilt le colture, a partire dagli alberi da frutto. A lanciare l’allarme è la Coldiretti regionale sulla base delle rilevazioni dell’Osservatorio del Ministero delle Politiche agricole relative alla prima decade del mese. Rispetto a una temperatura media storica di 0,7 gradi, la colonnina di mercurio ha fatto segnare ben 5,3 gradi. Il rischio è che la “finta primavera” inganni le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto. I picchi giornalieri delle temperature fanno partire il processo di fioritura che un inverno troppo mite non è stato capace sinora di ritardare, tanto che albicocchi e alcune varietà di peschi sono già piuttosto avanti rispetto al normale, così come, in parte, i ciliegi. Se, continua Coldiretti, le temperature si dovessero mantenere costanti fino a primavera non ci saranno problemi, ma un brusco abbassamento della colonnina di mercurio porterebbe delle gelate che comprometterebbero le produzioni.
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Ma che state a di’! Mi ricordate i due contadini che pur essendo quasi vicini di casa si recavano dal parroco (nel mese di maggio) per far fare il triduo, uno per la pioggia perché aveva piantato i pomodori, l’altro per il sole perché doveva essiccare il fieno.